Non si vede l’ombra di processi vaticani dati per “imminenti” e non pare che le indagini nel caso Becciu “si stanno per chiudere”. Tutto fermo “al giro di boa”?

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Mentre della celebrazione dei processi dati già più volte per “imminenti” nello Stato della Città del Vaticano non si vede l’ombra e ancora il 2 marzo 2021 il falsario lanciatore di coriandoli dalle pagine del settimanale Gedi annunciava perentoriamente, che “si stanno per chiudere le indagini sul Cardinale Angelo Becciu” e il 25 maggio 2021 che erano “al giro di boa”, continuano ad uscire con il contagocce notizie, che rivelano il contrario. L’ultima in ordine di tempo è costituita da carte giudiziarie coperte dal segreto istruttorio, fatta trapelare attraverso l’Adnkronos, in riferimento a delle perquisizioni che sarebbero state disposte il 3 giugno scorso, su richiesta del Promotore di Giustizia vaticano dal Pm del Tribunale di Roma, presso la Cooperativa Spes amministrata da un fratello del Card. Becciu, e presso la Diocesi e la Caritas diocesana di Ozieri.

“Perché questa perquisizione (in cui troveranno gli stessi documenti già inoltrati in precedenza) proprio ora? Non sarà che i magistrati non dispongono di elementi di prova e che le tesi accusatorie, una dopo l’altra, sono andate tutte sbriciolandosi, per cui il Cardinale Becciu risulterà – come avevamo intuito 8 mesi fa – la vittima designata di una colossale montatura?” (Andrea Paganini).

“Atto che si poteva evitare”
Nota dell’Avvocato Ivano Iai


In relazione alle operazioni di acquisizione documentale eseguite l’8 giugno 2021 dalla Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano in Ozieri, si ritiene doveroso precisare quanto segue nell’interesse della Diocesi e del Vescovo, Mons. Corrado Melis.
La corretta organizzazione amministrativa e la puntuale tenuta della contabilità della Diocesi costituiscono garanzia di gestione regolare e trasparente nel contesto delle attività spirituali e solidali della Diocesi di Ozieri, che si avvale della collaborazione di qualificati enti morali per il raggiungimento degli scopi di carità, sostegno agli ultimi e solidarietà.
Rattrista, perciò, che potendosi procedere a immediate acquisizioni documentali cui, anche in ragione della provenienza della richiesta da Organo superiore della Santa Sede e della disponibilità offerta sin dal 24 settembre 2020, la Diocesi avrebbe puntualmente e immediatamente dato seguito già nove mesi addietro, sia stata scelta una strada inutilmente dolorosa, peraltro pubblicamente divulgata nonostante gli atti di indagine svolti fossero coperti da inviolabile segreto investigativo.
Si confida, in ogni caso, che la ricostruzione mediatica della vicenda nel suo complesso non si sostituisca alla verità storica e ancor meno affievolisca la fiducia della comunità cristiana verso la Chiesa locale. Il Vescovo Melis manifesta il più profondo rispetto verso le Autorità procedenti confidando che una vicenda così dolorosa si concluda al più presto con l’accertamento della correttezza di tutti i soggetti coinvolti.

Comunque, ben vengano queste perquisizioni eseguite l’8 giugno 2021, a seguito di una rogatoria dell’ottobre 2020, perché – come ha osservato ieri in un Comunicato Stampa l’Avv. Fabio Viglione nell’interesse di Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu, “in relazione a quanto riportato da alcuni organi d’informazione circa attività espletate presso la cooperativa Spes e la Diocesi di Ozieri” – “ogni verifica documentale, a qualunque latitudine, attesa da tempo, non potrà che ulteriormente confermare l’assoluta correttezza delle condotte di Sua Eminenza il Cardinale Becciu, della Diocesi di Ozieri e della cooperativa sociale Spes, il cui operato è immune da censure di ogni ordine e grado e perfettamente rispondente a prerogative e finalità istituzionali”.

Con l’occasione, per l’ennesima volta viene dato a sapere attraverso un organo di stampa, che il Card. Becciu sarebbe “indagato”, mentre al diretto interessato non è giunta alcuna notifica formale. Qui siamo al metodo degli avvisi di garanzia per mezzo stampa, con l’ordinanza passata ai cronisti di giudiziaria. Accusa, processo, sentenza e condanna in mano loro.

Come abbiamo ancora ribadito ieri [QUI] (e mi sia permesso di osservare che le coincidenze sono troppo ricorrenti, per non pensare a notizie fatte trapelare ad arte a determinate organi di stampa, in concomitanza con informazioni avverse al sistema giudiziario vaticano, questa volte in riferimento alle censure contenute nel quinto rapporto MONEYVAL pubblicato – guarda caso – anche ieri… e così si capisce il movente per questa improvvisa richiesta di perquisizione ad Ozieri, dopo tutti questi mesi di inattività), continuiamo ad attendere, con vivo interesse… e curiosità:

1. L’imminente processo a seguito della denuncia per diffamazione del Cardinale Angelo Becciu contro L’Espresso, il suo direttore e il falsario lanciatore di coriandoli, con richiesta di risarcimento milionaria.
2. L’inizio del processo 60A presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano.
3. Un comunicato attraverso la Sala Stampa della Santa Sede delle parti in causa: dell’Ufficio dei Promotori di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano e della Segreteria di Stato di Sua Santità.
4. La notizia della piena riabilitazione da parte di Papa Francesco del Cardinale Angelo Becciu, villipeso [QUI].

Solo il Papa regnante, affidandosi alla Madonna che scoglie i nodi, può risolvere “il giro di boa”.

Vaticano, perquisizioni a cooperativa Spes fratello cardinale Becciu, Diocesi e Caritas Ozieri
Adnkronos, 9 giugno 2021


In seguito alla richiesta di assistenza giudiziaria giunta dal Promotore di Giustizia del Vaticano, il Pm del tribunale di Roma Maria Teresa Gerace ha disposto perquisizioni in Sardegna presso le sedi legali, amministrative ed operative della Spes, cooperativa sociale legalmente rappresentata da Antonino Becciu, fratello del Cardinale Giovanni Angelo Becciu. Su quest’ultimo pende un procedimento penale vaticano “per più ipotesi di peculato, commesse in qualità di pubblico ufficiale vaticano, attraverso il trasferimento di fondi pubblici vaticani alla cooperativa sociale a responsabilità limitata Spes”. Perquisizioni sono state disposte anche presso la Diocesi e la Caritas diocesana di Ozieri (SS).
A giudizio del Pm di Roma, “letta l’informativa depositata in data 3.6.2021 dal Gicef del Nucleo Pef di Roma della Guardia di Finanza”, dalla quale “effettivamente risulta la sussistenza di rapporti economici tra tali soggetti, oltre ad una segnalazione di operazioni sospette relativa ai citati passaggi di denaro”, è necessario “acquisire — come richiesto per rogatoria — tutta la documentazione contabile e fiscale relativa ai rapporti economici intervenuti nel periodo di interesse tra la cooperativa sociale a responsabilità limitata Spes e la Diocesi di Ozieri, essendo l’esame di tale documentazione indispensabile per la dimostrazione della sussistenza delle ipotesi di distrazione di fondi pubblici per le quali Becciu è attualmente indagato”.

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Postilla

Per quanto riguarda la donazione di Ozieri, il Card. Becciu già in passato più volte ha negato qualsiasi illecito, osservando che si trattava di una donazione legittima per l’ente di beneficenza, secondo le prassi, non per suo fratello. Anche il Vescovo di Ozieri, Mons. Corrado Melis, a suo tempo ha dichiarato che la donazione della Santa Sede era stata ricevuta sul conto bancario diocesano, ma non era mai stata spesa o inoltrata alla Spes, in attesa di ulteriori finanziamenti per un progetto edilizio proposto della Spes. Resta la curiosità (e un motivo plausibile abbiamo formulato sopra) perché queste perquisizioni sono state disposte solo otto mesi dopo la cacciata del Card. Becciu, motivata da Papa Francesco per un’indagine giudiziaria sulla donazione alla Spes attraverso la Diocesi di Ozieri, se il Promotore di Giustizia vaticano considera la documentazione contabile “indispensabile per suffragare l’ipotesi di sottrazione di fondi pubblici per cui Becciu è indagato”, come si apprende da Adnkronos.

Resta il fatto che fino ad oggi il Card. Becciu non è stato incriminato e il “caso Becciu” (diventato il “caso l’Espresso”) è solo uno dei tanti casi che hanno fatto emergere l’operato discutibile dell’Ufficio del Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano. Come abbiamo già osservato, mercoledì scorso l’operato dei pubblici ministeri sono stati criticati nel quinto rapporto MONEYVAL, come abbiamo riferito ieri [QUI].

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