I vescovi americani hanno deciso con ampia maggioranza di procedere con la stesura di un documento sul significato dell’Eucaristia nella vita della Chiesa e dei battezzati

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Con la decisione presa ieri dell’Assemblea della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti (USCCB) è stato riaffermato il supremo bene non è un “consenso” fluido ma lo è la salvezza delle anime, principio non negoziabile. È stato confermato, come risultato chiaro alla vigilia della riunione, che un gruppo di 67 vescovi statunitensi (tra cui i vescovi ausiliari dei principali promotori dell’iniziativa) non sono riusciti nel loro tentativo a fermare loro fratelli nell’episcopato di discutere il caso della coerenza eucaristica di alcuni esponenti politici di spicco, quali il Presidente Joe Biden e il Presidente della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi, che si presentano a ricevere la Santa Comunione nonostante la loro posizione pubblica pro-aborto.

Quindi, come era prevedibile alla vigilia, con la stragrande maggioranza dei vescovi, la USCCB procederà secondo i piani con la discussione della “coerenza eucaristica”, tra altri temi connessi con la Santa Eucaristia.

I vescovi statunitensi hanno approvato con ampio maggioranza il piano per redigere un documento per esaminare “Il significato dell’Eucaristia nella vita della Chiesa”, dopo un lungo dibattito durante la loro Assemblea generale di primavera che si è svolta in modo virtuale. La decisione di andare avanti è passata con 168 voti a favore, 55 contrari e 6 astensione, maggioranza del 75%. Nel contempo si apprende che all’improvviso 60 politici democratici cattolici sono preoccupati per le conseguenze spirituali del sostegno all’aborto. E questo è già un progresso.

I risultati della discussione e della votazione, annunciati ieri 18 giugno, giorno conclusivo dell’Assemblea, consentono al Comitato episcopale per la dottrina di redigere il documento e di presentarlo per la discussione quando i vescovi si riuniranno in presenza a novembre.

Per più di due ore il 17 giugno, 43 vescovi hanno condiviso le loro opinioni sulla necessità di tale documento in un momento in cui i cattolici stanno tornando alla regolare partecipazione della Santa Messa, poiché le restrizioni della pandemia si allentano. Nella discussione è stato valutato se il documento dovrebbe anche essere considerato per non essere percepito come una frattura dell’unità di una Chiesa già alle prese con numerose sfide. I vescovi non hanno raggiunto un consenso durante la discussione. Hanno votato elettronicamente subito dopo la seconda giornata di riunione conclusa nel tardo pomeriggio. Come previsto, i risultati dimostrano che i punti di vista variavano tra i vescovi statunitensi.

La maggior parte dei vescovi ha accolto con favore l’idea di rafforzare l’insegnamento sull’Eucaristia, soprattutto considerando che hanno intrapreso un’iniziativa pluriennale di risveglio eucaristico nazionale che fa parte del piano strategico 2021-2024 della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti (USCCB), “Creato di nuovo dal corpo e dal sangue di Cristo: fonte della nostra guarigione e speranza”.

In una presentazione preregistrata, il Vescovo Fort Wayne-South Bend (Indiana), Mons. Kevin C. Rhoades, Presidente del comitato per la dottrina, ha esaminato uno schema del documento, che includerebbe tre parti, sottotitolate: “L’Eucaristia, un mistero da credere”, “L’Eucaristia, un mistero da celebrare” e “L’Eucaristia, un mistero da vivere”.

Come proposto, ogni parte comprende tre temi che verrebbero affrontati, tra cui, rispettivamente, la presenza reale del Corpo e del Sangue di Cristo nella Comunione; unità, bellezza e identità come fonte e culmine di tutta la vita cristiana; e trasformazione morale, coerenza eucaristica e sequela missionaria.

Il Vescovo Rhoades ha detto che il documento non ha mai avuto lo scopo di presentare norme nazionali per la ricezione dell’Eucaristia, ma di servire come strumento di insegnamento per i cattolici sulla ricezione della Santa Comunione come dono pieno di grazia. Ha aggiunto che il documento è stato sviluppato alla luce del declino tra i cattolici della fede nella Presenza Reale del Signore nell’Eucaristia e delle lunghe assenze dalla regolare partecipazione alla Messa, che potrebbero aver portato le persone a dare meno significato all’Eucaristia nelle loro vite. Ha concluso che il Comitato ha inteso di affrontare la “necessità, quindi, di un risveglio unificato e forte per il significato dell’Eucaristia nella vita della Chiesa”.

Durante una conferenza stampa a conclusione dell’incontro ieri, il Vescovo Rhoades ha affermato che il Comitato non aveva intenzione di sviluppare una dichiarazione sull’Eucaristia nonostante il piano strategico della Conferenza Episcopale Statunitense fino a quando l’Arcivescovo metropolita di Los Angeles, Mons. José H. Gomez, Presidente della USCCB, gli ha chiesto di sviluppare un documento sulla “coerenza eucaristica” all’inizio di quest’anno.

Il Vescovo Rhoades ha anche detto ai giornalisti che la lettera del 7 maggio 2021 del Cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, indirizzata all’Arcivescovo Gomez ha influenzato il pensiero del Comitato sulla redazione del documento. Il Cardinal Ladaria nella sua lettera ha esortato i vescovi statunitensi a procedere con cautela nelle loro discussioni sulla formulazione di una politica nazionale “per affrontare la situazione dei cattolici nelle cariche pubbliche che sostengono la legislazione che consente l’aborto, l’eutanasia o altri mali morali”. “Abbiamo eliminato questo (riferimento nazionale) anche se la nostra intenzione non era quella di sviluppare norme nazionali. Il nostro piano non era di andare in quella direzione”, ha detto il Vescovo Rhoades.

La terza parte del documento ha suscitato le più ampie obiezioni da circa una dozzina di vescovi, i quali hanno affermato che il documento sembra individuare un’unica categoria di cattolici: quelli che nella vita politica sostengono la legalizzazione dell’aborto. Il Vescovo di Lubbock (Texas), Mons. Robert M. Coerver ha affermato di essere preoccupato che il documento sia stato sviluppato in tempo per essere utilizzato come bastone politico, dato che le elezioni per il Congresso sono alle porte per il 2022, con una campagna presidenziale due anni dopo. Alcuni vescovi hanno espresso preoccupazione per il fatto che il processo per l’adozione del documento sia apparso “affrettato”. Durante la discussione Il Vescovo Rhoades ha risposto che la tempistica proposta si basava su altri fattori, incluso il desiderio di allinearsi al piano strategico della USCCB.

Alcuni dei vescovi, che hanno espresso preoccupazione per il documento, hanno affermato di poterlo sostenere se la terza sezione fosse abbandonata a favore di un testo che mettesse l’accento sulla teologia cattolica. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei vescovi, che hanno sostenuto la stesura del documento, hanno affermato che non era necessario abbandonare la terza sezione, data l’importanza per tutti i cattolici di discernere come vivono gli insegnamenti, ogni volta prima di ricevere l’Eucaristia. E hanno anche detto che non vedevano la necessità di ritardare il documento.

Con l’approvazione della redazione di una bozza di documento, il Comitato prevede di presentarla alla prossima Assemblea generale dei vescovi a novembre, che si terrà in presenza.

Diversi vescovi, tra cui il Cardinale Wilton D. Gregory di Washington, hanno espresso la preoccupazione che l’adozione di un documento in un momento in cui vi è divisione tra i vescovi possa ulteriormente minacciare l’unità della Conferenza Episcopale e della Chiesa in generale. “Dobbiamo trascorrere del tempo, tempo personale, in una conversazione schietta e diretta insieme per rafforzare l’unità all’interno della nostra Conferenza e con il nostro popolo, prima di intraprendere i prossimi passi su una dichiarazione o un piano d’azione”, ha affermato.

Invece, la stragrande maggioranza dei vescovi statunitensi è convinta che la loro prima preoccupazione non deve essere un “consenso” fluido, ma deve essere il salus animarum, il supremo bene della salvezza delle anime, il principio non negoziabile secondo cui salus animarum suprema lex, che è il fondamento non solo del diritto canonico, ma della vita spirituale di ogni battezzato.

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“Un giudizio severo si compirà
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I potenti saranno potentemente interrogati
con tormento” (Sapienza 6, 5-6).

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