“Non sempre anticipare è la via migliore per comunicare”: Padre Lombardi comunicatore dell’anno per Allianz

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“Ho tentato di far capire ai giornalisti che non sempre anticipare è la via migliore per fare comunicazione, e se cerchi di arrivare prima a volte commetti un errore, anche un grande errore”.  Padre Federico Lombardi lo sottolinea ricevendo il premio dell’assicurazione Allianz come comunicatore dell’anno, perché – dice la motivazione – è stato “capace di affrontare la complessità con ironia, mai con superficialità”. Con gli assicuratori ha ripercorso gli stili comunicativi di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, tutti diversi tra loro, tutti portatori di impegno per i comunicatori.

Ed ora – dice – è il momento di “ricalibrare” la comunicazione vaticana, di adeguarla allo stile di Papa Francesco. Il quale, sottolinea padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha uno stile comunicativo “nuovo e immediato, prende il telefono e chiama”, e questo “non arriva a me attraverso la struttura”. Questo è “molto bello, ha un senso di novità, creatività e spontaneità, ma certo devo imparare come trovare la via migliore e percorrerla, è molto positivo, ma dobbiamo resettare il nostro modo di lavorare, e di fare questo servizio”.

Poco dopo la fumata bianca del 13 marzo, padre Federico Lombardi riceve una telefonata da una “giornalista di una agenzia italiana”. Gli fa il nome di un cardinale che sarebbe stato eletto, gli chiede di confermare la notizia. Padre Lombardi risponde: “Per favore, aspetta e ascolta cosa sarà annunciato”. E – chiosa il direttore della Sala Stampa Vaticana “questo è stato buono, perché il nome su cui lei diceva di avere un’informazione era completamente sbagliato”. Agli assicuratori ha raccontato un po’ come si è regolato nel gestire la comunicazione durante il conclave. Ma soprattutto, ha sottolineato come sia necessario cambiare prospettiva. “Ho tentato – ha sottolineato padre Lombardi – di far capire ai giornalisti che non sempre anticipare e’ la via migliore per fare comunicazione, e se cerchi di arrivare prima a volte commetti un errore, anche un grande errore”.

L’episodio della giornalista beninformata serve, a padre Lombardi, per sottolineare le “difficoltà di fare un’informazione seria in un mondo come quello di oggi dove la velocità delle news supera lo svolgimento stesso dei fatti”.

La Sala Stampa della Santa Sede si è adeguata, ha sviluppato “un certo monitoraggio di internet e dei social media”. Ma di certo si perde qualcosa.

Per esempio, c’era chi aveva chiesto a padre Lombardi di inviare uno sms con il nome del nuovo Papa. “Io l’ho invitato – dice il direttore della Sala Stampa – a vivere la suspense con il popolo di Dio che aspetta di sentire il nome dal protodiacono: la gente ha bisogno di questa esperienza e se gliela togli non fai un buon servizio”.

Ed è proprio nello spirito del servizio che padre Lombardi ha gestito la comunicazione, rispondendo “ a tutte le domande, alcune non così specificamente profonde, ma molto importanti per una larga comunità di persone venute qui senza una grande competenza”.

Certo, la comunicazione vaticana in tempi di pre-conclave e conclave è difficile. Per esempio, padre Lombardi poteva, sì, assistere, alle riunioni dei cardinali prima del conclave, ma non poteva riferirne i contenuti. ”C’è una certa differenza  tra ciò che potevamo realmente dire sulle discussioni dei cardinali, e le aspettative, ma abbiamo avuto successo nella comunicazione semplice, e nell’aiutare i giornalisti”.

Ed ancora più difficile è stato raccontare il conclave, sul quale “non c’è comunicazione diretta, io non c’ero”.

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