Numeri ufficiali Covid-19 del 25 maggio 2021. Confermati i dati sulla protezione offerta dai vaccini

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Dai dati resi disponibile dall’ISS deriva una preziosa indicazione su come i quattro vaccini autorizzati dall’AMA e dall’AIFA, nel loro insieme, abbiano agito sulla popolazione italiana sottoposta a vaccinazione: Comirnaty (Pfizer/BioNTech); Covid-19 Vaccine Moderna (Moderna); Vaxzevria (AstraZeneca) e Covid-19 Vaccine Janssen (Johnson&Johnson). Conferme arrivano anche dagli USA.

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi martedì 25 maggio 2021

Ricoverati con sintomi: 8.557 (-393) (-4,39%) [Occupazione al 14%] [*]
In terapia intensiva: 1.323 (-59) (-4,27%) [con 46 nuovi ingressi del giorno] [**] [Occupazione al 15%]
Deceduti: 125.501 (+166) (+0,13%)
Vaccinati [***] e percentuale sulla platea da vaccinare (aggiornato al 25 maggio 2021 ore 21:09): 10.588.921 (20,85% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.
[***] La soglia del 30% di occupazione per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020, oltre la quale sono a rischio le prestazioni sanitarie per le altre patologie. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 273 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

Un tema caldo, in questi giorni, è quello della protezione offerta dai principali vaccini dopo la prima e seconda dose. In Italia l’Iss ha da poco presentato uno studio che considera il periodo compreso tra il 27 dicembre 2020 e il 3 maggio 2021: si tratta della prima analisi congiunta dei dati dell’Anagrafe nazionale vaccini e della Sorveglianza integrata Covid-19, e ha preso in considerazione i quattro vaccini autorizzati dall’Ema (l’Agenzia Europea del farmaco) e dall’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco): Comirnaty (Pfizer-BioNTech); Covid-19 Vaccine Moderna (Moderna); Vaxzevria (AstraZeneca) e Covid-19 Vaccine Janssen (Johnson&Johnson). Nel periodo considerato gli intervalli tra prima e seconda dose erano fissati a 21 giorni per Pfizer-BioNTech, 28 per Moderna e a 10-12 settimane per AstraZeneca; ricordiamo che il vaccino Johnson&Johnson è monodose e non richiede una somministrazione di richiamo. Gli intervalli tra prima e seconda dose di Pfizer e Moderna sono stati successivamente allungati fino a un massimo di 42 giorni, ma lo studio è stato chiuso prima di poterne valutare gli effetti. In ogni caso, vista la diversa tempistica di introduzione e la somministrazione a popolazioni con differenti profili di rischio, i risultati non sono differenziati per brand e non permettono un confronto tra i singoli vaccini: per ottenere dati di questo tipo occorreranno tempi più lunghi. Ne deriviamo però una preziosa indicazione su come tutti i vaccini, nel loro insieme, abbiano agito sulla popolazione italiana sottoposta a vaccinazione, e in particolare dopo la prima dose. L’analisi ha rilevato che il rischio di infezione, di ricovero e di decesso diminuisce progressivamente a partire dal 15esimo giorno fino al 35esimo circa dopo la somministrazione della prima dose, stabilizzandosi poi intorno all’80% per il rischio di contrarre l’infezione, al 90% per quello di ricovero e al 95% per quello di decesso. Gli effetti riscontrati hanno un profilo statistico simile sia negli uomini, sia nelle donne e indipendentemente dalle fasce di età considerate. È molto importante sottolineare come i primi 14 giorni dopo la somministrazione siano stati invece considerati come un “periodo finestra”, con un rischio assimilabile a quello dei soggetti non vaccinati: assumendo quindi che la protezione indotta dal vaccino in questo lasso di tempo sia “sostanzialmente trascurabile”. Questo per quanto riguarda i dati disponibili sull’Italia e sugli effetti della prima dose dei 4 vaccini in uso. Per quanto riguarda invece gli effetti del completamento dell’intero ciclo vaccinale dobbiamo rifarci ad alcuni studi osservazionali da poco pubblicati: così chiamati perché vengono condotti senza alcun intervento attivo da parte dei ricercatori, che si limitano appunto a osservare i fenomeni in atto. I Paesi presi in esame con questa metodologia sono Regno Unito, Israele e Italia: le analisi condotte in Uk e Israele, per quanto riguarda il vaccino di Pfizer-BioNTech, rilevano dopo 7 giorni dal completamento del ciclo vaccinale (prima e seconda dose) una riduzione importante del rischio di “infezione sintomatica e asintomatica”. Per quanto riguarda la capacità di prevenire l’infezione le stime sono dell’85% nello studio condotto nel Regno Unito, sia per l’infezione sintomatica sia per quella asintomatica; ma salgono rispettivamente al 92% e al 94% nello studio israeliano (si fermava all’80% dopo la prima dose in Italia). Gli stessi studi confermano anche il risultato che abbiamo visto in precedenza con i dati Iss, ossia una chiara efficacia nel prevenire l’infezione a partire dal 15esimo giorno dopo la prima somministrazione. Lo studio italiano, sul solo vaccino di Pfizer-BioNTech, è stato condotto osservando una popolazione di operatori sanitari in Provincia di Treviso e ha riportato risultati in linea con quelli appena citati a proposito di Uk e Israele. Per chi volesse approfondire direttamente la questione indichiamo, dopo la chiusura di questo commento, la bibliografia di riferimento. Sono ovviamente studi scientifici, e quindi non per tutti di facile comprensione: ma costituiscono la base di partenza imprescindibile per poter offrire al grande pubblico risposte corrette e soprattutto utili. Li useremo nella prossima analisi approfondita, come sempre semplificandone al massimo la comprensione, per tornare a parlare dell’efficacia dei vaccini insieme ad altre questioni chiave di questa fase epidemica (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).

Figliuolo, scudati da effetti gravi 25 milioni di persone

In Italia con la “prima dose siamo a circa 21,5 milioni e poi 10 milioni hanno fatto la seconda dose. Se aggiungiamo ai 21,5 i 3,5 milioni di persone che sono guarite dal Covid raggiungiamo circa 25 milioni che in qualche modo sono scudate dagli effetti più gravi della malattia e dalla terapia intensiva. Ciò ci mette al riparo”. Lo ha dichiarato il Commissario straordinario, Generale Francesco Paolo Figliuolo partecipando alla trasmissione televisiva DiMartedì, in onda su La7. “Fare – ha aggiunto – sempre 500mila somministrazioni al giorno, come la settimana scorsa che abbiamo raggiunto i 3,5 milioni di dosi, è legato all’arrivo dei vaccini. Purtroppo le dosi non arrivano cadenzate” (Fonte SkyTG24).

Figliuolo, a settembre saremo tutti vaccinati

“Ne usciremo il prima possibile, saremo tutti vaccinati entro settembre. Poi la scienza va avanti, e il virus pure. È intelligente, si muove secondo schemi logico-matematici e va tenuto sotto controllo”, ha detto Figliuolo.
Rispondendo ad una domanda su cosa farà terminato il suo compito e se fosse tentato dalla politica, ha detto: “Preferisco continuare a fare il militare, magari con un altro bellissimo incarico” (Fonte SkyTG24).

Usa, tra chi è immunizzato solo 1 contagio su 10 mila e il 25% asintomatico

Le infezioni da Covid-19 su chi è completamente immunizzato sono estremamente rare, pari a circa un caso su diecimila. È quanto emerge da uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc). Su 101 milioni di cittadini statunitensi pienamente vaccinati, l’agenzia federale USA ha conteggiato circa 10.300 infezioni, il 25% delle quali asintomatiche. Due terzi delle persone che sono state infettate pur avendo ricevuto tutte le dosi necessarie del siero sono di sesso femminile e l’età media è 58 anni. Di questi 10.300 casi, il 10% ha condotto al ricovero e il 2% alla morte. Dalla fine di aprile i Cdc hanno smesso di diffondere i dati sui contagi totali e si stanno limitando ad aggiornamenti settimanali sul numero di persone che sono state ricoverate o sono decedute a causa del Covid-19 (Fonte SkyTG24).

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