Riflessioni sulla lettera autografa di Papa Francesco al gesuita LGBTQIA+ Martin. Il contenuto, i tempi e i modi del mettere la freccia a destra e girare a sinistra

Condividi su...

Ritorniamo sulla questione della lettera autografo scritta da Papa Francesco a Padre James Martin, S.I., che ha sollevato – giustificato – non poche osservazioni. Condividiamo di seguito alcuni articoli sul tema:
Ecco come gli Lgbt stanno strumentalizzando Papa Francesco creando fake news, di Giuliano Guzzo su Provitaefamiglia.it del 30 giugno 2021.
Fr. Martin, di Robert Moynihan su Letter #41 del 30 giugno 2021.
Ancora sul metodo Bergoglio. Devastante per la Chiesa, divisivo per i fedeli, di Aldo Maria Valli su Duc in altum del 29 giugno 2021.
Mettere la freccia a destra e girare a sinistra. Il metodo Bergoglio e la crisi dell’autorità papale, di Aldo Maria Valli su Duc in altum del 28 giugno 2021.

Papa Francesco saluta il Padre gesuita James Martin, autore e scrittore del magazine America durante un incontro privato in Vaticano, 1° ottobre 2019 (Foto di Vatican Media).

Ecco come gli Lgbt stanno strumentalizzando Papa Francesco creando fake news
di Giuliano Guzzo
Provitaefamiglia.it, 30 giugno 2021


«Dio è vicino a tutti i figli». Sono le parole di Papa Francesco contenute in una lettera al gesuita americano padre Martin, passaggio che il Corriere della Sera ha definito «interpretabile come una correzione di immagine, più che di linea, dopo la pubblicazione della “nota” della Segreteria di Stato al governo italiano sul ddl Zan e soprattutto dopo la Congregazione della Dottrina della Fede che il marzo scorzo definiva inaccettabile la “benedizione in chiesa delle coppie omosessuali».

Ora, è vero che il lavoro del giornalista è quello di dar notizie ma, oggettivamente, qui sembra che si stia arrivando – con tutto il rispetto per il Corriere della Sera – addirittura ad inventarle. Sì, perché ci vuole davvero parecchio fantasia per leggere quel «Dio è vicino a tutti i figli» come ad una sorta di retromarcia verso le coppie omosessuali. Per il semplice fatto che un conto è ricordare che il Signore ama chiunque, un altro è lasciar intendere su tale premessa che pure le coppie composte di persone dello stesso sesso siano moralmente accettabili, mandando così in soffitta il primato della famiglia naturale.

La distinzione è semplice ed è un peccato che un giornale tanto importante non la veda, o finga di non vederla. Tra l’altro, a ben vedere anche rammentando l’amore di Dio verso tutti Papa Francesco non ha inventato nulla, ribadendo quella che è la dottrina di sempre. C’è di più. Non sappiamo se ne abbiano una copia in redazione ma, in caso affermativo, anche al Corriere della Sera possono verificare che lo stesso, temutissimo Catechismo della Chiesa Cattolica non suggerisce ma impone ad ogni cattolico di guardare le persone omosessuali «con rispetto» evitando nel modo più assoluto «ogni marchio di ingiusta discriminazione» (CCC, n. 2358).

Il problema non sono allora le aperture – vere o presunte – del pontefice argentino verso le persone anche con tendenze omosessuali, bensì la chiusura della Chiesa verso costoro, chiusura che, semplicemente, non c’è mai stata. Gli esempi in questo senso sono numerosi. Si pensi all’India dove, quando nel dicembre 2013 uscì la notizia che la Corte Suprema, annullando una sentenza del 2009, aveva equiparato l’omosessualità ad un reato, ad opporsi a quel verdetto c’era la Chiesa.

Quella volta era infatti stato il cardinale arcivescovo di Mumbai, Oswald Gracias, ad esprimere la netta contrarietà ad una sentenza oggettivamente durissima: «Non abbiamo mai considerato i gay dei criminali». «In quanto cristiani», dichiarava sempre l’alto prelato ad Asianews, «esprimiamo il nostro pieno rispetto agli omosessuali. La Chiesa cattolica si oppone alla legalizzazione dei matrimoni gay, ma insegna che gli omosessuali hanno la stessa dignità di ogni essere umano e condanna ogni forma di ingiusta discriminazione, persecuzione o abuso».

Che gli uomini di Chiesa non temano di parlare o addirittura di elogiare degli omosessuali, è poi suffragato da casi clamorosi, come alcuni interventi per esempio di Joseph Ratzinger, teologo a lungo apostrofato come il “Grande Inquisitore”, nei quali il futuro papa, per raccontare la bellezza della conversione, scelse di esaltare nientemeno che la storia dello scrittore Julien Green (1900–1998), notoriamente omosessuale. Insomma, Papa Francesco, scrivendo a padre Martin che «Dio è vicino a tutti i figli», non ha realizzato alcuna apertura particolare; né avrebbe potuto, dato la Chiesa ha sempre accolto, amato e protetto chiunque desideri seguirne gli insegnamenti. Dispiace quindi che ci si serva dell’ingenuità del lettore per veicolare messaggi del tutto privi di basi e che ottengono un solo, esiziale effetto: generare confusione tra i fedeli. Il che è un pessimo servizio alla verità. Anche giornalistica.

Letter #41, 2021, Wednesday, June 30: Fr. Martin
di Robert Moynihan


Pope Francis has sparked controversy in Catholic circles by sending a congratulatory note in his own handwriting to Fr. James Martin, S.J., praising Fr. Martin for his ministry of outreach to lesbians, bisexuals, gays, and transgenders, since the late 1980s placed together under the acronymn “LBGT”.

The letter has sparked controversy, with a number of Catholics expressing concern that the Pope in his letter strongly supports Fr. Martin’s ministry though, they contend, the ministry focuses on affirming these various sexualities and sexual self-identifications in a way not in keeping with traditional Catholic teaching on sexual morals.

In writing the letter in this way, these Catholics argue, Pope Francis is giving the impression that he is unconcerned about these traditional moral teachings, and so also about how these teaching do express a profound, true love and deep concern for the happiness of individual persons, and further arguing that every Pope, as a central part of his ministry and office, should strongly defend these teachings for this reason.

Below, a copy of the letter that Pope Francis recently wrote and sent to his fellow Jesuit, Fr. James Martin. The letter is in Spanish. The full text of the letter is translated into English below.

6.21.2021
R.P. James Martin, SJ
Dear brother:
Thank you for your note and for the photos. Please thank your nephew for his kindness to me and for having chosen the name Francisco… and congratulate him on the socks… that made me laugh. Tell him that I pray for him and, please, ask him to do so for me.
Regarding your PS [about the Outreach LGBT Ministry Conference] I want to thank you for your pastoral zeal and your ability to be close to people, with the closeness that Jesus had, and which reflects the closeness of God. Our Heavenly Father comes close with love to each one of his children, each and everyone. His heart is open to each and everyone. He is a Father. God’s “style” has three elements: closeness, compassion and tenderness. This is how he comes closer to each one of us.
Thinking about your pastoral work, I see that you are continually seeking to imitate this style of God. You are a priest for all men and women, just as God is a Father for all men and women. I pray for you to continue in this way, being close, compassionate and with great tenderness.
And I pray for your faithful, your “flock,” and all those whom the Lord places in your care, so that you protect them, and make them grow in the love of Our Lord Jesus Christ.
Please don’t forget to pray for me. May Jesus bless you and may the Holy Virgin protect you.
Fraternally,
Francisco


Ancora sul metodo Bergoglio. Devastante per la Chiesa, divisivo per i fedeli
di Aldo Maria Valli
Duc in altum, 29 giugno 2021


Dopo la lettera inviata da Francesco al gesuita James Martin, noto per il suo appoggio all’omosessualismo e all’ideologia gender, numerosi lettori hanno espresso il loro dolore. Vale per tutti questo contributo, nel quale il Giovane Prete affronta il tema del “metodo Bergoglio”. Sull’argomento consiglio anche la lettura della riflessione di The Wanderer, pubblicata ieri.

***

“Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore” (Gv 10, 12-13).
del Giovane Prete


Caro Aldo Maria, ovviamente, puntuale, è arrivato, come prevedibile, l’intervento con cui il papa manda a rotoli ogni opposizione all’ideologia omosessualista, facendo fare, tra l’altro, un’altra figuraccia alla Segreteria di Stato.

Scrivere a padre Martin in questo momento e appoggiare senza riserve l’azione del gesuita pro-gay, significa contraddire esplicitamente l’insegnamento bimillenario della Chiesa.

Il metodo di Bergoglio è tanto banale e ripetitivo quanto efficiente: ribadire la verità, basata sulla Scrittura e la Tradizione, quando non serve a nulla, e contraddirla nel momento decisivo. Pensiamo al suo comportamento durante l’approvazione della legge Cirinnà o l’approvazione della legge sull’aborto in Argentina.

In questo modo fa sì che i cattolici in buona fede possano sempre riferirsi alle dichiarazioni “ortodosse”, fuori tempo e fuori luogo, mentre nella prassi si consuma l’allontanamento della società dalla legge di Dio e la scissione tra i fedeli. Potremmo dire che al papa piace sparare alla schiena ai suoi, appena questi dimostrino di ritrovare un po’ di coraggio.
Il metodo Bergoglio ha adepti di tutto rispetto: ogni volta che qualche congregazione della Santa Sede esprime una posizione chiara, c’è sempre un curiale che subito prende le distanze. Il risultato è che la Chiesa appare come una banda di dilettanti allo sbaraglio, nella quale ognuno vaga senza scopo e direzione, e ognuno può credere a ciò che vuole. Che pena!

Per noi sacerdoti e per i fedeli è uno spettacolo davvero indecente. La sposa di Cristo è veramente violentata da questi pastori che – lo dico con un dolore tremendo – stanno senza ritegno dalla parte del padre della menzogna. Non riesco a togliermi dalla testa la preghiera con cui il vescovo John Stowe ha introdotto il webinar Outreach 2021 organizzato da padre Martin e appoggiato da Bergoglio:

“Dio Creatore onnipotente, che riveli il tuo potere nella misericordia e nella compassione, guardaci mentre ci riuniamo da molti luoghi, uniti nel nostro desiderio di servire, elevare ed imparare dai tuoi figli Lgbtq+”.

Caro Aldo Maria e cari lettori di Duc in altum, vorrei che ci fermassimo un attimo a leggere questo delirio. Satana ha intinto la penna nell’inchiostro e ha scritto. Non c’è altro da aggiungere.
Maranatha! Vieni Signore Gesù!

Mettere la freccia a destra e girare a sinistra. Il metodo Bergoglio e la crisi dell’autorità papale
di Aldo Maria Valli
Duc in altum, 28 giugno 2021


In questi ultimi giorni abbiamo avuto di nuovo la prova che ciò che caratterizza il pontificato di Francesco è l’ambiguità. Sia a proposito della legge Zan, sia per quanto riguarda le celebrazioni vetus ordo nella basilica vaticana, ambienti conservatori e tradizionalisti hanno pensato di scorgere nelle ultime decisioni vaticane segnali incoraggianti, ma, al solito, si tratta solo di mettere la freccia a destra per girare a sinistra, per parafrasare un modo di dire tipico di Peron, giustamente ricordato nell’articolo qui sotto. Circa la legge Zan e la questione Lgbt, l’orientamento papale è stato esplicitato sia dalla lettera autografa [QUI] inviata al gesuita pro Lgbt James Martin sia da quanto Francesco ha detto all’Angelus: “Finiamola di giudicare gli altri… Non giudicare e lasciare vivere, amate gli altri e cercate di vivere con amore”. Circa le messe vetus ordo, si tratta del solito osso [QUI] gettato in pasto a una parte della Chiesa per tacitarla, ma senza cambiare la sostanza della linea papale. In ogni caso, e comunque la si pensi, la parola del papa è diventata irrilevante. Non fa più notizia. Un po’ per le giravolte, un po’ per la ripetitività, non è presa in considerazione. Anche sotto questo profilo, l’articolo che qui vi propongo, tratto dal sito Caminante-Wanderer [QUI], parla chiaro. E ci invita a riflettere sulla crisi dell’autorità papale, drammatica eredità di questo pontificato.

***

Alcuni fatti accaduti la scorsa settimana mostrano chiaramente, da un lato, qual è la strategia di papa Francesco, dall’altro l’irrimediabile declino del suo pontificato.

La strategia, come abbiamo ripetuto fino alla nausea in questo blog, è tipica del peronismo, e può essere sintetizzata con una frase dello stesso generale Juan Perón, “Metti la freccia a sinistra e gira a destra”, o in un’altra, di Néstor Kirchner: “Guardate quello che faccio e non cosa dico”.

Nell’udienza generale di mercoledì scorso il Santo Padre tra le altre cose ha detto: “Questa condizione non è lontana dall’esperienza che diversi cristiani vivono ai nostri giorni. Non mancano nemmeno oggi, infatti, predicatori che, soprattutto attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, possono turbare le comunità. Si presentano non anzitutto per annunciare il Vangelo di Dio che ama l’uomo in Gesù Crocifisso e Risorto, ma per ribadire con insistenza, da veri e propri ‘custodi della verità’ – così si chiamano loro – quale sia il modo migliore per essere cristiani. E con forza affermano che il cristianesimo vero è quello a cui sono legati loro, spesso identificato con certe forme del passato, e che la soluzione alle crisi odierne è ritornare indietro per non perdere la genuinità della fede. Anche oggi, come allora, c’è insomma la tentazione di rinchiudersi in alcune certezze acquisite in tradizioni passate. Ma come possiamo riconoscere questa gente? Per esempio, una delle tracce del modo di procedere è la rigidità. Davanti alla predicazione del Vangelo che ci fa liberi, ci fa gioiosi, questi sono dei rigidi. Sempre la rigidità: si deve far questo, si deve fare quell’altro… La rigidità è proprio di questa gente”.

È un attacco aperto e frontale contro i gruppi conservatori e tradizionalisti che, attraverso i mezzi di comunicazione alternativi – cioè principalmente blog e video – mettono continuamente e duramente in discussione il suo pontificato. Mancava soltanto che scrivesse i nomi che, d’altronde, tutti noi conosciamo. Uno di loro, che colgo l’occasione per ringraziare per i suoi continui accenni a questa pagina, è Specola, che quotidianamente ci racconta le vicende vaticane, con la consapevolezza che solo un esperto può avere.

Che impatto hanno avuto queste voci papali sulla destra, o sul mondo tradizionale? Nessuno. Il fatto è che quasi nessuno legge o ascolta Francesco perché nessuno gli crede più. Il suo fascino, che è sempre stato una farsa, è finito, e con esso il suo pontificato. È stato un chiacchiericcio che, nella migliore delle ipotesi, è servito a placare i neocon superstiti e a confondere, con rumore e luci di fuochi d’artificio, ciò che realmente faceva.

In questi giorni Il Giornale [QUI] ha pubblicato un articolo ben informato in cui si annunciava che la messa vetus ordo è stata “blindata”; ovvero, in poche parole, che le disposizioni del motu proprio Summorum Pontificum non cambieranno e le cose continueranno come prima. La notizia correva da qualche giorno nei corridoi del Sacro Palazzo, e non erano solo voci. Il giorno prima il sito ufficiale del Vaticano aveva pubblicato [QUI] le nuove disposizioni per le celebrazioni liturgiche nella basilica di San Pietro, che erano state praticamente abolite dalla Segreteria di Stato. L’arciprete, il cardinale Gambetti, in pratica autorizza di nuovo la celebrazione delle messe private, e autorizza esplicitamente la celebrazione della messa tradizionale, affermando che “si deve fare tutto il possibile per esaudire pienamente i desideri dei fedeli e dei sacerdoti” che prediligono quel rito [Le norme per le celebrazioni mattutine nella Basilica di San Pietro illustrate e spiegate dall’Arciprete, Cardinal Gambetti – 22 giugno 2021].
In aggiunta, quasi nelle stesse ore in cui veniva reso pubblico questo nuovo regolamento, la Segreteria di Stato protestava presso lo Stato italiano per la famosa legge Zan che promuove l’ideologia di genere nelle scuole, invocando gli accordi tra i due Stati: una nota ufficiale che, com’è noto, ha sollevato un gran polverone.

In sintesi, martedì papa Francesco ha virato a destra e mercoledì ha messo la freccia a sinistra.

Come dicevo all’inizio, l’udienza di mercoledì è stata anche un chiaro esempio della grottesca decadenza del suo pontificato. Qualche anno fa le dure parole che abbiamo riportato, sulle rigidità di certi cattolici, avrebbero occupato le prime pagine di tutti i giornali del mondo, le suore e i preti mentecatti e i vescovi viscidi avrebbero iniziato subito a organizzare ritiri e giornate di riflessione sul problema della rigidità nella Chiesa e sui metodi per ammorbidirla. Ma oggi dov’è finito quel pubblico? Qual è stata la vera notizia memorabile che ha popolato le prime pagine di giornali e portali di informazione e, ovviamente, ha catalizzato i commenti in conventi e curie? L’incontro del successore di Pietro con l’Uomo Ragno. Sì, Spiderman, un personaggio dei cartoni animati, è stato capace di rubare la scena a un lungo e aggressivo discorso pontificio. Anche se, ripensandoci, e guardando indietro ai pontefici precedenti, penso che la foto ritragga non uno, ma due personaggi dei cartoni animati.

Free Webcam Girls
151.11.48.50