Giusto o sbagliato, questo è il dilemma in un cammino di fede

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La foto che segue l’avevamo vista il 23 maggio 2021, in occasione dell’incontro di Papa Francesco con la Conferenza Episcopale Italiana all’Hotel Ergife di Roma, e l’avevamo riservata per un commento nella serie sulla coerenza:

Plenaria della Conferenza Episcopale Italiana – Hotel Ergife in Roma, 23 maggio 2021.

Ma poi, oggi sono arrivate altre foto, molto più emblematiche. E Ivo Pincara ha scritto la riflessione che segue.

Udienza Generale – Cortile di San Damaso in Città del Vaticano, 26 maggio 2021.

Suor Giuseppina che curava la lezione di catechismo del giovedì pomeriggio ci diceva sempre: “Non dovete avere fede perché credete a me. Dovete credere in Dio, anche quando io non sarò più nelle vostre vite”. Da molti anni Suor Giuseppina non è più nella mia vita, ma le sue parole e le sue lezioni, ci resteranno per sempre.

La prima frase che mi sono sentito dire quando ho messo piede in Vaticano è stata: “Non perdere la fede, perché vedrai e sentirai cose che te la faranno perdere” [L’ultima frase che mi disse il monsignore della Segreteria di Stato, poi cardinale di Santa Romana Chiesa, dopo il colloquio per la mia assunzione, presso la Terza Loggia nel febbraio del 1985: “Lei può venire a lavorare per noi, perché lei qui non perderà più la fede. V.v.B.].

Grazie alle parole di Suor Giuseppina la mia fede è cresciuta. E pur essendo rimasto un uomo di poca fede, quella che ho, in questi anni di cammino, si è rafforzata. Si è consolidata su una base solida che ha avuto origine, nella semplicità della vita di un bambino che ascolta le parole di una suora, che ha dimostrato “fede da vendere”.

Non avrei mai pensato di vedere e sentire, nella mia “vita vaticana” certe cose che ho visto e udito. Non avrei mai pensato di dover analizzare le parole e le azioni di un Pontefice e farmi domande in merito. Ma sono otto anni, che certe domande sorgono spontanee nella mia testa. Papa Francesco è un Pontefice caratterizzato da una dimensione umana preponderante. E se molti uomini hanno imparato a essere un Papa, lui è un Papa che è rimasto uomo, con tutti i pregi e i difetti dell’essere uomo senza volerlo nascondere più di tanto. In più occasioni ci siamo trovati a sottolineare le gesta e le parole “leggere” di Papa Francesco. E più volte abbiamo mosso critiche al suo preponderante lato umano, pieno di contraddizioni, celate dietro una personalità che, per definire doppia, dovremmo avere elementi scientifici a riguardo che per ora non abbiamo.

È da quasi un anno e mezzo che tantissimi nonni sono divisi dai nipoti. In questo periodo, praticamente una intera generazione di nonni ci ha lasciato a causa del Covid-19. È più di un anno che i nipoti non possono saltare al collo dei loro nonni, perché i bimbi troppo spesso sono i portatori asintomatici del Sars-CoV-2, che troppo spesso è letale per gli anziani. È più di un anno, che il Papa regnante non rispetta le elementari misure di sicurezza del vivere civile, al tempo del Covid-19, che uccide senza se e senza ma. È più di un anno, che in pochi hanno avuto il coraggio di condannare certi atteggiamenti del Santo Padre Francesco, in quanto inopportuni e pericolosi per l’incolumità di tutti.

Il gesto del bacio con la bimba, è un gesto altamente pericoloso, per la bimba, per la sua famiglia, per il Papa stesso e per la sua Famiglia Pontificia. A meno che la bimba e il Papa non siano conviventi, il gesto è sbagliato e questo va detto. Non ci siamo mai nascosti dietro un dito e non possiamo farlo davanti a questa immagine esplicita.

Nella speranza che Papa Francesco lo capisca, continueremo a pregare per lui e per tutti quelli che non comprenderanno le nostre parole.

Ivo Pincara

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