L’Ascensione di Gesù al cielo

Condividi su...

A 40 giorni dalla festività della Pasqua, la Chiesa celebra l’ascensione di Gesù al cielo: un avvenimento storico che ha un contenuto altamente spirituale. Storicamente l’ascensione avvenne 40 giorni dopo la Pasqua di risurrezione; questo è il tempo durante il quale Gesù ha dato ai suoi discepoli le prove eclatanti della sua risurrezione e affida loro il mandato di costituire la Chiesa nel mondo. 

Gesù aveva già predetto ai suoi: dopo tre giorni io risusciterò; ora, ai suoi discepoli trepidanti per la paura, Gesù aveva voluto rassicurarli in vista della loro specifica missione: testimoniare nel mondo la sua risurrezione ed annunciare il vangelo a tutti i popoli. Il fatto storico dell’ascensione è riccamente rievocato negli Atti degli Apostoli: Gesù  porta fuori i suoi discepoli e dice loro: ‘Vado!… se mi amaste, voi vi rallegreresti perché vado al Padre’; Gesù non solo dice ‘vado’, ma dice anche: ‘tornerò da voi’.

Questa partenza  è solo la conclusione della missione messianica terrena di Gesù, ma la sua opera   continua dal cielo; non è perciò una separazione ma la vera nascita della Chiesa.

Ecco perché la festa dell’Ascensione ha un contenuto cristologico ma anche ecclesiologico perché da essa scaturisce l’inizio della missione della Chiesa nel mondo; una Chiesa pronta a svolgere la sua missione: ‘Andate in tutto il mondo, dice Gesù ai suoi, proclamate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato’.

Alla sua chiesa Gesù assicura la presenza costante dello Spirito Santo; Egli sarà sempre presente ed operante per opera dello Spirito Santo  che condurrà la Chiesa sino alla Gerusalemme celeste. Gesù ascende al cielo ma continua ad operare insieme ai suoi discepoli inviati ad annunciare a tutti il regno di Dio. la sua partenza non produce turbamento anzi il Salvatore aggiunge: ‘Vi lascio la pace, vi do la mia pace…  non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore’.

Gesù così sale al cielo e per gli apostoli inizia l’impegno ad immergersi nella realtà del mondo e della storia. Con l’ascensione di Gesù al cielo il mondo si apre d’innanzi agli Apostoli, anche se essi si sentono impacciati ed incerti sulla via da intraprendere; la meta è una sola: sarete miei testimoni in Gerusalemme, in Giudea e nel mondo intero.

Una missione ecclesiologica che non si esaurisce con l’attività dei dodici apostoli, ma un compito, una missione che Gesù affida alla Chiesa e durerà sino alla sua seconda venuta come giudice del cielo e della terra. Ecco allora la dimensione non solo cristologica ma anche ecclesiologica di questa festività.

Gli Atti degli Apostoli annotano che i discepoli stavano ancora fissando il cielo mentre Gesù se ne andava, quando due uomini in bianche vesti si presentarono loro e dissero: ‘Uomini di Galilea, perché state ancora a guardare il cielo? Questo Gesù che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo’.

In altre parole: non c’è più tempo da perdere o di stare a guardare; mettetevi all’opera per attuare la missione assegnata. Nasce spontanea la domanda: cosa è il cielo? Dove è il cielo? Gesù non è andato in un luogo nuovo ma è entrato nella dimensione dello spirito. Il cielo non è un luogo dove si va: vicino, lontano, sopra le stelle, sotto le stelle; il cielo è una dimensione dello spirito, è nuova perché diversa e sconosciuta a noi che abbiamo un corpo.

Dov’è allora Gesù? E’ accanto a Dio Padre; è accanto a noi, vicino a noi nella dimensione dello spirito. Andare al Padre non significa lasciare la terra, quanto invece essere glorificato, ricevere il trono di gloria acquistato con la sua passione e morte, con il suo sacrificio per salvare l’umanità.

Oggi si è concluso il cammino visibile di Gesù come uomo in mezzo agli uomini sulla terra ed è iniziato in forma visibile il cammino della sua Chiesa. Oggi questa Chiesa nell’annuncio del Vangelo, nella evangelizzazione incontra Cristo visibilmente nella persona dei fratelli, come Gesù stesso ebbe a dire: ‘Qualunque cosa fai ad un tuo fratello nel nome mio, l’hai fatto a me’.

La predicazione del Papa, dei Vescovi, dei Presbiteri , come dice papa Francesco, diventa efficace ed incisiva se sappiamo accogliere, se sappiamo offrire  ai fratelli l’odore delle pecore, l’amore che unisce ed affratella. La festa dell’Ascensione riaccende in noi una nuova luce; è la presa di coscienza che Gesù, il Vivente, è sempre in mezzo a noi, presente in ogni uomo, in ogni parte della terra. Con l’ascensione Gesù diventa contemporaneo  di ogni uomo di ogni generazione.

La festività di oggi è la certezza del suo aiuto nel pellegrinaggio terreno e stimolo per un impegno sempre più proficuo. Mentre Gesù prende congedo dai suoi fisicamente, ci assicura una presenza diversa ma non meno reale di quella fisica sigillando la fede degli Apostoli anche con prodigi compiuti nel suo nome.

Free Webcam Girls
151.11.48.50