Mons. Fisichella: la Giornata dei Poveri provoca i credenti a scoprire Gesù
‘I poveri li avete sempre con voi’, tratto dal vangelo di Marco è il tema scelto da papa Francesco per la V Giornata Mondiale dei Poveri che si celebra la XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, il prossimo 14 novembre: “Gesù pronunciò queste parole nel contesto di un pranzo, a Betania, nella casa di un certo Simone detto ‘il lebbroso’, alcuni giorni prima della Pasqua. Come racconta l’evangelista, una donna era entrata con un vaso di alabastro pieno di profumo molto prezioso e l’aveva versato sul capo di Gesù. Quel gesto suscitò grande stupore e diede adito a due diverse interpretazioni”.
Presentando il documento mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, ha sottolineato la ‘provocazione’ papale: “Papa Francesco proponendo questa espressione nella V Giornata Mondiale dei Poveri provoca i credenti a tenere fisso lo sguardo su Gesù per scoprire che in lui e nelle sue parole si ritrova non solo il vero senso della povertà, ma soprattutto la capacità di riconoscere i poveri.
E’ una visione fortemente cristologica quella che si condensa in questo Messaggio il quale analizza come sempre alcune tematiche di attualità, perché la Chiesa intera si prepari a vivere l’evento della Giornata Mondiale con la consapevolezza propria di chi sa che qui si raccoglie uno dei contenuti centrali del Vangelo”.
Nel messaggio il papa porta l’esempio di p. Damiano, canonizzato da papa Benedetto XVI: “In questo periodo segnato dalla grave forma pandemica, Papa Francesco porta l’esempio di padre Damiano (1840-1889), il sacerdote belga canonizzato da Benedetto XVI l’11 ottobre 2009, che spinto da grande entusiasmo missionario si fece apostolo tra gli infettati di lebbra. Con loro condivise tutto, incurante delle conseguenze.
Nella ‘colonia di morte’, come veniva chiamata l’isola dispersa di Molokai diventata di fatto un enorme lebbrosario tagliata fuori dal mondo, questo giovane evangelizzatore portò la gioia e la speranza. La sua non fu l’opera improvvisata di un irresponsabile amante del rischio; al contrario, evidenziò la scelta consapevole di un credente che aveva compreso il significato del Vangelo.
Papa Francesco ripropone la testimonianza di questo santo a conferma di tanti uomini e donne, compresi centinaia di sacerdoti, che in questo dramma del Covid hanno saputo rendersi partecipi totalmente nella sofferenza dei milioni di persone infettate”.
Mons. Fisichella inoltre ha sottolineato l’attenzione del papa alla condizione della donna: “Davanti ai fatti quotidiani di violenza nei confronti delle donne, non si può sottacere la condanna per questa barbarie che rende il mondo delle donne un teatro di autentica povertà.
In maniera ancora più incomprensibile per una cultura che ha raggiunto le forme più mature dell’uguaglianza, si è obbligati a costatare espressioni di disuguaglianza e mancanza di dignità che feriscono oltre le povere vittime, l’intera società spesso troppo inerme e afona quasi fosse rassegnata nel rinunciare alle conquiste ottenute faticosamente nel corso dei decenni.
Non sarà inutile, quindi, soffermarsi a riflettere su quanto Papa Francesco scrive a commento della scena evangelica da cui ha desunto il motto della Giornata Mondiale”.
Il messaggio quindi non è retorico, come è sottolineato nel quinto paragrafo: “Il Messaggio pone in primo piano la ricerca delle cause della povertà, per individuare poi le iniziative necessarie per approdare a una possibile soluzione…
Insomma, sostiene il Papa, oltre a dover subire la povertà, i poveri devono anche farsi carico di esserne i responsabili! Pretesa assurda, generata da una prepotente alterigia di individui protesi solo al raggiungimento di una sfrenata ricchezza senza alcun principio etico e sociale”.
Per questo la proposta del papa, esposta al sesto punto, è concreta: “La soluzione, insomma, è molto più semplice di quanto ci si possa aspettare. Il Papa ribadisce la sua idea di fondo: la cultura dell’incontro come forma privilegiata per guardare al futuro in maniera efficace e carica di speranza costruttiva”.
Ed anche quest’anno la Giornata sarà accompagnata da alcune iniziative: “Una goccia d’acqua nell’oceano della povertà, ma pur sempre una testimonianza di vicinanza che almeno in questi giorni diventerà più tangibile per dare sostegno concreto a chi ha più bisogno. Come si ricorderà, lo scorso anno furono distribuiti 5.000 pacchi per le famiglie delle Parrocchie di Roma più disagiate e 350.000 mascherine per le scuole della periferia romana.
Nei prossimi mesi si metterà a fuoco un’ulteriore strategia per verificare in che modo la Giornata Mondiale possa farsi carico di nuove iniziative che ancora una volta possano manifestare la grande solidarietà che questa circostanza richiede e che coinvolge tante persone desiderose di essere presenti e operative”.
Il papa chiude il messaggio con le parole di don Primo Mazzolari, pubblicate su ‘Adesso’ il 15 aprile 1949: “Vorrei pregarvi di non chiedermi se ci sono dei poveri, chi sono e quanti sono, perché temo che simili domande rappresentino una distrazione o il pretesto per scantonare da una precisa indicazione della coscienza e del cuore… Io non li ho mai contati i poveri, perché non si possono contare: i poveri si abbracciano, non si contano”.