Le manovre per ridurre, cambiare, eliminare il “Summorum Pontificum”. Mosse inconsulte contro la “Vetus Ordo Missæ”

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Arrivano sempre nuove conferme sull’opaca offensiva in corso nelle secrete stanze della Curia Romana, diretta contro la Lettera apostolica a forma di Motu proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI; un attacco alla Forma Straordinaria del Rito Romano (Messa secondo il Vetus Ordo o Messa Tridentina o Messa Latina Tradizionale). Di seguito riportiamo un’articolo di Diane Montagne per The Remnant nella traduzione italiana dall’inglese a cura di Marco Tosatti per Stilum Curiae [QUI].

Rilanciando un nostro articolo “che tratta di un problema emerso in questi giorni: e cioè le manovre per ridurre, cambiare, eliminare il documento – Summorum Pontificum – con cui Benedetto XVI ampliava e metteva al sicuro da abusi vescovili la possibilità di celebrare e seguire la Messa secondo il Vetus Ordo” – Marco Tosatti scrive [QUI]: “Forse sono solo chiacchiere di corridoio, ma può essere che uno dei motivi alla radice di queste mosse inconsulte siano il fatto che molti giovani preti amano la celebrazione tridentina, e di conseguenza si vorrebbe porre un limite di età al possibile uso… Se così fosse, saremmo davvero nell’ordine della follia: dal momento che fede e vocazioni sono nello stato in cui sono scoraggiamo ulteriormente chi vuole intraprendere quella strada. Sono solo voci, in attesa di conferma. Ma in Vaticano, per chi lavorano?”.

Il piano del Papa per limitare la Messa Latina Tradizionale sostenuto da due cardinali di curia
di Diane Montagna
The Remnant, 1° giugno 2021


The Remnant ha avuto conferme in modo indipendente che un documento vaticano che limita la lettera apostolica Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI è sostenuto da almeno due cardinali vaticani, è nella sua terza bozza, e minaccia di ostacolare la crescita della Messa Latina Tradizionale e di altri sacramenti in particolare tra il clero diocesano.
Due alti membri della gerarchia hanno confermato il 31 maggio che il documento, riportato per la prima volta da Messainlatino.it il 25 maggio [Francesco vuole abrogare il Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Messainlatino.it riferisce che l’ha detto alla Plenaria della Conferenza Episcopale Italiana – 26 maggio 2021], è attualmente in fase di revisione presso la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF).

Diverse fonti hanno anche detto a The Remnant che Papa Francesco desidera pubblicare presto il documento, e che si presume che stia ricevendo l’appoggio, in vari gradi, di due cardinali consulenti della Congregazione per la Dottrina della Fede: Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, e il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

Le fonti hanno anche detto che queste misure restrittive saranno molto probabilmente eseguite dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e dal suo sottosegretario appena nominato, Mons. Aurelio García Marcías, che Papa Francesco avrebbe elevato all’episcopato proprio allo scopo di eseguire questi piani.

Diverse fonti vaticane di alto livello hanno anche confermato che la prima bozza del documento è stata preceduta da una lettera introduttiva di Papa Francesco che si dice sia molto dura e acrimoniosa nei confronti della Messa tridentina.

Il documento è ora alla terza bozza, dato che le prime due sono state ritenute troppo severe. Se alla fine verrà pubblicato, è probabile che si riduca la liberalizzazione della Forma Straordinaria della Messa introdotta dalla Lettera apostolica di Papa Benedetto XVI del 2007, Summorum Pontificum.

Quel documento autorizzava qualsiasi gruppo stabile di fedeli attaccati alla “precedente tradizione liturgica” a chiedere la Messa al loro sacerdote locale, il quale “dovrebbe acconsentire volentieri alle loro richieste”. La Lettera apostolica affermava che la forma più antica della Messa non era “mai stata abrogata” e che sia la Forma Straordinaria che quella Ordinaria erano “due espressioni” di “un unico Rito Romano”.

The Remnant ha appreso che la prima bozza poneva severe limitazioni all’età dei celebranti ed è descritta come in qualche modo simile all’indulto di Paolo VI, che permetteva ai sacerdoti anziani di continuare ad offrire la Messa tridentina dopo la promulgazione del Novus Ordo Missae da parte di Paolo VI. Ha anche discusso se permettere o proibire l’amministrazione degli altri sacramenti nella Forma Straordinaria del Rito Romano.

Nella sua forma attuale, le comunità e i sacerdoti diocesani che già offrono la Messa nella Forma Straordinaria possono continuare a farlo, ma il clero diocesano che desidera iniziare ad offrire la Messa Tradizionale dovrebbe ottenere l’autorizzazione. Se i vescovi locali o la Santa Sede saranno responsabili della concessione di tali autorizzazioni è ancora in discussione.

L’amministrazione degli altri sacramenti nella Forma Straordinaria, cioè matrimonio, battesimo, cresima, ecc., sarebbe mantenuta per coloro che hanno già il permesso di celebrare la Messa Tradizionale.

La terza bozza sposta l’ufficio di ricorso per le questioni riguardanti la Messa Tradizionale Latina e la supervisione delle società sacerdotali e delle comunità religiose che usano il Messale pre-1970, dalla Quarta sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede (già Pontificia Commissione Ecclesia Dei) alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

La prima bozza inizialmente discuteva l’ipotesi di collocare queste società sacerdotali (ad esempio la Fraternità di San Pietro, l’Istituto di Cristo Re e l’Istituto del Buon Pastore) e altre comunità tradizionali sotto la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, hanno confermato due alte fonti vaticane.

Una tale mossa sarebbe considerata potenzialmente più problematica per queste comunità, alla luce del modo in cui la Congregazione ha gestito gli ordini contemplativi nel recente passato, vale a dire, attraverso l’Istruzione Cor Orans del 2018, che richiede ai monasteri femminili autonomi di appartenere a una federazione più ampia, e chiede alle novizie e alle monache contemplative di clausura professe di lasciare il loro recinto per la formazione iniziale e continua, qualcosa di estraneo alla vita contemplativa di clausura [*].

Secondo l’attuale piano, Mons. García, che è stato Capo ufficio della Congregazione per il Culto Divino dal 2016, è stato elevato all’episcopato per assumere le responsabilità precedentemente svolte sotto Ecclesia Dei dal suo ex Presidente, l’Arcivescovo Guido Pozzo. Professore al Pontificio Istituto Liturgico presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, Mons. García non è noto per condividere le opinioni di Benedetto XVI sulla sacra liturgia, una fonte lo descrive come “la persona più anti-tridentina della Messa mai conosciuta”.

Non è ancora chiaro se la Quarta sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede continuerà a gestire le questioni dottrinali e le relazioni con la Società San Pio X.

Diverse fonti vaticane di alto livello hanno anche confermato che la prima bozza del documento è stata preceduta da una lettera introduttiva di Papa Francesco che si dice sia stata molto dura e acrimoniosa nei confronti della Messa Tridentina. Il Cardinale gesuita Luis Ladaria, Prefetto della CDF, si è fortemente opposto sia alla prima bozza che alla lettera, hanno confermato alte fonti vaticane. La lettera è stata poi rivista.

Le preoccupazioni su possibili riduzioni della Forma Straordinaria sono sorte dopo che la CDF ha inviato una lettera ai Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo chiedendo loro di distribuire un questionario in nove punti su Summorum Pontificum [QUI]. Il Cardinale Ladaria ha detto che il questionario è stato emesso perché il Papa voleva essere “informato sull’attuale applicazione” della Lettera apostolica.

Circa il trenta per cento dei vescovi del mondo ha risposto al questionario, e più della metà di coloro che hanno risposto ha avuto una risposta favorevole o neutrale, hanno confermato più fonti.

Una fonte che ha familiarità con il documento di consultazione ha detto che, anche se le domande erano notevolmente sbilanciate contro il Summorum Pontificum, o formulate in un modo che non sempre ha suscitato una risposta chiara e specifica, ciò che è emerso dal questionario è come la Messa Tradizionale Latina ha messo radici. Ha rivelato che anche in luoghi inaspettati, la vecchia Messa è abbracciata e amata dai giovani e dalle famiglie, sta dando i suoi frutti in parrocchie fiorenti, vocazioni sacerdotali e religiose, e in una maggiore preghiera e devozione tra i fedeli.

Il 31 maggio, il sito web tradizionale francese Paix Liturgique, che è stato tra i primi a riferire dell’imminente documento [il 26 maggio 2021 QUI], ha pubblicato un articolo intitolato: “La galassia Summorum Pontificum si prepara a resistere!” [QUI].

Descrivendo il Summorum Pontificum come “disposizioni per la pace” che “ha cercato di portare la pace in una Chiesa che stava affondando sempre più profondamente nella crisi”, gli autori notano come “fin dall’inizio, il movimento tradizionale è stato fondato sull’azione dei laici”. I loro sforzi, prosegue, sono stati “una manifestazione sorprendente e provvidenziale del sensus fidelium, dell’istinto della fede tra i fedeli, che difende con le unghie e con i denti l’espressione della lex orandi delle dottrine del Sacrificio eucaristico, della Presenza reale, del sacerdozio gerarchico, e più in generale della trascendenza del mistero: ‘Fate questo in memoria di Me!’”.

Se Papa Francesco decidesse di limitare il Summorum Pontificum emettendo un tale documento, Paix Liturgique afferma che “questa capacità di resistere ‘sul terreno’… potrebbe arrivare a includere potenti manifestazioni e azioni”. “Già ora”, aggiungono, “in vari punti del globo, sono prese in seria considerazione”.

***

Nota dell’editore: A coloro che amano la Messa Tradizionale Latina, per favore sappiate che comprendiamo che questa notizia può causare angoscia. Coloro che desiderano scrivere rispettosamente al Vaticano per esprimere le loro preoccupazioni sulle potenziali restrizioni al Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI, possono contattare la Congregazione per la Dottrina della Fede via email [QUI].
Indirizzo postale:
Congregazione per la Dottrina della Fede
Palazzo della Congregazione per la Dottrina della Fede
00120 Città del Vaticano
Coloro che desiderano scrivere rispettosamente al Santo Padre, Papa Francesco, per esprimere preoccupazione circa potenziali restrizioni al Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI, possono farlo a questo indirizzo postale:
Sua Santità Papa Francesco
Domus Sanctae Marthae
00120 Città del Vaticano

[*] Cor orans è una sorta di manuale di applicazione di Vultum Dei quaerere [QUI – vedi i prodromi QUI], la Costituzione apostolica sulla vita contemplativa femminile del 29 giugno 2016, che contiene disposizioni spesso vaghe o astratte, miranti a risolvere problemi per lo più non reali, ma sollevati per ragioni di sapore ideologico, derivate da ideali irrealistici ed eventualmente idonee a far da copertura a intenti surrettizi. Inoltre le citazioni inserite nel testo (Scrittura, Padri, Magistero) sono spesso forzatamente piegate a conferma del discorso, di tono tipicamente modernista: siccome la vita claustrale è una sfida per il nostro tempo, bisogna cambiarla. Si fatica a comprendere la logica di tale tacito assunto, a meno che non si voglia snaturare la vocazione che fin dalle origini costituisce il più efficace antidoto contro la corruzione e l’intiepidimento del popolo cristiano. Il sospetto è confermato dall’insistenza del decreto sulla necessità di formazione permanente, collaborazione tra monasteri, appartenenza a federazioni: è difficile non pensare ad una volontà di ingerenza nella vita monastica e a un metodo di indottrinamento, visti i bei risultati prodotti sui religiosi in genere dallo studio della cattiva teologia e dall’influenza degli organismi associativi. Si veda in proposito il libro Claustrofobia. La vita  contemplativa e le sue distruzioni (Maria Guarini).

Articoli precedenti

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Ad orientem, conversi ad Dominum. Rivolgersi insieme verso il Signore nella Liturgia Eucaristica – 31 maggio 2021
Sarebbe un disastro – non solo per i “tradizionalisti” ma per l’intera Chiesa Cattolica – se Papa Francesco proibisse o solo limitasse la Forma Straordinaria del Rito Romano – 2 giugno 2021

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