Le omelie feriali del Papa: non solo slogan d’effetto

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Al di là delle frasette ad effetto che piacciono tanto ai giornali, le omelie che Papa Francesco offre ogni mattina a coloro che riescono ad essere presenti la messa della 7.00 seguono una linea guida molto forte e basata su una delle tre figure della Santissima Trinità: lo Spirito Santo. Un tema che non si tratta spesso, a dire il vero, e che il Papa mette sempre al centro delle semplici parole che pronuncia nel suo italiano un po’ particolare che ricorda i nostri avi, l’italiano imparato in casa, quello che ricordavano i suoi nonni italiani, come spesso dice proprio Papa Francesco. Allora proviamo a cercare sotto la parte “pop” la teologia e la ecclesiologia di Bergoglio, gesuita e Papa. Cominciamo dal “confessare” il nome di Gesù, come fa Pietro in diversi episodi degli atti degli Apostoli. Papa Francesco spiega che “Pietro rivela una verità quando dice: “lo abbiamo fatto nel nome di Gesù”” perché egli risponde ispirato dallo Spirito Santo. Infatti noi, ha proseguito, “non possiamo confessare Gesù, non possiamo parlare di Gesù, non possiamo dire qualcosa di Gesù senza lo Spirito Santo”. È proprio lo Spirito Santo che “ci spinge a confessare Gesù o a parlare di Gesù o ad avere fiducia in Gesù”.

Ed è proprio Gesù che ci è accanto “nel cammino della nostra vita, sempre”. Lo Spirito ci permette poi di essere umili. Come lo sono stati Maria e Giuseppe. Tutta la storia della fede, “parla a tutti noi di umiltà” così come la nascita di Gesù che Dio ha voluta “coperta dall’ombra dello Spirito Santo”. Dalla confessione all’ azione poi ancora una volta grazie allo Spirito: “Dove abbiamo l’aiuto per andare per la strada di sentire Gesù? Nello Spirito Santo. Di questi fatti siamo testimoni noi: è lo Spirito Santo che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono”. Dunque, “è proprio lo Spirito Santo dentro di noi che ci dà forza per andare”. Leggendo san Giovanni il Papa ripete: “Nostro Padre ci dà lo Spirito, senza misura, per ascoltare Gesù, sentire Gesù e andare per la strada di Gesù”. Un dono da accettare che ci aiuta nei momenti bui: “Non abbiamo paura delle difficoltà, non abbiamo paura quando il nostro cuore è triste, è buio! Prendiamo le cose come vengono, con lo Spirito del Signore e l’aiuto dello Spirito Santo. E così andiamo avanti, sicuri su una strada giusta.” E così lo Spirito assiste noi come ha fatto con gli Apostoli.

“La vita -dice il Papa- non è sempre tranquilla e bella” ma “gli apostoli, con l’assistenza dello Spirito Santo, hanno reagito bene. Hanno convocato il gruppo dei discepoli e hanno parlato. È il primo passo: quando ci sono difficoltà, bisogna guardarle bene, prenderle e parlarne. Mai nasconderle. La vita è così. La vita bisogna prenderla come viene, non come noi vogliamo che venga”. Certo si deve essere docili allo Spirito per avere il suo aiuto. “Anche nella nostra vita personale, nella vita privata- dice Francesco- lo Spirito ci spinge a prendere una strada più evangelica, e noi: “Ma no, va così, Signore…””e allora occorre non opporre resistenza allo Spirito Santo, perché “è lo Spirito che ci fa liberi, con quella libertà di Gesù, con quella libertà dei figli di Dio! Non opporre resistenza allo Spirito Santo: è questa la grazia che io vorrei che tutti noi chiedessimo al Signore; la docilità allo Spirito Santo, a quello Spirito che viene da noi e ci fa andare avanti nella strada della santità, quella santità tanto bella della Chiesa. La grazia della docilità allo Spirito Santo”. Eppure spesso “lo Spirito Santo ci dà fastidio. Perché ci muove, ci fa camminare, spinge la Chiesa ad andare avanti” invece “vogliamo che lo Spirito Santo si assopisca. Vogliamo addomesticare lo Spirito Santo. E questo non va. Perché lui è Dio e lui è quel vento che va e viene, e tu non sai da dove. È la forza di Dio; è quello che ci da la consolazione e la forza per andare avanti.”

E quando si tratta di capire come è la nostra fede, in cosa crediamo davvero ecco ancora il ruolo dello Spirito: “Noi crediamo in Dio che è Padre, che è Figlio, che è Spirito Santo. Noi crediamo in persone, e quando parliamo con Dio parliamo con persone: o parlo con il Padre, o parlo con il Figlio, o parlo con lo Spirito Santo. E questa è la fede.” Fede che deve trasformasi in preghiera “per la Chiesa, perché continui a crescere, a consolidarsi, a camminare nel timore di Dio e con il conforto dello Spirito Santo. Che il Signore ci liberi dalla tentazione di quel “buon senso”; dalla tentazione di mormorare contro Gesù, perché è troppo esigente; e dalla tentazione dello scandalo.” Lo scandalo che crea Gesù quando dice cose che non ci piacciono, e così prendiamo solo quello che ci fa comodo. il cristiano che agisce così non si consolida nella Chiesa, non cammina alla presenza di Dio, non ha il conforto dello Spirito Santo, non fa crescere la Chiesa. “Sono cristiani soltanto di buon senso: prendono le distanze. Cristiani, per così dire, satelliti, che hanno una piccola Chiesa, a propria misura. Per dirlo con le parole proprie di Gesù nell’Apocalisse, cristiani tiepidi.” Ecco allora che: “Nel timore del Signore e con il conforto dello Spirito Santo” la Chiesa si muove e respira “camminando nel timore del Signore e con il conforto dello Spirito Santo”.

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