Numeri ufficiali Covid-19 del 15 maggio 2021. Dopo la prima dose del vaccino anti-Covid-19 crolla il rischio di decesso (-95%), ricovero (-90%) e diagnosi (-80%)

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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi sabato 15 maggio 2021

Ricoverati con sintomi: 12.493 (-557) (-4,27%) [Occupazione al 20%] [*]
In terapia intensiva: 1.805 (-55) (-2,69%) [con 63 nuovi ingressi del giorno] [**] [Occupazione al 20%]
Deceduti: 124.063 (+136) (+0,11%)
Vaccinati [***] e percentuale sulla platea da vaccinare (aggiornato al 15 maggio 2021 ore 21:13): 8.435.227 (16,61% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.
[***] La soglia del 30% di occupazione per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020, oltre la quale sono a rischio le prestazioni sanitarie per le altre patologie. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 276 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Dopo la prima dose del vaccino Covid-19 crolla il rischio di decesso (-95%) e ricovero (-90%)

Il rischio di infezione da SARS-CoV-2, ricovero e decesso diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose di vaccino anti-Covid-19. Lo riporta il primo report nazionale sull’impatto della vaccinazione a cura dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) e del ministero della Salute, in base all’analisi congiunta dell’anagrafe nazionale vaccini e della sorveglianza integrata Covid-19.

Dopo i 35 giorni – si legge nel report – si osserva una stabilizzazione della riduzione che è circa dell’80% per il rischio di diagnosi, del 90% per il rischio di ricovero e del 95% per il rischio di decesso.

Il report presenta i dati a partire dal 27 dicembre 2020 (giorno di avvio della campagna vaccinale in Italia) al 3 maggio 2021, relativi a 13,7 milioni di persone vaccinate con almeno una dose del vaccino Comirnaty (Pfizer/BioNTech) (N=8.389.595, 61%), del vaccino Moderna (N=1.021.134, 7%) e del vaccino Vaxzevria (AstraZeneca) (N=4.234.983, 31%), e l’unica dose del vaccino Janssen (Johnson&Johnson) (N=75.794, 1%).

Considerando le 7.370.008 persone vaccinate prima del 4 aprile 2021 (incluse nella valutazione dell’impatto della vaccinazione, di seguito “popolazione in studio”), il 65% ha ricevuto almeno una dose del vaccino Comirnaty (Pfizer/BioNTech) (N=4.777.600), il 29% la prima dose del vaccino Vaxzevria (AstraZeneca) (N=2.117.225) e il 6% almeno una dose del vaccino Moderna (N=475.045). Il 97% ha completato il ciclo vaccinale con Comirnaty, il 91% con Moderna e nessuno con Vaxzevria.

L’incidenza di diagnosi di Covid-19 nelle due settimane successive alla prima dose di qualsiasi vaccino, si legge nel report, è stata di 2,90 per 10.000 giorni persona, che si riduce a 1,33 nel periodo superiore a 15 giorni dalla prima dose. Tale riduzione si osserva anche stratificando per genere, area geografica, categorie prioritarie di vaccinazione e periodo di calendario e risulta ancora più evidente se si considera la gravità nei 30 giorni successivi alla diagnosi. L’incidenza di ricovero passa da 0,44 a 0,18 per 10.000 giorni persona, quella dei decessi da 0,18 a 0,04 per 10.000 giorni persona.

L’età mediana delle persone vaccinate con una diagnosi è di 57 anni, con un ricovero successivo alla diagnosi è di 84 anni e delle persone decedute è di 87 anni. “Questi dati – commenta il Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro – confermano l’efficacia delle vaccinazioni e della campagna vaccinale, e la necessità di raggiungere presto alte coperture in tutta la popolazione per uscire dall’emergenza grazie a questo strumento fondamentale”.

Le stime riportate della prevenzione dell’infezione si attestano attorno a valori dell’85% per lo studio britannico e 92% (asintomatici) e 94% (sintomatici) per lo studio israeliano. Gli stessi studi indicano inoltre un’efficacia preventiva a partire dalla terza settimana successiva alla somministrazione della prima dose. Sul vaccino Comirnaty è stato anche pubblicato recentemente uno studio condotto in Italia in una popolazione di operatori sanitari della provincia di Treviso i cui risultati sono in linea con i dati riportati in Israele e Uk (Fonte SkyTg24.it).

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