Silere non possum. Cari influencer, come diceva Kierkegaard i numeri non decidono la verità, nemmeno i followers. Per amore della verità non possiamo tacere

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Un post Facebook di questa mattina mi ha convinto di ritornare sulla sostanza della questione del personaggio, delle sue farneticazioni e delle conseguenze: «Se non avessi dei vincoli importanti come mio figlio, il mio compagno, la mia famiglia, avrei già preso tutti i miei averi per lasciare questo Paese sempre più alla deriva. Poiché solo un Paese incivile come il nostro, ha una classe politica così imbarazzante e approssimata. Solo un Paese incivile da credito a personaggi miseri usati come fabbrica di danaro e pertanto disposti a blaterare l’impossibile. Ci avete sgretolato le sferiche decorazioni natalizie… Anzi, diciamola come è giusto dirla… ci avete rotto le palle!» (Valentina Villano).

“Il democratico Zan, un soggetto tanto democratico e civile da ordinare a La7 di non invitare Senaldi in studio, vorrebbe imporci una legge contro le discriminazioni. E ho detto tutto! Anzi no, aggiungo che pure La7 che si fa dare ordini da Zan ha fatto la sua porca figura” (Azzurra Barbuto).

Et semel et pro omnibus: «Non si risponde a Fedez, bensì si prova a far funzionare il cervello di tutti quelli che abboccano al marketing che Fedez rappresenta» (Valentina Villano). Poi, prima di andare avanti, è opportuno far presente un’altra osservazione fondamentale, in riferimento alle esternazioni degli influencer, come Fedez e compagni di merenda: «Si tratta di sovrapposizione di argomenti, per camuffare l’ignoranza stratosferica. Mettendo da parte la questione ultima, questi personaggi sono un’emergenza sociale, ovvero un problema serio di cui occuparsi, perché ahimè hanno seguito. Quindi è un problema grosso sociale e qualcuno senza mettere la testa sotto la sabbia dovrà occuparsene» (Valentina Villano).

Il Presidente della Camera dei Deputati italiana, Roberto Fico ha pontificato in reazione alla Nota verbale della Santa Sede sul Ddl Zan: “Non accettiamo ingerenze, il parlamento è sovrano”. Invece, l’Articolo 1 della Costituzione italiana recita: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Il #brancodibalordi che ci “governa” non solo rende la Repubblica sempre meno democratica, sempre più fondata sull’assistenza e su delle sempre più rare concessioni di diritti garantiti costituzionalmente, ma adesso Fico si appropria pure della sovranità, in modo anticostituzionale. Inoltre, ignora il Concordato lateranense recepito dalla Costituzione, per poter decretare “ingerenze”, sulla scia di “influencer” come Fedez e compagni di merenda, che poco o niente sanno di niente. «Ingerenze????? Agli articoli 4 e 7 il Ddl Zan lede il diritto alla libertà di espressione (Art. 21 della Costituzione), lede il diritto alla libertà di insegnamento dei docenti (Art 33 della Costituzione), lede la libertà di scelta educativa propria dei genitori (Art.30 della Costituzione)… Ciao Fico, ciao» (Valentina Villano).

In tutto questo va aggiunta anche una parola sulla questione del dogma laico della laicità dello Stato. «Il nostro è uno Stato laico, quindi il parlamento è libero di discutere», ha detto il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi nel suo discorso al Senato, ieri 23 giugno 2021. Su Twitter ha reagito il Senatore Simone Pillon: «Laicità dello Stato non è laicismo di Stato» e Don Salvatore Lazzara ha osservato: «Tanto per essere chiari: la Segreteria di Stato nella nota diplomatica non ha chiesto di negare i diritti dei gay. Ha sollecitato in base al Concordato, di tutelare gli articoli della Costituzione Italiana che garantiscono la libertà religiosa, di educazione e di pensiero».

Rispondendo a Draghi, va evidenziato che la Segreteria di Stato non ha negato al Parlamento italiano di discutere. Al contrario, ha chiesto proprio di discutere, di ragionare e di tenere in considerazione certe libertà garantite dalla Costituzione che il Ddl Zan – liberticida, inutile, dannoso e pericoloso – minaccia di negare ai cittadini italiani, credenti e non. Ne sono fermamente convinti: le vittime prime e ultime saranno gli omosessuali, gay e lesbiche. Per effetto boomerang, backlash come si dice in inglese. Questo Ddl Zan, con l’ideologia gender che promuoverà a diritto, provocherà l’intolleranza che dice di combattere.

Detto tutto questo una volta per tutte, condivo di seguito due contributi in reazione allo sconcertante video spostato da Fedez su Instagram il 22 giugno 2021: «Buongiorno amici, avete letto l’ultima di oggi? Credo di sì ma se non l’avete letta ve la riassumo io: il Vaticano ha detto all’Italia ‘Italia, se approvate il Ddl Zan state violando il Concordato… Monelli. Ma non avevamo concordato che ci davate delle tasse arretrate sugli immobili? L’Ue aveva stimato cinque miliardini forse di più… Magari dateci quei soldini, ci servono per fare andare avanti il Paese» (Fedez).

Il primo contributo è un’intervista rilasciata a Virginia Piccolillo per il Corriere della Sera [QUI] dal Vescovo Nunzio Galantino, Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica: «Il signor Fedez non è bene informato. Il ddl Zan? Può diventare strumento di intolleranza». «Per il bene di tutti e nell’interesse di tutti bisogna vigilare affinché le discriminazioni vengano messe al bando ma bisogna fare attenzione in che modo. Altrimenti le togliamo da una parte e le mettiamo da un’altra». «Mi piacerebbe sapere dal signor Fedez chi ha messo in giro queste cifre e da dove l’ha ricavate: in base a quale legge, su quali immobili. Circolano numeri strampalati che alimentano la leggenda di un immenso patrimonio del Vaticano. Non è così».

Il secondo contributo è una lettera aperta di Suor Anna Monia Alfieri al “signor Federico Leonardo Lucia”, alias Fedez, pubblicato su Start Mag [QUI]: «Caro signor Fedez, la informo meglio su Chiesa, Concordato e Ddl Zan». Anna Monia Alfieri, religiosa delle Marcelline, non è una suorina qualsiasi e quando scrive sa di cosa tratta. Si è laureata in Giurisprudenza nel 2001, in Economia nel 2007, conseguendo anche il Diploma Superiore di Scienze Religiose. È legale rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline. Tra le voci più accreditate sui problemi dell’organizzazione dei sistemi formativi, collabora con la Divisione Enti non Profit di Altis (Alta Scuola Impresa e Società) dell’Università del Sacro Cuore di Milano, per l’organizzazione dei corsi di Alta Formazione (in management e alta dirigenza scolastica) per gli Istituti Religiosi e per la docenza negli stessi. Dal 2016 fa parte della Consulta di Pastorale scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della CEI. Numerosi sono i suoi contributi scientifici su Riviste specializzate e in volumi collettanei. Segnaliamo i saggi “La buona Scuola Pubblica per tutti Statale e Paritaria” (in collaborazione con (M. C. Parola e M. Moltedo, Laterza, Bari 2010); “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato” (in collaborazione con M. Grumo e M. C. Parola, Giappichelli, Torino 2015); “Lettera ai politici sulla libertà di scuola” (in collaborazione con Dario Antiseri, Rubbettino 2018).

Il vescovo amministratore del patrimonio della Santa Sede: «Fedez ci attacca? O non sa o è in malafede»
di Virginia Piccolillo
Corriere.it, 23 giugno 2021

Monsignor Nunzio Galantino, cosa pensa del ddl Zan?
«Non è mia competenza, ma penso che si debba stare attenti a non usare formulazioni che nelle mani, e nelle teste, di malintenzionati diventino strumenti di intolleranza».

Fedez, come altri, rivendica la laicità.
«Bisogna distinguere tra laicità di spazi e di contenuti. Se per laico si intende neutro o neutrale, non esistono contenuti laici. Esistono spazi di laicità, sempre sacrosanti, dove tutti devono ricevere e dare rispetto. Altrimenti …».

Altrimenti?
«Provo a trasformarlo in una immagine: lo spazio può essere quello del mercato, dove tutti hanno il diritto di andare ed esporre la loro merce. Nessuno però può pretendere che io esponendo la mia non dica che è una merce di valore e, se possibile, anche migliore di quella degli altri, nel rispetto di tutti. Ma nel messaggio del signor Fedez mi sono fermato alla prima parte».

Da Presidente dell’APSA quella in cui ha detto che la Chiesa non paga le tasse?
«Esattamente. O ignora le cose o è in malafede. Lo informo che, per fermarci al 2020, l’Apsa (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica) ha versato 5.950.000 euro di Imu e 2.880.000 euro di IRES, solo il patrimonio della Santa sede. Ma ci sono altre realtà ecclesiali. E tutte pagano».

Ad esempio?
«Il Governatorato, che gestisce tutti i beni all’interno delle mura vaticane, paga IMU e IRES, il Vicariato di Roma, la CEI, Propaganda Fide e vari enti religiosi».

Perché non rendete pubblici tutti i dati?
«Dopo l’approvazione del Consiglio per l’economia, nella seconda metà di luglio pubblicheremo il bilancio. Le anticipo alcuni dati: sono 4051 gli immobili (2904 di proprietà dell’Apsa, 1147 di altri enti). Tra questi 937 sono pertinenze e 371 ad uso commerciale».

Fedez parla di 5 miliardi sottratti al fisco dal 2005 per strutture a fini commerciali.
«Mi piacerebbe sapere dal signor Fedez chi ha messo in giro queste cifre e da dove l’ha ricavate: in base a quale legge, su quali immobili. Circolano numeri strampalati che alimentano la leggenda di un immenso patrimonio del Vaticano. Non è così. Se vuole farci una visita abbiamo appena finito l’inventario degli immobili, frutto di un lavoro di allineamento con il catasto. Stiamo anche lavorando a un’eventuale intesa con l’Ismea per vedere quali terreni continuare a far fruttare e quali mettere a disposizione di cooperative di giovani».

E le chiese?
«La legge che dispensa dal pagamento delle tasse non riguarda solo la Chiesa cattolica ma tutte le confessioni religiose. Ebrei, protestanti musulmani non pagano le tasse. Come le onlus, i partiti, i sindacati».

Vi accusa di giudicare in Vaticano i pedofili. È così?
«I casi accertati di pedofilia consumati sul territorio italiano sono giudicati dai tribunali italiani. Ma questo riguarda anche l’estero. Sapete bene che Cardinal Pell, assolto dalle infamanti accuse, dopo 2 anni di carcere è stato giudicato da un tribunale australiano. Forse anche su questo il signor Fedez non è bene informato. Come diceva Kierkegaard i numeri non decidono la verità. Nemmeno i followers».

La lettera aperta di suor Anna Monia Alfieri al “signor Federico Leonardo Lucia”, alias Fedez

Gentilissimo signor Federico Leonardo Lucia,

mi rivolgo a lei chiamandola per nome: mi sembra, infatti, più dignitoso e rispettoso per la sua persona. Immagino, data la sua giovane età, che lei sia fresco di studi e che a scuola, sia alla Secondaria di Primo che alla Secondaria di Secondo Grado, i suoi insegnanti di Storia le abbiano presentato (e Lei poi a casa, nel pomeriggio, abbia studiato) il Concordato Lateranense del 1929 e la sua Revisione del 1984. Certo, lei mi dirà: il Concordato del 1929 fu firmato da Mussolini. Concordo.

Quello del 1984 fu però firmato, per lo Stato italiano, da Bettino Craxi, un socialista doc, non certo un amico del Vaticano e delle sue presunte logiche di potere. Spero, quindi, che, prima di fare certe affermazioni, abbia ripreso in mano quei libri, sempre che li abbia conservati e non li abbia venduti alla fine dell’anno. Cosa lecita, ci mancherebbe, qualche soldino in più per aiutare in famiglia o da dare in beneficenza fa sempre bene!

Mi creda a 46 anni, dopo tre lauree, continuo a studiare, perché avverto la responsabilità di dire parole che costruiscono. Se ciò vale per un semplice cittadino, figuriamoci per un personaggio pubblico del suo calibro, con un seguito così folto e numeroso. Ovviamente sospendo ogni giudizio, chi è senza peccato scagli la prima pietra, disse Qualcuno, ma mi permetto di fare una considerazione di metodo, solo per aiutare i nostri ragazzi ad orientarsi. Mi sembra doveroso, Lei sarà d’accordo.

Guardando il video da Lei diffuso, capisco che Lei non conosce, con dovizia di dati, i temi che intende porre all’attenzione pubblica e cioè: cosa sia uno Stato laico, cosa sia un Concordato, quale sia il tema dei sacerdoti processati con la legge del Vaticano e/o civile, quali tasse vengono pagate. Ancora, credo che Lei ignori il volontariato che centinaia di migliaia di laici, preti, suore, compiono ogni giorno. La solidarietà di cui Lei parla, in realtà, si chiama prossimità e non avviene mai a favore di telecamera. Non sappia la destra ciò che fa la sinistra, disse sempre quel Qualcuno.

Siccome sono più grande (di età naturalmente) di Lei, mi permetto di darLe un consiglio, anche se non richiesto: lo faccio in considerazione di tutti i consigli non richiesti che anche Lei offre ogni giorno, forte di un lessico forbito ed elegante dal quale traspare in tutta evidenza la sua profonda cultura e il suo alto senso civico. Se Lei desidera dare un contributo alla Res-publica –  cosa lodevolissima e che, per altro, rappresenta anche un dovere per tutti i cittadini ai sensi dell’art. 2 della Costituzione – è necessario documentarsi prima di esprimersi, al fine di evitare sovrapposizioni di argomenti.

Un conto è il ddl Zan che, Le ricordo, agli artt. 4 e 7 lede il diritto alla libertà di espressione (art. 21 della Costituzione), alla libertà di insegnamento dei docenti (art. 33 della Costituzione), alla libertà di scelta educativa che spetta ai genitori, cioè a Lei e non ad altri, né Chiesa né Stato (art. 30 della Costituzione). E questo è un fatto.

In merito poi alla sua preoccupazione dei danari (una preoccupazione davvero di alto profilo morale e, soprattutto, coerente con il suo stile di vita, sempre così sobrio e morigerato), La informo che, in merito alla sua affermazione “Il Vaticano non paga le tasse immobiliari e l’Italia sta violando il Concordato”, nel 2020, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha pagato per imposte € 5,95 mln per IMU e € 2,88 mln per IRES.  A queste vanno aggiunte le imposte pagate da Governatorato, Propaganda fide, Vicariato di Roma, Conferenza Episcopale italiana e singoli Enti religiosi.    Ovviamente è tutto documentato, fino all’ultimo centesimo. E anche questo è un fatto.

Detto questo, la libertà del singolo non può essere negata. Se vorrà rimanere sulle sue posizioni, ce ne faremo tutti una ragione. Certo ai giovani, ai quali Lei si rivolge, io suggerisco sempre di approfondire, di andare oltre la notizia. Del resto sono convinta che questo sia il dovere di ogni persona: essere un esempio positivo, soprattutto pensando che gli adolescenti di oggi, così smarriti e così soli, saranno i cittadini di domani. La diffamazione e la violenza verbale con cui li abbiamo pasciuti in questi anni chissà quali conseguenze avranno sul loro futuro. Soprattutto, chissà se un domani si renderanno conto del fatto che, quando gli adulti si comportano come degli adolescenti, essi – gli adulti – rappresentano un tradimento dei loro sogni e delle loro aspettative.

Mi fermo. Torno ad occuparmi di bilanci e di diritto. Torno a compiere il mio dovere di cittadina. Per amore della verità non potevo tacere.

Un augurio di ogni bene,
sr Anna Monia Alfieri

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