Nel mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, la provocazione della bandiera arcobaleno all’Ambasciata USA presso la Santa Sede. Il “no” del Pentagono

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Per celebrare l’inizio del “Pride Month” (che per i cattolici è il mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù [QUI], l’Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede ha esposto una grande bandiera arcobaleno sulla facciata della propria sede. “L’Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede celebra il #PrideMonth con l’esposizione della bandiera dell’orgoglio durante il mese di giugno. Gli Stati Uniti rispettano la dignità e l’uguaglianza delle persone LGBTQI+. I diritti LGBTQI+ sono diritti umani”, si legge nell’account Twitter ufficiale dell’Ambasciata degli USA presso la Santa Sede.

Nei giorni scorsi lo schioccante schiaffo da parte del Governo Biden al Papa, con la decisione di esporre con arroganza e presunzione la bandiera arcobaleno all’Ambasciata USA presso la Santa Sede, proprio nelle stesse ore in cui Papa Francesco rilasciava un video toccante sulla bellezza del matrimonio e della famiglia.

Ora però, accade tutto il contrario da parte del Pentagono, che ha deciso di non seguire la linea del Governo Biden. In queste decisioni, infatti, mantiene una propria autonomia e con fierezza difende l’unica bandiera del Paese: la Strips and Stars. Il Pentagono ha comunicato la propria decisione venerdì 4 giugno, ovvero che rimarrà in vigore la politica stabilita da Donald Trump che ha limitato il tipo di bandiere che potrebbero essere sventolate sulle basi militari.

Nel luglio 2020, infatti, Trump e l’allora Segretario alla Difesa Mark Esper emisero un divieto “de facto” di esporre non solo la bandiera confederata ma anche qualunque altra bandiera che non fosse quella degli Stati Uniti d’America o della NATO o, in caso di missioni internazionali sotto l’egida dell’ONU, delle Nazioni Unite.

“Non ci sarà un’eccezione questo mese per la bandiera dell’orgoglio gay”, ha detto il nuovo portavoce del Pentagono John Kirby. “Questo – ha specificato- non significa in nessun modo una mancanza di rispetto o ammirazione per le persone della comunità LGBTQ+, o per il personale dentro e fuori l’uniforme che serve in questo dipartimento”.

25 giugno 2020, la bandiera LGBTQI+ sventola per protesta all’Ambasciata USA a Mosca, ha riferito la stessa sede diplomatica statunitense sul proprio sito, perché fino al 1° luglio 2021 in Russia si votava una riforma costituzionale, per permettere a Vladimir Putin di restare Presidente fino al 2036 e che, tra le altre cose, definisce il matrimonio come “un’unione tra un uomo e una donna”, di fatto inserendo nella Costituzione il divieto di matrimoni gay.

Per quanto riguarda le Ambasciate statunitensi, invece, già nei mesi scorsi in molti Paesi europei e anche in India e Australia, hanno apposto o lo stanno facendo, le bandiere LGBTQI+ fuori dalle proprie sedi e rimarranno esposte per tutto il mese di giugno.


«8 giugno 2019, bandiera arcobaleno (disobbediente) sull’ambasciata USA a Roma. L’Ambasciata americana a Roma si veste di arcobaleno in occasione del mese dell’orgoglio omosessuale e della parata LGBT che sabato 8 giugno sfilerà, come ogni anno, per le vie della Capitale. Da venerdì 7 giugno i cittadini romani che si trovano a passare per via Veneto non possono infatti non notare l’enorme drappo arcobaleno affisso sulla facciata della ambasciata per affermare pubblicamente da che parte sta il Consolato statunitense a Roma nell’odierno acceso dibattito sui “diritti” LGBT. Tale iniziativa sembra però un atto di insubordinazione e disobbedienza nei confronti del Governo Trump che, come riportano Rai News e TGCOM 24, aveva finora negato i permessi di affiggere bandiere arcobaleno all’esterno delle ambasciate, invertendo la linea di sostegno e propaganda LGBT+ voluta e imposta dal precedente Governo Obama: “Il Governo Trump ha respinto finora le richieste di alcune ambasciate USA, tra cui quelle in Germania, Israele, Brasile e Lettonia, di far sventolare sul proprio pennone la bandiera arcobaleno dell’orgoglio gay nel mese di giugno, dedicato alla comunità Lgbtq. Il Governo Obama aveva invece concesso un permesso generalizzato alle ambasciate”. La bandiera LGBT affissa sulla facciata dell’ambasciata in spregio agli ordini dei propri superiori rappresenta emblematicamente la battaglia culturale in atto nella quale bisogna decidere sotto quale bandiera stare: da un parte, la bandiera arcobaleno che vuole imporre alla società e ai nostri figli la “libertà” di “amare” chi vogliono, al di là del sesso biologico, in nome della cosiddetta tanto decantata “fluidità di genere”, senza limiti e confini di sorta;  dall’altro, la semplice normalità, che non ha bisogno di alcuna bandiera e che ricorda l’esistenza del principio di realtà e di una insopprimibile legge naturale per la quale l’unico modello di amore possibile è quello complementare e aperto alla vita tra un uomo e una donna» (Rodolfo De Mattei, Osservatoriogender.it, 8 giugno 2019).

Fonte: Luca Volontè – Provitaefamiglia.it, 6 giugno 2021.

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