Mattarella: la Costituzione è viva

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Ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona all’Altare della Patria in occasione della festa della Repubblica che, come l’anno scorso per l’emergenza Covid, si è celebrata senza cerimonie aperte al pubblico e senza la tradizionale parata militare in via dei Fori imperiali, accolto dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e le più alte cariche dello Stato, che lo hanno atteso alla base del monumento al Milite Ignoto: i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, il presidente del Consiglio Mario Draghi, il presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio e il capo della Polizia prefetto Lamberto Giannini.

In serata nella cerimonia conclusiva del 75^ anniversario della Repubblica ha sottolineato il valore di una democrazia ben radicata, capace di ricostruire: “Anche oggi siamo a un tornante del nostro cammino dopo le due grandi crisi globali, quella economico finanziaria e quella provocata dalla pandemia.

Come lo fu allora, questo è tempo di costruire il futuro. Con la scelta repubblicana, si apriva una storia di libertà, dopo il ventennio della dittatura fascista. Storia di democrazia. Storia di pace, dopo la tragedia, i lutti e le devastazioni della guerra e dell’occupazione nazista”.

Ed ha sottolineato il valore della democrazia: “Sono i suoi principi fondativi. Le sue istituzioni. Le sue leggi, la sua organizzazione. Certo, è tutto questo. Ma a me sta oggi a cuore porre l’accento su ciò che viene prima. Quel che precede il significato, pur fondamentale, degli ordinamenti.

Parlo della vita delle donne e degli uomini di questo nostro Paese. Dei loro valori, dei loro sentimenti. Del loro impegno quotidiano. Della loro laboriosità. Del contributo, grande o piccolo, che ciascuno di loro ha dato a questi decenni di storia comune. La Repubblica è, anzitutto, la storia degli italiani e della loro libertà.

E’ la storia del lavoro, motore della trasformazione del nostro Paese. E’ la storia della Ricostruzione, delle fatiche, dei sacrifici, spesso delle sofferenze, di tanti che si trasferirono da Sud a Nord, dalle campagne alle città, animando uno straordinario periodo di sviluppo. E’ la storia del formarsi e del crescere di una comunità”.

La democrazia è un cammino: “La Costituzione ha indicato alla Repubblica la strada da percorrere. Questa è l’idea fondante della Repubblica, di una Costituzione viva, che si invera ogni giorno nei comportamenti, nelle scelte, nell’assunzione di responsabilità dei suoi cittadini, a tutti i livelli e in qualunque ruolo.

La democrazia è qualcosa di più di un insieme di regole: è un continuo processo in cui si cerca la composizione possibile delle aspirazioni e dei propositi, nella consapevolezza della centralità delle persone, più importanti degli interessi. In questo cammino un ruolo fondamentale lo giocano i partiti, le forze sociali, i soggetti della società civile”.

Ricordando coloro che sono morti per difendere la democrazia il presidente della Repubblica ha indicato alcune caratteristiche: la Repubblica è libertà e democrazia; la Repubblica è legalità; la Repubblica è solidarietà; la Repubblica è umanità e difesa della pace e della vita.

Infine ha ricordato le donne, che hanno contribuito alla costruzione della democrazia italiana: “Penso alla condizione femminile, all’impegno delle donne per una effettiva affermazione del diritto all’uguaglianza. Desidero ricordare la figura di una donna, Lina Merlin, pioniera della dignità femminile…

Si comprende allora come l’elezione a Presidente della Camera, nel 1979, di un’altra donna della Repubblica, Nilde Iotti, sia stata un passo decisivo nell’affermazione del protagonismo delle donne nella vita delle istituzioni…

Lo stesso lento, accidentato cammino abbiamo vissuto per la piena affermazione della dignità della persona e dei suoi diritti, combattendo una difficile battaglia per sradicare ogni forma di discriminazione. Possiamo dire con orgoglio che, su questo versante, l’Italia di oggi, anche sul piano dei diritti civili, è più matura e consapevole, migliore di quella di 75 anni fa.

Lo è anche grazie al valore della memoria raccontata da persone come Liliana Segre, instancabile testimone di civiltà e umanità”.

Eppoi altre donne: “Lo statuto dei lavoratori, le riforme della scuola, in particolare l’istituzione della scuola media unica e l’innalzamento dell’obbligo scolastico, il nuovo diritto di famiglia, l’istituzione, nel 1978, del Servizio sanitario nazionale, ad opera di un’altra donna, la prima a diventare ministra, Tina Anselmi…

Certo, la nostra Repubblica è imperfetta, come ogni costruzione che rifletta i limiti e le contraddizioni della vita. Ancora troppe ingiustizie. Ancora diseguaglianze. Ancora condizioni non sopportabili per la coscienza collettiva, come l’evasione fiscale o le morti sul lavoro. Il ricordo del sorriso di Luana D’Orazio impegni tutti al dovere di affrontare il tema della sicurezza dei lavoratori con determinazione e con rigore”.

Infine ai giovani ha chiesto di impegnarsi: “Adoperatevi per trasmettere valori e cultura attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. Per promuovere un uso dei social che avvicini le persone e le faccia crescere dal punto di vista umano e sociale, combattendo con determinazione la subcultura dell’odio, del disprezzo dell’altro…

Tocca a voi ora scrivere la storia della Repubblica. Scegliete gli esempi, i volti, i modelli, le tante cose positive da custodire di questa nostra Italia. E poi preparatevi a vivere i capitoli nuovi di questa storia, ad essere voi protagonisti del nostro futuro”.

E nel messaggio per il 75^ anniversario della Repubblica aveva sottolineato le sfide lasciate dalla pandemia: “Nei mesi scorsi, contrassegnati dalle complesse sfide della pandemia, la sinergia tra le Istituzioni, di cui i Prefetti e gli Amministratori locali sono stati attivi promotori, è stata un punto di forza essenziale per arginare la recrudescenza del contagio e assicurare la tenuta della coesione sociale.

Se ora possiamo guardare con maggiore fiducia al futuro, è soprattutto grazie alla ricchezza di risorse che il Paese ha saputo trovare o riscoprire e all’apporto unitario che ciascuno, non senza sacrificio, ha offerto”.

Inoltre ha sottolineato che la Costituzione è un’occasione di riflessione: “Con l’auspicio che la Festa della Repubblica possa essere l’occasione di una rinnovata riflessione sui valori di libertà, uguaglianza e democrazia alla base della scelta repubblicana e della Carta costituzionale, punto di sicuro orientamento anche nell’attuale passaggio storico, rivolgo a voi Prefetti e a tutte le Istituzioni locali i più sentiti auguri di buon lavoro”.

Mentre prima del concerto il presidente della Repubblica aveva sottolineato il valore del 2 giugno: “E’ questa dimensione del multilateralismo, radicata nella nostra Costituzione, che ha espresso l’autentica vocazione del nostro Paese: contribuire a realizzare un mondo in pace, in cui i diritti della persona e dei popoli trovino piena attuazione, secondo regole assunte dalla comunità internazionale…

Sulle macerie il popolo italiano, i popoli d’Europa, i popoli del mondo, si proposero di non ripetere gli errori del passato. Non sempre ci siamo riusciti. Ma la spinta alla rinuncia della guerra, come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, è stata allora, e rimane, robusta e forte. E’ un disegno incompiuto, per il quale moltiplicare gli impegni comuni”.

(Foto: Quirinale)

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