Una vita fatta non di coincidenze ma di “Dioincidenze”

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Mons. Luigi Ginami dal 1° luglio 2021 lascia il suo incarico presso l’Ufficio Informazioni e Documentazione della Segreteria di Stato, per vivere il suo sacerdozio ancora più dedicato alla solidarietà. Rientra nella sua Diocesi di Bergamo per un bellissimo nuovo incarico e per seguire con ancor più passione, dedicandosi a tempo pieno nel prossimo futuro alla Fondazione Santina, da lui creata e presieduta, e all’Associazione Amici di Santina Zucchinelli, intitolate alla sua mamma. Mons. Ginami lascia il servizio alla Santa Sede “con il cuore pieno di gioia”.

Lo ha annunciato con un breve messaggio WhatsApp: «Sono felicissimo e senza il minimo rimpianto per il servizio che termino. Sono riconoscente a Dio per la Carità che ho potuto svolgere durante questi anni ed il mio lungo servizio». È felice di ciò che ha potuto dare e di ciò che ha ricevuto: «Ho vissuto questi 25 anni presso l’ufficio informazioni della Santa Sede in pienezza e con entusiasmo. Ho avuto il privilegio di affacciarmi a una grande finestra sul mondo, essere a stretto contatto con la stampa, conoscere tanti giornalisti italiani e stranieri, con molti dei quali è nata una bella amicizia». Ai vaticanisti suoi amici, Don Gigi (come preferisce di essere chiamato) ha spiegato a voce, dando testimonianza che un prete non deve mai essere attaccato alla poltrona: «Vorrei far sapere quanto sono felice di questa opportunità di cambiamento, che mi farà essere più disponibile per i poveri. Sono loro l’eredità che mi ha lasciato Santina». Alcuni di questi giornalisti sono stati anche coinvolti nei suoi instant book solidali della collana #VoltiDiSperanza (Edizioni Messaggero Padova), che Don Gigi realizza come resoconti puntuali, in presa diretta, dei suoi viaggi di solidarietà in giro per il mondo e per l’Italia, che sono diventati anche preziosi strumenti di catechesi nelle parrocchie.

Ricordiamo Dove i cristiani muoiono e Grecia e le altre (scritto con la vaticanista messicana di Televisa Valentina Alazraki) pubblicati da Edizioni San Paolo. Pensiamo al libretto Nicola (scritto con il vaticanista di Rai Tg2 Enzo Romeo) pubblicato da Edizioni Messaggero Padova[Calabria. “Tanto si ammazzano tra di loro”. Convivere o denunciare, il punto del non ritorno – 23 gennaio 2021]. Il prossimo libretto, il primo dopo il 3 maggio 2021, sarà Ashur, riguarda un amico iracheno della Fondazione Santina. Dunque la collana #VoltiDiSperanza, non si fermerà, anzi sarà ancora di più effervescente.

Sulla notizia di questo suo ritorno nella città alla quale è sempre rimasto legato, un rapporto che ha vissuto in modo più profondo e sofferto a causa della pandemia, che ha travolto Bergamo in modo tragico, Mons. Ginami ha parlato nella Newsletter mensile della Fondazione Santina: «Naturalmente potete immaginare che questo cambio è un avvenimento importante della mia vita, che non si può improvvisare in 5 minuti! Bene, questo radicale cambio è stato preceduto, accompagnato e seguito proprio dalla Carità che Fondazione Santina e la nostra Associazione opera. Questo ha dell’incredibile! Davvero, direbbe Valentina Alazraki, che mi è tanto vicina: è una Diosincidencia non una coincidenza!

«Sapete l’ultima cosa che ho fatto in Segreteria di Stato prima del 3 maggio 2021 alle ore 12? Non una importante pratica di ufficio, non un Bollettino alle Nunziature Pontificie: nulla di tutto questo, ma l’ultima cosa che ha fatto Fondazione Santina insieme e grazie alla mia Diocesi di Bergamo è stato trovare un appartamento per due persone in situazione di precarietà immigrati. Sono così orgoglioso e felice di questo che neppure immagiate: una gioia profonda, grande che nessuno mi potrà togliere, ricordare per sempre l’ultimo gesto fatto con voi e con Fondazione Santina. Proprio qui a Bergamo fino a venerdì sera 30 aprile 2021 abbiamo impiegato tempo per queste due persone: trovato appartamento, un simbolico affitto da pagare mensilmente, Franca Fontana ha pensato a trovare piatti, stoviglie, posate, coperte, cuscini… la Dottoressa Silvana Bonzanni con me è venuta a vedere l’appartamento ha incontrato più volte i nostri due amici e a nome di Fondazione Santina ha dato a loro un piccolo contributo simbolico.

«Non è meraviglioso tutto ciò? E tutto ciò grazie a voi, alla vostra bontà e generosità! L’ultimo gesto svolto come Officiale della Segreteria di Stato un gesto di carità, ma notate bene: non mio! Ma tutto nostro, questo è stupendo. La Carità non si fa da soli, ma la Carità si fa sempre insieme: ognuno mette un po’ ed insieme si ricava tanto, ma tanto davvero come una cifra di Euro 1.600.000 di questi anni, Santina è morta con 20 euro in tasca ed oggi guardate il capitale che ha fatto fruttare.

«Se questo è l’ultimo gesto compiuto in Segreteria di Stato prima del 3 maggio 2021 alle ore 12, lo stupore continua nel dirvi che il primo nuovo gesto che insieme vivremo è un viaggio di solidarietà: si tratta del 46° Viaggio solidale e le date sono 21 giugno – 9 luglio 2021, sarà in Perù con un programma ricchissimo! Partiamo dalla data. Il 21 giugno prossimo sono trentacinque anni che sono sacerdote, bene proprio in quella data la partenza: un’altra Diosincidencia non una coincidenza! Ed in Perù vado per Fondazione Santina ma ad inaugurare una parte del seminario di Puerto Maldonado nella Amazzonia peruviana, realizzata con la Caritas di Bergamo:

«Diosincidencia o coincidenza? Io penso che sia meraviglioso concludere venticinque anni di servizio con la Carità, ma ancora più bello ed entusiasmante iniziare un’altra parte di vita con un gesto di Carità! E forse in questo mia madre Santina mi è più vicina ora di quando era in vita: strepitoso.

«Il viaggio poi proseguirà con l’intento di 10 nuove adozioni a distanza, l’incontro con bambini violentati nella struttura protetta del SOS di Juliaca, dormirò a casa di Maritza, una donna che ha perso un occhio a furia di botte del compagno e con tre figli da tre uomini diversi, infine la visita al carcere di castigo di Challapalca, dove a 5.100 metri abbiamo realizzato un capo sportivo inaugurato il giorno di Natale 2016. Il grande Dottor Berbenni ha tirato anche un calcio di rigore!

«Significativo di questo viaggio non è solo la destinazione, ma forse ancora più simpatica la partenza: Milano Linate e non Roma Fiumicino, e un’altra Diosincidencia? Il biglietto aereo di 655 euro già offerto dal mitico Gianfranco! Penso davvero che vi siano tanti e tanti motivi di commozione profonda e di ringraziamento a Dio. Come potete capire sono felice, sto scrivendo qui nella mia casetta di Via Arena 5 a Bergamo dove vi aspetto per un buon caffè.

«E… non dimenticate anche il prossimo libretto, il primo dopo il 3 maggio 2021, che si intitola Ashur e riguarda il nostro amico iracheno. Dunque la collana #VoltiDiSperanza, non si ferma anzi sarà ancora di più effervescente. Pensate che il libretto Nicola da solo ha venduto attraverso Silvana ben 4.000 copie.

«Vado verso la conclusione ringraziando dei nomi e dei volti. In questo passaggio Emanuele subito mi è stato vicino, ma poi Silvana con i suoi pranzi e cene davvero una sorella, che dire di Annalisa dove vado a cena questa sera, Silvia poi è diventata insostituibile nel gestire tutte le novità, ma Gianfranco e Paolo, Franca, Massimiliano, Roberto, Brunella e Maurizio e Luigi Pacini: Tutti ad abbracciarmi pieni di felicità e a condividere con me questa nuova avventura: la forza di questi lunghi anni di ufficio è stata quella di costruire una comunità solidale che insieme all’unisono ha saputo affrontare sfide nuove e grandi. A tutti loro va il mio abbraccio forte e la richiesta di preghiera, perché sapete che il segreto della nostra Associazione è quella di pregare insieme e durante la pandemia i nostri rosari zoom con più di ottanta persone da Messico, Perù, Brasile, Russia, Vietnam e Kenya sono davvero una grande prova che la Carità vera ha le radici nella preghiera.

«Dulcis in fundo devo ringraziare i miei amici preti e per preti significa preti veri, non è importante se uno è il Cardinale Angelo Comastri, importante che lui è stato il mio confessore, non è importante se è un Arcivescovo come Gianni d’Aniello, Nunzio a Mosca, oppure l’Arcivescovo Leopoldo Girelli, Nunzio in Vietnam, e poi altri preti veri: Don Dario, Don Davide, Don Lino, Don Vittorio, Don Mario, e il mitico Vescovo Francesco! Dio sulla mia strada non mi ha messo mai amici che mi aiutassero a fare strada, ma a diventare santo e tra questi non posso dimenticare il Cardinale vietnamita Văn Thuận, oppure Padre Carlo Maria Martini, e Santina diceva: “Don Gigi: tutti dobbiamo diventare Santi non importanti!” E spero che sia sempre il merito e non il successo a guidare la strada che intraprendo perché martini mi diceva che il Vangelo ha sempre merito, non sempre successo: spero che la mia vita sia secondo il Vangelo!».

Ho iniziato questo articoli dando le parole al diretto interessato, perché da solo potrebbero bastare per capire con che “tipo” di sacerdote abbiamo a che fare. A lui dedico oggi un po’ del mio tempo, non solo per la sua opera di Carità, ma anche perché ho saputo della sua esistenza a causa del suo incarico in Segreteria di Stato. Mons. Ginami era arrivato a Roma con il Cardinale Carlo Maria Martini, che aveva conosciuto ancora studente, per il Conclave in cui fu eletto Papa Benedetto XVI: “Don Gigi, te la sentiresti di venire in Conclave con me?”: «Era il 24 marzo 2004. Avevo deciso di svolgere gli esercizi spirituali a Gerusalemme col Cardinale Martini. Si parlava del Papa malato, invaso dal Parkinson. È stato allora che il Cardinale mi ha chiesto se me la sentivo di fargli da Segretario a Roma, in vista di un Conclave che appariva ormai certo. Sono rimasto folgorato. Sono corso a pregare al Santo Sepolcro e al ritorno ho dato la mia disponibilità. L’anno dopo abbiamo fatto Pasqua insieme. (…) Arrivati a Roma ci hanno informato che Giovanni Paolo II si era aggravato. Il 2 aprile è morto. (…) Ho accompagnato il Cardinale fino alla soglia e l’ho atteso all’uscita. Prima che entrasse ci siamo scambiati un abbraccio. All’uscita era molto sorridente».

In Segreteria di Stato Don Gigi aveva un incarico di grande responsabilità, “dietro le quinte”, compilando quotidianamente la Rassegna Stampa Internazionale, per il Papa, per le Nunziature Apostoliche e per i Dicasteri della Santa Sede (ne sono stato un utente anch’io). Svolgeva il suo servizio proprio nell’ambito della comunicazione strategica della Segreteria di Stato, ovvero nell’Ufficio Informazione e Documentazione della Segreteria di Stato (un Ufficio che nel tempo ha sfornato Nunzi Apostolici e Cardinali), cioè. che era l’interfaccio quotidiano tra la Segreteria di Stata e la Sala Stampa della Santa Sede (e prima della sciagurata “riforma dei media” anche con tutti gli altri organismi di comunicazione della Santa Sede). In questi tempi, mentre diventa sempre più chiaro lo stato comatosa in cui si trova la comunicazione istituzionale della Santa Sede (e non per colpo di chi ci lavora dentro, dando anima e corpo), va bene ricordare il servizio di “umili servitori nella Vigna del Signore” come Mons. Luigi Ginami, Don Gigi per tutti. Dal grande Joaquín Navarro-Valls ad oggi troppe cose sono (state) cambiate (e ribadisco la mia riconoscenza per l’amico e collega Alessandro Gisotti, che durante il suo breve servizio di Direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede ha compiuti diversi gesti, per riconoscere, documentare e ricordare quanto è stato compiuto nei tempi ormai passati.

Ma con questo articolo non intende parlare di Mons. Ginami come funzionario della Segreteria di Stato (sui cui si sarebbe tanto da dire, di cui non parla mai, secondo la consolidata prassi curiale), ma delle sue opere di Carità, attraverso la Fondazione Santina e l’Associazione, da lui ideati e fondati, che manda avanti con tante persone di buona volontà. In questi tempi in cui siamo obbligati a raccontare gli scandali, ben venga di avere l’occasione di parlare di opere di bene compiute da sacerdoti e fedeli della Chiesa Cattolica Romana. La Fondazione Santina è impegnata in progetti solidali – adozioni a distanza, aiuti concreti a famiglie e comunità, sostegno alle parrocchie locali – in vari Paesi del mondo – dal Brasile al Kenya fino al Vietnam – e anche in Italia (da Bergamo alla Calabria). Mons. Ginami ha sempre raggiunto le periferie del mondo, calandosi nelle realtà segnate da fame, povertà, disperazione con straordinaria umanità ed empatia. Non penso che sbaglia, chi vede l’essenza della sua vocazione sacerdotale nell’impegno anima e corpo per la solidarietà, pensando alla parabola del Buon Samaritano (Lc 10, 25-37).

Don Gigi lascia la Segreteria di Stato per dedicarsi ai disperati in nome di Mamma Santina, ha annunciato il Direttore Franco Bechis su Il Tempo del 18 maggio 2021: «Quando l’ho conosciuto era un monsignorino sempre sorridente e apparentemente fuori dal mondo, non privo di qualche ingenuità e stupore per quel che accadeva nel mondo. Ci sono persone dalla vita che ti sorprende, e raramente qualcuno mi ha sorpreso più di un sacerdote che conobbi assai giovane quando per la prima volta arrivai a dirigere il Tempo, nel lontano 2002. Don Luigi Ginami, un bergamasco incantato dal cardinale Carlo Maria Martini che chissà come era capitato a Roma alla Segreteria di Stato. Passarono gli anni, lavorai in altri giornali e per la simpatia nata in quegli anni ci tenemmo in contatto a distanza. Fin quando una decina di anni Don Gigi non fu travolto dalla lunga malattia e poi dalla scomparsa della mamma, Santina Zucchinelli. Scriveva agli amici parole commoventi, inviava video di quei mesi così duri eppure densi di esperienza e preghiera in un momento così difficile e infine tragico. La salita al cielo di mamma Santina trasformò l’uomo e il prete, e suscitò un vero miracolo: la nascita della Fondazione Santina onlus, accompagnata dalla Associazione degli amici di Santina Zucchinelli.

«La memoria della mamma è diventata da quel giorno il motore della vita di Don Gigi, che si è fatto in dieci in ogni parte del mondo per aiutare chi era più in difficoltà e realizzare grazie alla carità che ha saputo muovere in modo straordinario grandi e piccole opere del bene. Da Garissa, luogo della tragedia dell’odio religioso dove furono sterminati studenti cristiani da fondamentalisti islamici, e con la Fondazione Santina è riuscito a ricostruire la Chiesa, ai pozzi per l’acqua realizzati nei villaggi più sperduti dell’Africa, all’istituto per le adozioni a distanza messo in piedi per quelle povere famiglie del centro e Sud America sterminate dalle guerre dei signori della droga, fino alle fogne realizzate in Perù o agli asili nelle aree più povere del Vietnam. Ogni mese mi arrivavamo foto e appelli di don Gigi, e pure le cronache puntuali delle sue giornate in giro per il mondo. Grandi e piccole opere di bene. Ma l’opera principale era lui, il corpo di un prete non più monsignore che spogliato del clergyman che vestiva con tanta cura e coperto da qualche straccio, si era fatto compagnia e carità per gli ultimi del mondo. Ci siamo parlati di rado, ma ho fisse negli occhi le immagini di lui con in braccio il corpo di una donna martoriata e condannata a morte dall’Aids, uno scheletro con brandelli di pelle e muscoli ormai assenti, che portava in acqua per la gioia di un ultimo bagno e sul volto di lei sofferente si apriva un sorriso di gioia che valeva più della costruzione di molti asili. Ho visto Don Gigi entrare nelle più terribili carceri sudamericane, dire messa di fronte ai più spietati e sanguinari narcos, poi abbracciarli e confessarli, con il prete che si inginocchiava e lavava loro i piedi. L’ho visto con bambini malati, denudati e disperati, ritrovare la luce negli occhi alla sua presenza. Ho visto giorno dopo giorno il miracolo di una vita che non avrei immaginato e di quello che può diventare quando diventa strumento della carità di Dio. Sì, Don Gigi mi ha sorpreso e tante volte sono stato tentato di raccontarlo, temendo solo il suo pudore. Ogni mese mi arrivavamo foto e appelli di Don Gigi, e pure le cronache puntuali delle sue giornate in giro per il mondo. Grandi e piccole opere di bene. Ma l’opera principale era lui, il corpo di un prete non più monsignore che spogliato del clergyman che vestiva con tanta cura e coperto da qualche straccio, si era fatto compagnia e carità per gli ultimi del mondo».

La trasmissione #voltidisperanza di Radio Mater lunedì 10 maggio 2021, annunciando che Don Gigi rientrerà in Diocesi di Bergamo e si dedicherà alla pastorale e con maggior forza a Fondazione Santina, citava le parole della canzone Il Guerriero di Mengoni: «Io sono un guerriero e troverò le forze. Lungo il tuo cammino sarò al tuo fianco mentre. Ti darò riparo contro le tempeste. E ti terrò per mano per scaldarti. sempre». Molti in questi anni hanno creato un’amicizia, una condivisione, una progettualità con la Fondazione Santina e l’Associazione Amici di Santina Zucchinelli. Don Gigi è davvero un guerriero che decide di non staccarsi mai dalla passione del Vangelo e dalla necessità delle persone perché, appunto, come dice la Parola del Signore: “Non si può dire di amare Dio che non vedi, se non ami il fratello che vedi”.

Buona strada Don Gigi!, scrive Salvatore Izzo sul Faro di Roma del 7 maggio 2021: «Un sacerdote unanimemente stimato della Curia Romana (…) con i giornalisti – con molti dei quali è molto amico – parlava solo delle opere benefiche della Fondazione Santina, intitolata alla sua straordinaria mamma, una donna non ricca che pure è stata capace di fare un mondo di bene, cominciando dal suo prossimo a Bergamo, aiutando le badanti, per poi estendere il movimento di solidarietà nato dal suo cuore semplice all’Africa, all’Asia e all’America Latina, sempre accompagnata da suo figlio prete. Facendo del bene in giro per il mondo, Don Gigi si è guadagnato la stima di tanti vescovi e nunzi apostolici tanto che più volte delle sue iniziative ha parlato anche Papa Francesco nei suoi viaggi apostolici. Tutto questo Don Gigi non lo ha mai utilizzato per fare carriera».

La Fondazione Santina e la Diocesi di Bergamo insieme per un seminario in Perù
L’Eco di Bergamo, 28 maggio 2021


L’edificio ristrutturato a Puerto Maldonado grazie a un finanziamento della Caritas bergamasca.

Parole di gratitudine da monsignor Ginami, tornato a Bergamo proprio in queste settimane dopo 25 anni di servizio presso l’ufficio informazioni e documentazione della Segretaria di Stato della Santa Sede: «Bergamo, che ha perso 6700 persone e 40 preti in questa terribile pandemia, non si è ripiegata sul proprio dolore, ma ha saputo aiutare altri luoghi del mondo: una piccola delegazione a fine giugno si recherà in Perù per inaugurare la nuova ala di questo seminario, che ora ha un po’ di Bergamo dentro di sé”.

Un nuovo progetto di Fondazione Santina e una collaborazione continua con la Diocesi Bergamo, all’insegna della solidarietà e del sostegno a chi è più debole e fragile. In Perù, a Puerto Maldonado, la onlus presieduta da monsignor Luigi Ginami, ha ristrutturato il seminario minore costruendo undici stanze con bagno. “Un progetto importante, nella foresta amazzonica: il vescovo ci ha chiesto di ristrutturare il seminario minore, rifacendo le stanzette dei ragazzi. Il numero dei seminaristi è esiguo, sono solo poco più di una decina – racconta monsignor Ginami -. Questa richiesta è stata particolarmente importante e bella per noi: in epoca Covid aiutare una diocesi per accogliere i ragazzi ha un grande significato e ha acquisito ancora più valore perché l’opera è stata finanziata dalla Caritas di Bergamo, un progetto che vede ancora insieme la nostra associazione con la Diocesi bergamasca in un territorio dove anche Papa Francesco si è recato”. Parole di gratitudine da monsignor Ginami, tornato a Bergamo proprio in queste settimane dopo 25 anni di servizio presso l’ufficio informazioni e documentazione della Segretaria di Stato della Santa Sede: «Bergamo, che ha perso 6700 persone e 40 preti in questa terribile pandemia, non si è ripiegata sul proprio dolore, ma ha saputo aiutare altri luoghi del mondo: una piccola delegazione a fine giugno si recherà in Perù per inaugurare la nuova ala di questo seminario, che ora ha un po’ di Bergamo dentro di sé”.

Questo intervento non è il primo che vede Fondazione Santina e Diocesi di Bergamo insieme: nel 2015 a Xuy Xa, in Vietnam, è stato inaugurato un orfanotrofio costruito con l’aiuto del Centro Missionario Diocesano di Bergamo: “Un orfanotrofio parrocchiale che abbiamo completamente ricostruito, un progetto incredibile che ha dato un aiuto concreto a tantissimi bambini accolti in questo nuovo edificio dove abbiamo ristrutturato le camere, i servizi igienici, la cucina e il refettorio. Sempre qui ci siamo occupati dell’adozione a distanza di dieci bambini grazie all’aiuto e sostegno del delegato apostolico bergamasco monsignor Leopoldo Girelli”.

Nel 2017, invece, la Diocesi di Bergamo ha portato il suo aiuto in Messico contribuendo a un altro progetto di grande impatto della Fondazione Santina: “Ad Acapulco, nello Stato di Guerrero, abbiamo costruito un memoriale in ricordo delle migliaia di vittime della violenza del narcotraffico in Messico: un colorato murales che avrà al suo fianco l’elenco delle migliaia di morti. Solo nel 2017, i decessi in Messico a causa delle violenze sono stati 29mila – continua monsignor Ginami -. Come Fondazione Santina crediamo molto in questa collaborazione con Bergamo e la sua Diocesi: lo stesso statuto dell’associazione, al suo articolo 7, prevede una particolare integrazione della fondazione con la Diocesi di Bergamo”.

Fondazione che anche in epoca Covid non si è mai fermata. Il ricordo va allo scorso anno quando, per fronteggiare la tragedia del coronavirus, Fondazione Santina ha donato all’ospedale Papa Giovanni XXIII due ventilatori polmonari elettronici Falco 202 Evo per la terapia intensiva. Ma non solo: “In Kenya la nostra onlus, proprio nel 2020, ha finanziato la ricostruzione di un dormitorio bruciato per dolo a Mambrui: si trova a 16 chilometri da Malindi e oggi la struttura accoglie 120 bambini orfani e malati di Aids”.

Il conferimento di “Pro Ecclesia et Pontifice”, l’onorificenza che rappresenta un attestato di stima e la conferma dei meriti acquisiti in 25 anni al servizio di tre Papi di Mons. Luigi Ginami, nel lascia la Segreteria di Stato.

Per capire chi è Mons. Luigi Ginami, più che le parole basterebbero le fotografie. Quelle che ho riporta qui, gli ho chiesto di scegliere lui stesso per questo articolo. È riuscito a potare a termine decine di progetti, alternando il lavoro d’ufficio in Segreteria di Stato e le missioni mentre era in ferie in bidonville, villaggi di frontiera, zone ad alto rischio di criminalità. «Ha realizzato pozzi per l’acqua potabile in Africa, fognature negli slum peruviani, un asilo in una zona poverissima del Vietnam, istituito centinaia di adozioni a distanza per sostenere famiglie messicane decimate dai narcos, ha ricostruito la chiesa a Garissa violentata dai terroristi islamici, ha salvato decine di bambine keniote dal destino della infibulazione e regalato macchinari per la respirazione da usare nell’ospedale di Bergamo durante la prima ondata di Covid. È lunghissimo l’elenco delle cose che ha realizzato don Luigi Ginami mentre lavorava in Vaticano», ha ricordato Franca Giansoldati su Il Messaggero e Il Mattino del 9 maggio 2021.

Foto di copertina: Pelegrí Clavé i Roqué, Il Buon Samaritano, 1838, olio su tela, 187×241 cm, Reial Acadèmia Catalana de Belles Arts de Sant Jordi, Barcellona.

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