Il card. Sandri invita a non dimenticare Dio

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Il Sinodo dei Vescovi della Chiesa maronita ha confermato pieno sostegno alla proposta, avanzata da tempo dal Patriarca Béchara Boutros Raï, di un atto formale che ufficializzi la posizione di neutralità del Libano sugli scenari politici mediorientali, nel quadro di una conferenza internazionale sponsorizzata dall’Onu e dedicata al presente e al futuro del Paese dei Cedri.

Nel comunicato finale dell’Assemblea sinodale, i Vescovi maroniti hanno descritto la proposta avanzata dal Patriarca Raï come una valida via d’uscita alla crisi sistemica che affligge la Nazione, privo di governo dall’’agosto 2020, dopo le dimissioni del premier uscente Hassan Diab, in seguito alle micidiali esplosioni avvenute il 4 agosto nel porto di Beirut.

Nel comunicato finale dell’Assemblea sinodale maronita si fa riferimento anche all’incontro di riflessione e preghiera per il Libano convocato in Vaticano il 1° luglio da papa Francesco, che vedrà la partecipazione dei Capi delle diverse Chiese e comunità ecclesiali presenti nel Paese dei Cedri.

E nella celebrazione inaugurale della 94^ assemblea plenaria della ROACO il card. Leandro Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha chiesto di elevare lo sguardo a Dio:

“Le loro melodie ci invitano ad elevare lo sguardo verso Dio, ed insieme ci impediscono di dimenticarci delle realtà e delle situazioni da cui essi provengono e che sono oggetto dei nostri lavori di questi giorni. Offriamo questa celebrazione eucaristica in modo particolare per tutti i benefattori”.

Il prefetto ha parlato di Abramo: “Essa si contraddistingue per un momento decisivo che ne è l’origine e per una serie di tappe successive, ciascuna delle quali rilancia in avanti verso un ulteriore compimento… In Abramo ciascuno di noi è richiamato ad essere soltanto e radicalmente ‘uditore della Parola’.

Oggi è stato proclamato il brano che racconta della divisione con la famiglia di Lot: al nipote è offerta la possibilità di scegliere da quale parte andare, ed egli si dirige verso la valle del Giordano, a prima vista la più ricca e fertile, mentre Abramo si insedia in Canaan”.

E’ proprio l’esperienza di Abramo mostra la necessità di servire Dio: “L’esperienza del Patriarca invita tutti a noi a purificare il nostro sguardo e a confrontare i nostri criteri di giudizio con la parola di Dio: dobbiamo sempre vivere l’esperienza della ROACO come un momento di stupore e di umiltà, confidando anzitutto nel Signore e nella sua vicinanza prima che sulle nostre forze, progetti e intraprendenza.

Dio ci chiama a servirlo ogni giorno e ad essere collaboratori della sua opera di salvezza prestando il nostro aiuto alla vita delle Chiese Cattoliche Orientali: la loro esistenza (pur nelle mutate condizioni del tempo) è tanto più preziosa quanto più siamo consapevoli che da quelle terre è venuta a noi, due millenni fa, la Parola che è fonte di vita”.

Anche Gesù, come Abramo, chiede di fare una scelta: “Se Abramo fa l’esperienza che la vera benedizione non è costituita da una terra ma dal porre la propria dimora in Dio, anche Gesù ci invita ad una scelta essenziale.

L’immagine della porta stretta costringe infatti a misurare bene i propri passi e precisare bene la direzione verso cui camminiamo: un passaggio angusto chiede di non essere distratti da altro, e di essere concentrati sulla meta: non siamo infatti vagabondi ma pellegrini.

Dalla porta stretta si passa lasciando perdere ciò che è di intralcio e appesantisce i nostri passi, e ci chiede di scendere dalle nostre cavalcature, un po’ come capita con la piccola porta per accedere alla Basilica della Natività a Betlemme”.

Infine ha invitato a custodire la fede: “Pochi versetti prima, sempre il Vangelo ci ha invitato a non sprecare le cose sante, ma a custodirle e trasmetterle a chi le può accogliere: sappiamo bene come tale invito ricorra prima della Comunione in alcune tradizioni orientali, per esempio quella bizantina che proclama ‘le cose sante ai santi’!

Come Agenzie della ROACO, aiutiamo le nostre Chiese a concentrarsi su ciò che conta e rimane per sempre: l’annuncio del Vangelo. Affidiamo i nostri lavori all’intercessione della Tutta Santa Madre di Dio e a tutti i santi e le sante dell’Oriente e dell’Occidente”.

Al termine della celebrazione eucaristica il Prefetto ha tracciato un quadro internazionale, evidenziando alcuni avvenimenti: “Il 4 agosto, sulle nostre televisioni e cellulari è rimbalzato l’eco della terribile esplosione nel porto di Beirut, segnando ulteriormente un Paese già in ginocchio per la crisi sociale, l’immobilismo di una politica aggravato da divisioni interne dei diversi schieramenti, dai ricatti opposti delle potenze regionali, come pure a volte da una testimonianza ecclesiale autenticamente evangelica non sempre all’altezza”.

Riguardo alla Siria, il cardinale ha aggiunto, che “urge iniziare la ricostruzione, ma lo scacchiere internazionale è ancora bloccato, mentre la gente ha fame”.

Per la situazione in Terra Santa, Palestina, Israele e Giordania, il cardinale ha fatto riferimento a due punti particolari: lo stato dell’American University of Madaba, e quello della Bethlehem University. Nel 2020, la Colletta di Terra Santa “ha dimezzato nettamente la propria raccolta, fattore che preoccupa e che nel tempo chiederà di ridimensionare i sussidi ordinari e straordinari e il sistema delle borse di studio”.

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