Il Sermit racconta il mondo al tempo del Covid 19

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Il Sermit di Tolentino, da quasi 30 anni, si prende cura delle persone più fragili: dalle adozioni a distanza alla distribuzione di cibo e vestiario, un servizio che può contare su 38 volontari di cui 15 più attivi, che raccontano le storie di persone aiutate in India, in Medio Oriente, in Africa ed in Brasile. Ve ne raccontiamo due.

Quella di suor Clotilde Santhanam, appartenente alla Congregazione delle Figlie di Santa Maria di Leuca: “La nostra Fondatrice la Serva di Dio Madre Elisa Martinez é nata il 25 Marzo 1905 a Ugento. Anche madre Noemi Carbone era italiana, una delle prime della nostra Congregazione ed era una persona che compiva la sua missione affidatela con amore e dedizione. Prima di venire in India aveva svolto la sua missione in Belgio, America, Canada, Spagna e Portogallo.

Tutto avviene nella vita di Madre Noemi secondo un prestabilito disegno del Signore. Il 31 ottobre 1975 fu inviata a far parte della Comunità di Moondrumavadi – Madurai. Iniziò il suo apostolato felicemente e la sua inculturazione fu talmente profonda, che assunse nella totalità lo stile di vita di qualsiasi indiano senza mai badare alla sua salute fino alla fine dei suoi giorni.

Cominciò a bussare le porte degli amici concittadini conosciuti in Canada. Con il loro aiuto distribuivano ai bisognosi polvere nutriente e qualche altra cosa. Dopo aver incontrato p. Francesco iniziò l’adozione a distanza. Il Signore che non si lascia vincere in generosità nel 1987 fece incontrare per una strana via don Rino Ramaccioni che era venuto con un gruppo italiano.

Poi ogni due anni veniva sempre con nuove persone e venivano ospitati nella nostra comunità. Da quel giorno tramite il Sermit ed il Sermir fino ad oggi la gente molto generosa di Macerata sta aiutando la nostra missione in tante maniere”.

Infine ha raccontato la situazione in India: “La situazione pandemica da un anno e mezzo ha ostacolato le attività di sostentamento e molti hanno perso il lavoro. Non abbiamo un sistema sanitario come in Europa che da il trattamento libero. Chi ha soldi va all’ospedale privato e si cura. La gente povera è condannato ad andare all’ospedale governativo e non può avere una cura adeguata.

Il nostro ospedale è sempre pieno dei malati affetti da Covid 19. Tutto il personale sanitario del nostro ospedale sta con coraggio curando i nostri fratelli affettati dallo stesso virus. Siamo contente che almeno l’Italia si sta riprendendo la vita normale.

Anche voi avete sofferto tanto dovuto a questa Covid. Come diceva s. Giovanni di Dio ‘Fate bene Fratelli’ a quelli che chiedeva aiuto per assistere i suoi malati, anche noi vi diciamo, quello che fate adesso per questi piccoli saranno contati al vostro conto nell’eternità”.

Invece dalla Cisgiordania le suore comboniane hanno raccontato la fine dell’anno scolastico negli asili beduini: “Anche questo un anno piuttosto tormentato dalle interruzioni delle lezioni in presenza prima a causa della pandemia per Covid-19, poi per il conflitto scoppiato tra Palestina e Israele con lanci di razzi da e verso la Striscia di Gaza, conflitto che ha provocato disordini un po’ ovunque in Gerusalemme, Tel Aviv, Haifa e nelle ‘città miste’ dove la convivenza tra ebrei e musulmani sembrava scontata”.

Ricordando la guerra hanno raccontato la vita nella scuola in questo periodo: “E quindi, approfittando di questo periodo di tranquillità, le educatrici delle scuole materne per i bambini beduini Jahalin della Cisgiordania stanno organizzando la cerimonia di consegna dei diplomi ai bambini del primo anno che passeranno al secondo, e ai bambini del secondo anno che a settembre inizieranno la scuola elementare.

Il primo ad organizzare la festa di chiusura dell’anno scolastico è stato l’asilo di Abu Hindi. Giovedì 27 maggio, siamo state invitate ad attendere alla cerimonia di chiusura. Per l’occasione e per rendere più gioioso l’evento, le maestre hanno preparato regali, snack e bibite, e due deliziose torte alla crema e cioccolato…

Dopo aver consegnato i diplomi e i palloncini colorati ai bambini, abbiamo ringraziato le insegnanti per i loro instancabili sforzi nel portare a termine il programma scolastico nonostante tutti gli inconvenienti avuti nell’anno. Nel mese di giugno, raduneremo le maestre per fare la valutazione di questo anno scolastico e per programmare il campo estivo che si terrà nelle prime due settimane di luglio”.

I versamenti possono essere fatti utilizzando il c.c.p. n° 14616627 intestato a: ‘Ass.ne SERMIT -OdV’, V.le Bruno Buozzi, 121 – 62029 Tolentino MC; oppure bonifico tramite Banca Nazionale del Lavoro IBAN: IT 09 F 01005 69200 000000002001, sempre specificando la causale del versamento.

Ed infine ha ricordato il ventunenne Seid Visin, adottato da una famiglia italiana, che si è suicidato nei giorni scorsi, attraverso la sua lettera inviata agli amici nel 2019 e letta durante il funerale: “Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone.

Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani non trovassero lavoro.

Dentro di me è cambiato qualcosa. Come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone, che non mi conoscevano, che ero come loro, che ero italiano, bianco.

Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d’acqua in confronto all’oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un’esistenza nella miseria e nell’inferno.  Quelle persone che rischiano la vita, e tanti l’hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente vita”.

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