Il significato canonico del gruppo degli otto cardinali

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Che significato ha la scelta di Papa Francesco di nominare otto cardinali consiglieri (più un vescovo segretario) per studiare una riforma della Pastor Bonus e coadiuvarlo nel governo della Chiesa universale? Alcuni l’hanno descritto come una “delega” del potere per un Papa che vuole prima di tutto essere parroco e portare la Chiesa nelle periferie. Altri l’hanno vista come una scelta di collegialità, sebbene gli otto cardinali siano stati scelti personalmente dal Papa e al Papa fanno riferimenti. Secondo Paolo Gherri, professore straordinario di teologia del Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense, “è prematura delineare in che modo la commissione degli otto cardinali reagirà”.

Gherri sottolinea che nel nominare la commissione, Papa Francesco ha deciso di fatto di scegliere il suo governo. Ci sono dei dati che saltano agli occhi. Il primo è che nessuno degli otto cardinali scelti da Papa Francesco è un cardinale di Curia: sono tutti arcivescovi, e provenienti da città periferiche. Unico italiano è Giuseppe Bertello, che ha una vasta esperienza diplomatica, e lavora, sì, in Vaticano, ma è presidente del Governatorato, con un incarico “amministrativo” più che di macchina curiale. Altro dato che salta agli occhi, l’assenza di canonisti, che sembrerebbe indispensabile per strutturare una riforma della Pastor Bonus, la costituzione pastorale che regolamenta struttura e compiti degli uffici della Curia romana.

Ma tutto questo è ininfluente, spiega Gherri. “Gli otto cardinali – spiega il canonista in una intervista alla Catholic News Agency – hanno il compito, da quello che si può capire, di determinare la linea politico istituzionale”. E, dopo quello, ci sarà probabilmente “un numero di esperti, di tecnici che andranno a determinare il modo in cui le proposte siano attuate”. Ad ogni modo, il Papa – spiega Gherri – ha dalla sua “una possibilità giuridica infinita per mettere in atto la riforma della Curia. Può fare un semplice motu proprio di quattro righe in cui abolisce di fatto la Curia romana nella modalità attuale o può riscrivere l’intera geografia degli uffici con una ben più articolata costituzione pastorale apostolica”.

Nello scegliere le persone, sottolinea poi Gherri, è “evidente che Papa Francesco ha scelto le persone che hanno il suo stesso tipo di approccio”, e ha scelto di “istituzionalizzarle” e di rendere noto che “c’è una sorta di think tank che ragiona sui nuovi indirizzi della politica ecclesiastica”.

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