Il Tavolo Ecclesiale Dipendenze lancia un appello alle Istituzioni: la politica investa sui giovani

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Il consumo di droga in Europa interessa una ampia gamma di sostanze. Fra le persone che fanno uso di droghe, la poliassunzione è comune, ma difficile da stimare, e i modelli individuali di consumo vanno da quello sperimentale a quello abituale, fino alla dipendenza. La cannabis è la droga più usata, la prevalenza del consumo è circa cinque volte superiore a quella delle altre sostanze. Benché il consumo di eroina e altri oppiacei rimanga relativamente modesto, queste sostanze stupefacenti continuano a essere quelle più comunemente associate alle forme più dannose di uso, compreso quello per via parenterale.

Infatti secondo le stime, nell’Unione europea circa 83.000.000 di adulti (di età compresa fra 15 e 64 anni), ossia il 28,9 %, hanno assunto sostanze illecite almeno una volta nel corso della vita. Le esperienze di uso di droga sono segnalate più frequentemente dai maschi (50.600.000) che dalle femmine (32.800.000). La droga ‘provata’ più di frequente è la cannabis (47.600.000 di maschi e 30.900.000 di femmine).

Stime molto più basse riguardano il consumo di cocaina (9.600.000 di maschi e 4.300.000 di femmine), di MDMA (6.800.000 di maschi e 3.500.000 di femmine) e di amfetamine (5.900.000 di maschi e 2.700.000 di femmine). Il consumo di droga nell’ultimo anno è un parametro di misura del consumo recente ed è prevalentemente concentrato fra i giovani adulti.

Si stima che nell’ultimo anno abbiano fatto uso di droghe 17.400.000 (16,9 %) di giovani adulti (15-34 anni); tra coloro che hanno segnalato di averne fatto uso, i maschi (21,6 %) sono il doppio delle femmine (12,1 %).

Inoltre si stima che la prevalenza del consumo di oppiacei ad alto rischio tra gli adulti (15-64 anni) nel 2019 rappresenti lo 0,35 % della popolazione dell’UE, equivalente a 1.000.000 di consumatori di oppiacei ad alto rischio. Infatti nel 2019 nell’Unione europea ci sono stati 510 000 consumatori in terapia sostitutiva per la dipendenza da oppiacei.

I consumatori di oppiacei rappresentano il 26 % delle richieste di trattamento della tossicodipendenza. Infine gli oppiacei hanno comportato il 76 % dei decessi per overdose segnalati nell’Unione europea nel 2019.

Per questo in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di sostanze stupefacenti, il Tavolo Ecclesiale Dipendenze costituito presso la Caritas Italiana, a cui partecipano F.I.C.T., CNCA, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità Casa dei Giovani, Salesiani per il sociale, CDO Opere Sociali, Comunità Emmanuel, Comunità di Sant’Egidio, Nuovi Orizzonti, lancia un messaggio ’E’ tempo di sogni. Costruiamo il futuro con i giovani’:

“E’ passato più di un anno da quando il mondo che conoscevamo è stato stravolto da questa pandemia e i nostri ragazzi si sono trovati improvvisamente esposti a solitudine e a sofferenza impreviste.

La pandemia ha ulteriormente messo ai margini della società i giovani e i più fragili, ha fatto emergere l’aumento dei casi di ragazzi con disturbo psichiatrico e il ricorso alle cure farmacologiche. Ma il ritardo più grave che i nostri ragazzi stanno accumulando è proprio nell’area relazionale.

L’isolamento, la paura del futuro, lo sgretolarsi delle certezze, la tensione in famiglia, ma anche a volte la semplice noia, sono tutti fattori ansiogeni e di stress che hanno prodotto nei giovani un aumento di comportamenti da consumo a rischio, con l’incremento dell’abuso di psicofarmaci e di alcol, soprattutto nelle fasce di età più giovani.

Nello stesso tempo, però, non dobbiamo dimenticare che i ragazzi hanno sguardi innovativi sulla società e sulle sue problematiche: ad esempio, una maggiore sensibilità ambientale, una maggiore capacità di condivisione, una propensione a utilizzare la tecnologia come strumento per affrontare le questioni. E hanno dimostrato più volte di saper gestire il protagonismo sociale con intelligenza e innovazione”.

Per questo, in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso  di droghe, il Tavolo Ecclesiale Dipendenze lancia un appello alle Istituzioni e alla società civile affinché i giovani diventino una priorità della politica e dell’azione collettiva nazionali:

“Per costruire oggi il futuro insieme a loro è necessario un lavoro strutturale e capillare nelle comunità locali, in termini di infrastruttura sociale. È essenziale un intervento forte di riequilibrio delle risorse e di contrasto a tutte le forme di povertà (economica, educativa, relazionale…) al fine di consentire l’esercizio della corresponsabilità dei giovani e la tenuta del sistema sociale”.

In tale scenario post pandemico il Tavolo chiede di dare priorità ai giovani: “Ma rimettere i giovani al centro del progetto di Paese è urgente e necessario non solo per una questione di equità sociale, ma anche perché i giovani (tutti i giovani e non solo pochi supereroi) hanno sguardi innovativi sulla società e sulle sue problematiche: ad esempio, una maggiore sensibilità ambientale, una maggiore capacità di condivisione, una propensione a utilizzare la tecnologia come strumento per affrontare le questioni.

Per costruire oggi il futuro insieme a loro è necessario un lavoro strutturale e capillare nelle comunità locali, in termini di infrastruttura sociale. Per quanto riguarda il settore specifico delle dipendenze, se è vero che negli ultimi cinque anni i minori in carico al servizio sanitario per problemi di dipendenza sono raddoppiati, è purtroppo altrettanto vero che l’intero sistema di cura e riabilitazione per le dipendenze patologiche è scritto per altri, o meglio per un’altra epoca, quella della fine degli anni Ottanta”.

Per questo il Tavolo chiede che si investa al più presto su cinque priorità: 1. riscrivere immediatamente, in modo condiviso con tutti gli attori del sistema, il modello di intervento, ricostruendo i luoghi del confronto, iniziando dalla Conferenza Nazionale sulle Droghe attesa ormai da più di 11 anni.

2. ricostruire al più presto i luoghi della relazione per e con i nostri giovani, garantendo sin da subito percorsi educativi strutturati e in presenza, capaci di restituire ai ragazzi, almeno in parte, il tempo perduto.

3. accompagnare le famiglie, supportandole per attraversare questo periodo d’ombra caratterizzato dalla mancanza di certezze e quindi di incapacità a fornire risposte educative coerenti ai nostri figli.

4. fornire adeguato accompagnamento e sostengo alle strutture educative specialistiche, diurne e residenziali, che si occupano di minori con dipendenze, con problemi comportamentali e con patologie psichiatriche, che in questa fase hanno dovuto approntare, nel silenzio e nell’abbandono generale, percorsi educativi-riabilitativi capaci di tenere conto delle mutate esigenze e dell’emergenza sanitaria.

5. sviluppare in modo diffuso una qualificata rete di prossimità nei luoghi del consumo, dell’abuso della dipendenza con équipe territoriali capaci di ascolto, counseling, accoglienza e presa in carico precoce, come già previsto nei Livelli essenziali di assistenza, ma ancora disatteso nel nostro Paese.

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