La Chiesa: le staminali adulte sono una speranza non illusoria

Condividi su...

Nature, una delle più antiche riviste scientifiche esistenti, forse in assoluto quella considerata di maggior prestigio nell’ambito della comunità scientifica internazionale, nei giorni scorsi ha ‘messo sotto accusa’ la Santa Sede per avere organizzato la seconda conferenza internazionale vaticana sulle cellule staminali adulte, dal titolo ‘Medicina rigenerativa: cambiamento fondamentale nella scienza e nella cultura’, tenutasi dall’11 al 13 aprile scorsi, per “aver messo in piedi uno spettacolo senza vergogna, sfruttando la disperazione dei disabili e dei malati terminali e inducendo false speranze di guarigione”.

Niente di più falso, se uno ha la bontà di leggere alcuni interventi degli scienziati convocati nel consesso vaticano. Anzi nel messaggio conclusivo il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, ha così sintetizzato le giornate del convegno: “Con il convegno abbiamo voluto ribadire che la Chiesa, e le religioni in senso lato, non si oppongono ad una ricerca che vada incontro alla sofferenza fisica e spirituale del malato e della sua famiglia. Abbiamo cercato di unire la parola speranza con la parola scienza, perché sarebbe troppo facile limitarsi a lanciare messaggi di speranza, come purtroppo accade molte volte, fondati su elementi magici o ingannatori. Il convegno si è mosso su due registri: da un lato l’aspetto strettamente scientifico, documentato e, se è il caso, anche criticato; dall’altro l’aspetto testimoniale. Le vicende del topgun colpito da forme degenerative o del brillante giornalista affetto da sclerosi multipla mostrano dal vivo come la ricerca scientifica non sia mai distaccata dall’aspetto spirituale, umano, esistenziale. La Chiesa deve essere presente in questa ricerca, comprenderla e accompagnarla”.

 

Aprendo il convegno, mons. Tomasz Trafny, responsabile del dipartimento scientifico del Pontificio Consiglio della Cultura, ha affermato: “Oggi ci sentiamo sollecitati da un desiderio di incidere culturalmente sulla società, indicando i modelli di ricerca di eccellenza che, però, siano in sintonia con i più alti valori morali della tutela della vita e della dignità dell’essere umano sin dal suo concepimento. Tuttavia, siamo consapevoli che non si può incidere sulla società e sulla cultura in modo permanente senza un costante e lungimirante sostegno che arrivi dai leader religiosi, sociali, politici, dalla comunità degli imprenditori e dai benefattori pronti a impegnarsi a sviluppare i progetti di indagine scientifica, bioetica, culturale a lungo termine. Infine, siamo convinti che per poter incidere in modo significativo sulla cultura, bisogna saper superare i pregiudizi e antagonismi, promuovendo la logica del dialogo e della collaborazione a vari livelli. Ecco perché ci sentiamo chiamati a collaborare con i più prestigiosi cattedratici, istituti di ricerca e università del mondo. Crediamo, infatti, che unendo le nostre forze, non solo possiamo sostenere le iniziative di grande valore intrinseco e di grande beneficio per l’umanità, ma possiamo anche influire sul futuro della ricerca, della cultura e della percezione dell’uomo”.

Nel suo intervento la dott.ssa Robin Smith, amministratore delegato della NeoStem e presidente della Stem for Life Foundation, ha ribadito l’importanza delle cellule staminali adulte per curare le innumerevoli malattie e condizioni mediche pericolose: “Mi ricordo di essere stata in questa stanza in occasione del nostro primo evento, e il cardinale Ravasi ha detto che questa collaborazione non serviva solo per ‘dire alla gente che cosa non fare’, ma che si trattava di ‘dire alla gente ciò che essi dovrebbero fare’. Così non esiste una disputa della scienza sulle cellule staminali embrionali, ma piuttosto l’obiettivo è quello di educare l’umanità su cosa si può fare in questo momento con le terapie tramite le cellule staminali adulte e le possibilità per il futuro. E per me è avvincente l’idea che insieme potremo promuovere un messaggio inclusivo e amorevole verso la sofferenza, la guarigione e la speranza… Migliorando i risultati clinici, siamo in grado di salvare centinaia di vite umane.

Non stiamo parlando di semplici medicazioni. Stiamo parlando di curare il cuore con cellule staminali adulte. Re-inserendo queste cellule in un organo danneggiato, significa far tornare indietro le lancette dell’orologio a quando era sano. In soli 17 mesi, abbiamo avuto progressi stupefacenti nella cura della leucemia… La terapia cellulare ha le potenzialità per riscrivere la storia di questa malattia. Le cellule staminali adulte sono qualcosa su cui tutti possiamo essere d’accordo; esse sono eticamente pure. Possiamo afferrare ciò che è dentro di noi e introdurlo in un corpo”.

Oltre alla presentazione da parte di medici e ricercatori di alcuni degli oltre 4.300 trials clinici in corso nel mondo per curare con le staminali adulte Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla, diabete, e per rigenerare tessuti neurologici ed organi danneggiati, tra cui il cuore, al convegno non sono mancati gli accenti toccanti di pazienti in trattamento, o di loro familiari, come quello della corrispondente di Nbc News, Meredith Vieira, che accompagnava il marito, il celebre giornalista Richard M. Cohen colpito da sclerosi multipla: “Qui non sono solo una giornalista in cerca di risposte; sono una moglie in cerca di speranza”.

Perciò la Chiesa è aperta all’utilizzo delle staminali adulte alla luce della loro provata efficacia nell’ambito della medicina rigenerativa e in molte terapie salvavita e perché non sollevano interrogativi etici. Al contrario, non solo non esistono e nemmeno sono in fase di sperimentazione clinica terapie che utilizzano staminali embrionali, perché ingovernabili e spesso causa di tumori, ma in più esse provocano la distruzione di vite umane nel primissimo stadio dello sviluppo.

 

 

Free Webcam Girls
151.11.48.50