“Che meraviglia vedere, come in Polonia ancora fiorisce, ciò che in Germania appassisce”
Sono due le notizie del mese scorso, intimamente collegati tra loro, su cui ritorniamo qui, condividendo l’articolo dell’amico e collega Włodzimierz Redzioch di ieri, 3 giugno 2021 su ACI Stampa In Polonia crescono le vocazioni, frutto della fede della Chiesa. Una Chiesa che fiorisce, come ha ricordato Benedetto XVI [QUI].
La prima notizia è data da una Lettera del Papa emerito in data di 7 maggio 2021 in risposta ad un invito del Seminario Teologico Minore di Częstochowa, di cui abbiamo riferito il 1° giugno 2021 [Sua Santità il Papa emerito Benedetto XVI risponde ad una lettera del Seminario di Częstochowa: “In Polonia ancora fiorisce, ciò che in Germania appassisce” https://www.korazym.org/61857/sua-santita-il-papa-emerito-benedetto-xvi-risponde-ad-una-lettera-del-seminario-di-czestochowa-in-polenia-ancora-fiorisce-cio-che-in-germania-appassisce/].
La seconda notizia è data dalla Lettera di dimissioni – sette anni in anticipo sulla data canonica – dell’Arcivescovo metropolita di München und Freising in data di 21 maggio 2021 indirizzata a Papa Francesco, di cui abbiamo riferito oggi [Il Cardinale Reinhard Marx si dimette. Decisione legata alla co-responsabilità per la gestione degli abusi sessuali nella Chiesa Cattolica Romana in Germania].
Scrive Rędzioch su ACI Stampa: «Nella Chiesa si dibatte da tempo sul grande problema del calo delle vocazioni sacerdotali. Sembrano lontani gli anni del pontificato di Giovanni Paolo II quando si era verificata un’incoraggiante ripresa delle vocazioni. Oggi si nota, particolarmente nell’Occidente, il fenomeno dell’invecchiamento del clero, i seminari si svuotano e non c’è un ricambio generazionale dei pastori. Le varie Chiese locali dibattono sul problema, sulle strategie come arginarlo, sui rimedi da trovare per assicurare il minimo di funzionamento delle parrocchie sempre più sguarnite di sacerdoti. Ovviamente, la grande crisi vocazionale è il risultato, anche se non tutti lo vogliono ammettere, della crisi della fede. Nel seno delle Chiese e delle comunità con la fede debole non nascono le vocazioni al sacerdozio».
«In questo scenario poco edificante può sorprendere che non si parla dei casi positivi, delle situazioni che inducono ad un certo ottimismo. I media, nemmeno quelli cattolici, non hanno riportato la notizia che nelle scorse settimane in Polonia sono stati ordinati più di 230 nuovi sacerdoti. Di solito le ordinazioni si fanno alla fine degli studi nei seminari, la domenica della Pentecoste o della Santissima Trinità e i dati a disposizione al momento riguardano soltanto i sacerdoti diocesani delle 34 su totale di 41 diocesi polacche. A questo numero si aggiungeranno ovviamente le ordinazioni nelle varie congregazioni religiose. Va notato che soltanto a Varsavia sono stati ordinati 26 nuovi sacerdoti, un vero record. Ma anche nelle altre diocesi i numeri sono incoraggianti: diocesi di Przemysl – 19, di Wroclaw (Breslavia) e Kielce – 16, Tarnow – 14, Pelplin – 10. Ovviamente, non sono i numeri degli anni 80. o 90. ma nello scenario europeo è una situazione molto positiva, che stranamente, non viene notata ed elogiata. Va detto anche che in Polonia svolgono la loro attività 77 congregazioni religiose maschili e presso queste congregazioni sono in formazione 1426 tra postulanti e novizi (dati del 1° ottobre 2020) che nei prossimi anni diventeranno sacerdoti».
In questo contesto Włodzimierz Rędzioch ricorda la breve Lettera spedita da Sua Santità il Papa emerito Benedetto XVI del 7 maggio 2021 al Seminario Teologico Minore dell’Arcidiocesi di Częstochowa. Nella sua risposta il Papa emerito scrive: “La lettera del vostro Seminario, che Lei ha firmato insieme ad ambedue i Prefetti e al Decano, ha portato grande gioia nella mia casa. Che meraviglia vedere, come in Polonia ancora fiorisce, ciò che in Germania appassisce. Ho trovato la grafica particolarmente bella e amabile, in cui mostrate me e mio fratello in una conversazione sul seminario e mi invitate a visitare il Seminario Minore dell’Arcidiocesi di Częstochowa. Sebbene una visita reale purtroppo non sia più possibile, a causa della mia età e il mio stato di salute, sono vostro ospite con il mio cuore”.
Poi, prosegue Rędzioch: «La breve frase del Papa emerito esprime tutto il suo rammarico circa la situazione vocazionale nella Chiesa della sua Patria. Benedetto XVI molte volte esprimeva la sua preoccupazione per la Chiesa tedesca che lui accusava di essere troppo “mondana”. Una Chiesa, quella tedesca, che è diventata una gigantesca macchina burocratica ben “oleata” grazie alla “Kirchensteuer”, l’imposta ecclesiastica obbligatoria per legge per tutti coloro che sono registrati come appartenenti ad essa e che frutta circa 5 miliardi di euro all’anno».
«Nel suo discorso pronunciato a Friburgo del 25 settembre 2011 Benedetto XVI così parlava della Chiesa tedesca: “Da decenni assistiamo ad una diminuzione della pratica religiosa, constatiamo un crescente distanziarsi di una parte notevole di battezzati dalla vita della Chiesa. Emerge la domanda: la Chiesa non deve forse cambiare? Non deve forse, nei suoi uffici e nelle sue strutture, adattarsi al tempo presente, per raggiungere le persone di oggi che sono alla ricerca e in dubbio? (…) Sì, c’è motivo per un cambiamento. Esiste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei credenti nel suo insieme sono chiamati ad una continua conversione. (…) Ma per quanto riguarda il motivo fondamentale del cambiamento, esso è la missione apostolica dei discepoli e della Chiesa stessa. Infatti, la Chiesa deve sempre di nuovo verificare la sua fedeltà a questa missione. ‘Proclamate il Vangelo a ogni creatura’ (Mc 16,1 5).
A causa delle pretese e dei condizionamenti del mondo, però, questa testimonianza viene ripetutamente offuscata, vengono alienate le relazioni e viene relativizzato il messaggio. (…) Per compiere la sua missione, (la Chiesa) dovrà anche continuamente prendere le distanze dal suo ambiente, dovrà, per così dire, essere distaccata dal mondo. (…) Vi è una ragione in più per ritenere che sia nuovamente l’ora di trovare il vero distacco del mondo, di togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa. Questo, naturalmente, non vuol dire ritirarsi dal mondo, anzi, il contrario. Una Chiesa alleggerita degli elementi mondani è capace di comunicare agli uomini – ai sofferenti come a coloro che li aiutano – proprio anche nell’ambito sociale-caritativo, la particolare forza vitale della fede cristiana. (…) Solo il profondo rapporto con Dio rende possibile una piena attenzione all’uomo, così come senza l’attenzione al prossimo s’impoverisce il rapporto con Dio. Essere aperti alle vicende del mondo significa quindi per la Chiesa distaccata dal mondo testimoniare, secondo il Vangelo, con parole ed opere qui ed oggi la signoria dell’amore di Dio”».
Conclude Włodzimierz Rędzioch: «Purtroppo, la Chiesa in Germania non vuol sentire le raccomandazioni di Benedetto XVI e la palese prova di questo rifiuto è l’impostazione del “cammino sinodale”: l’ulteriore mondanizzazione, l’abolizione del celibato del clero, il sacerdozio delle donne, l’apertura al mondo LGBT, la “democratizzazione” della vita della Chiesa, l’intercomunione con i protestanti ecc. Allora possiamo meravigliarci che questo che “fiorisce” ancora in Polonia (vocazioni al sacerdozio) sta appassendo in Germania dove la Chiesa è sempre di più mondana, più “politicamente corretta”, più ricca di mezzi e più povera di fede?».