Numeri ufficiali Covid-19 del 10 maggio 2021. Perché il governo ostacola chi cura e salva i malati di Covid-19? L’esperienza del Movimento Ipocrate

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Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi lunedì 10 maggio 2021

Ricoverati con sintomi: 15.427 (+7) (+0,05%) [Occupazione al 25%] [*]
In terapia intensiva: 2.158 (-34) (-1,55%) [con 80 nuovi ingressi del giorno] [**] [Occupazione al 24%]
Deceduti: 123.031 (+198) (+0,16%)
Vaccinati [***] e percentuale sulla platea da vaccinare (aggiornato al 10 maggio 2021 ore 18:08): 7.468.842 (14,71% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.
[***] La soglia del 30% di occupazione per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020, oltre la quale sono a rischio le prestazioni sanitarie per le altre patologie. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 276 (-1).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

La campagna vaccinale inizia a modificare i numeri dell’epidemia e, in particolare, a sbilanciare i contagi verso la fascia più giovane della popolazione (meno a rischio di forme gravi) vista la crescente copertura dei soggetti anziani.
L’ultimo Bollettino di sorveglianza integrata Covid-19, rilasciato dall’Iss alla fine della scorsa settimana, segnala nel periodo 19 aprile – 2 maggio un incremento dei nuovi casi nei soggetti tra 0 e 18 anni, con un peso del 21,6% sul totale delle infezioni individuate: il dato è in aumento sul 19,7% del periodo 12-25 aprile, ma soprattutto sul 17,6% di quello 5-18 aprile. Stabile la situazione nei soggetti tra 19 e 50 anni (43,4% contro 43,1% della rilevazione precedente) mentre prosegue la discesa dei casi tra i soggetti over 50: una categoria che ora rappresenta il 35% delle infezioni totali, contro il 37,2% del periodo 12-25 aprile.
Ancora più sensibile il calo rispetto alle due settimane rilevate tra il 5 e 18 aprile, quando le infezioni degli over 50 rappresentavano il 39% del totale. Questo “spostamento” dei contagi, o più precisamente concentrazione nella popolazione non ancora immunizzata, era atteso come conseguenza della messa in sicurezza dei soggetti più anziani e rappresenta un elemento positivo dal punto di vista delle ricadute cliniche: perché nelle fasce di età più giovani l’infezione decorre quasi sempre in modo asintomatico o paucisintomatico, e con una letalità bassissima
L’ultima rilevazione dell’Iss sui decessi da Covid-19, chiusa il 2 maggio, certifica tra 0 e 19 anni 25 decessi su 120.211 (lo 0,02%). La percentuale resta molto contenuta (0,2%) anche considerando i 307 decessi che si sono verificati in persone con meno di 40 anni.
Tuttavia, e ne parleremo in modo diffuso nell’analisi settimanale, questo tipo di circolazione tra i più giovani non è esente da rischi: non solo per i soggetti colpiti, ma anche e soprattutto per le possibili ricadute sull’andamento del contagio, sulle difficoltà di rilevazione dei contagiati reali a causa dell’alto numero di infezioni asintomatiche e, infine, sulle mutazioni che il virus inevitabilmente continuerà a produrre a causa degli errori di replicazione (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).

Uk, Johnson: tornano ospiti in casa e riaprono pub al chiuso

Il premier Boris Johnson ha formalizzato in un briefing il via libera alla prossima tappa delle riaperture post lockdown nel Regno Unito, il più ampio da mesi, sulla base dei dati sul calo dei contagi da Covid. Da lunedì 17 maggio sarà possibile di nuovo ospitare gente in casa, fino a 6 persone o a due famiglie, mentre ripartirà il servizio al coperto in ristoranti e pub, riapriranno fra l’altro hotel, cinema, altri luoghi pubblici per l’intrattenimento e lo sport e sarà consentito avere fino a 30 invitati a funerali e matrimoni. Torna anche la possibilità di viaggiare all’interno del Paese e di avere persone ospiti a dormire (Fonte SkyTG24).

Europa riparte: Spagna e Belgio tolgono il coprifuoco, spiagge aperte in Grecia

Grazie alla campagna vaccinale, i numeri della pandemia sembrano in calo e diversi Paesi europei hanno scelto di togliere o allentare le restrizioni. In gran parte della Spagna è stata decretata la fine del coprifuoco. E in migliaia hanno festeggiato per tutta la notte. Anche in Belgio sono state autorizzate una serie di riaperture. E da sabato la Grecia ha dato il via alla stagione turistica (Fonte SkyTG24).

Kurz: al via riaperture in Austria dal 19 maggio

In Austria dal 19 maggio cominceranno le riaperture dopo i lunghi mesi caratterizzati da lockdown duro e forti restrizioni. L’annuncio è stato dato oggi a Vienna dal cancelliere Sebastian Kurz. Turismo, gastronomia, sport e attività ricreative potranno riaprire con restrizioni e il requisito per l’accesso è legato a tre fattori, persona che presenta tampone negativo, persona vaccinata o persona guarita dal Covid-19. Gli eventi culturali e artistici potranno tornare ad avere la presenza di pubblico ma con un massimo di 1.500 persone in ambienti interni e 3.000 in quelli esterni e solo con posti preassegnati. Per quanto concerne i musei dovranno essere garantiti i 20 metri quadrati per ciascun visitatore che dovra’ indossare la mascherina Ffp2 (Fonte SkyTG24).

Danilo Quinto: Perché il governo ostacola chi cura e salva i malati di Covid?
di Marco Tosatti
Stilum Curiae, 10 maggio 2021


Danilo Quinto ha scritto questa riflessione su quanto stiamo vivendo, e mi sembra interessante condividerla con voi. Vorrei di mio aggiungere qualche altro spunto; come i mass media, salvo qualche lodevole eccezione, abbiano smesso di parlare di reazioni avverse ai “vaccini” del numero crescente di persone – non ci sono statistiche, ma dalla lettura delle testimonianze sui social il problema è evidente – che dopo aver ricevuto due dosi si ammalano, qualcuna, purtroppo anche gravemente; come con grande candore venga ripetuto dai Soloni intervistati che bisogna stare attenti, anche dopo le dosi ci si può ammalare e contagiare (ma allora….?) e come sin dall’inizio sia in atto una campagna violenta contro le cure esistenti a basso costo. A pensar male… ma ricordate l’articolo di Lancet contro l’idrossiclorochina, ritirato perché basta su dati falsi? E l’ammissione da parte dei direttori di prestigiose riviste scientifiche della realtà di “studi” formalmente ineccepibili, ma che dicevano il falso? Chi ha interessi giganteschi, e vuole renderli ancora più immensi ha i mezzi per influenzare giornali, televisioni, “scienziati” e politici, a cominciare da quella vergogna nazionale rappresentata dal Ministro della Salute Speranza.
* * *
Da mesi, è ormai evidente che la partita del Covid si gioca su un unico punto: le cure domiciliari ai primi sintomi, in base all’esperienza ed al protocollo di medicinali che professionisti liberi dai condizionamenti del potere – da candidare al Premio Nobel! – praticano gratuitamente (sopportando, in alcuni casi, inchieste a loro carico da parte degli Ordini professionali) nei confronti dei pazienti, come fa la rete di IppocrateOrg.org https://ippocrateorg.org/[*] (che ha finora curato – in base ai dati diffusi e documentati – 60.000 pazienti, con soli 5 decessi, di persone che si erano a loro affidati dopo 5 giorni dall’insorgenza della malattia). Così, si evitano i ricoveri in ospedale, le intubazioni e le morti.

I dati esperenziali e scientifici – anche se non randomizzati, come si dice in termini tecnici, ma qualitativamente e quantitativamente molto significativi – relativi a questa possibilità, sono quindi noti. Incredibilmente, però, ignorati dal potere, che si ostina a porre ostacoli su ostacoli perché queste cure siano conosciute, favorite e praticate dai medici del territorio, proponendo perfino un ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar relativa alle cure domiciliari. Tachipirina e vigile attesa sono le uniche cure possibili per il Ministero della Salute.

Quest’intollerabile opposizione, ha concorso o no a produrre oltre 125.000 morti attribuiti al Covid-19? Ognuno ha il dovere di farsi un giudizio. Il mio giudizio è che qualcuno pagherà, in questa vita o nell’altra.

Perché quest’accanimento contro le cure domiciliari ai primi sintomi? Se fosse dimostrata – come di fatto è dimostrata – la possibilità che la malattia si può curare (con farmaci largamente conosciuti e che costano pochi euro), verrebbe meno la scelta di sottoporre la popolazione alla sperimentazione di uno pseudo-vaccino, grazie ad una campagna pedagogica, martellante ed ossessiva, che ora si vuole estendere anche alle giovani generazioni e verrebbero anche meno – di conseguenza – tutte le misure che il potere ha preso per limitare e annullare le libertà. Tutte le libertà, compresa la libertà di cura.

I morti causati dagli pseudo-vaccini? Non esistono. Così com’è irrilevante, dal punto di vista morale, l’utilizzo di cellule di bambini fatti abortire volontariamente per la produzione di questi farmaci, sono irrilevanti: gli eventi avversi; l’aumento dei contagi a causa delle somministrazioni; i rischi sulla fertilità per gli uomini e di sterilità per le donne (e poi, alcuni pusillamini, dicono che questa pseudo-pandemia non ha l’obiettivo di ridurre la popolazione mondiale); il fatto che questi farmaci non siano mai stati sperimentati sull’uomo e che le conseguenze nel medio-lungo periodo siano sconosciute (infatti – sostengono i medici che non vengono invitati a parlare in televisione – sono filamenti di mRNA che vanno ad introdursi nel DNA e gli ordinano di produrre una proteina che non aveva mai prodotto). È irrilevante che non sia possibile scegliere il vaccino da farsi inoculare, a virus inattivato – come spiegano i medici di IppocrateOrg.org – simile a quello che siamo stati abituati ad usare nel passato, disponibile in alcuni Paesi europei, ma non in Italia. I benefici della sperimentazione di massa superano i costi, dicono. Domanda: se i costi non esistessero, perché è stato previsto lo scudo penale per i somministratori dello pseudo-vaccino?

Alla plebe questa domanda non interessa, così come non interessano le decine di altre domande che rimangono senza risposta. Attende quello che è stato già programmato, sul piano sanitario, economico e sociale. Rifiuta d’informarsi e di approfondire. Esegue scrupolosamente gli ordini. Il potere gioca sulla sottomissione dei suoi sudditi, allevati nell’ideologia catto-comunista, che nei decenni passati ha divorato tutto – la loro fede, la loro ragione, la loro cultura, la loro dignità – e li ha resi ignavi, pavidi, tiepidi, pronti ad essere vomitati dalla bocca di Dio, come dice l’Apocalisse. Per questi individui non c’è più nulla da fare. Vivono nella palude, nella loro melma fangosa. Tolgono le museruole ai loro cani e le indossano loro. Sopravvivono nell’attesa che i demiurghi terreni che loro stessi si sono scelti, indichino la strada da percorrere. S’inchinano al potere e si rifiutano di vivere nella Verità. La disprezzano. Hanno paura della morte, perché non hanno fede in Dio e nella vita eterna. In molte parti del territorio italiano, per garantirsi un futuro, consegneranno le loro vite alle mafie e alle organizzazioni criminali. Si cannibalizzeranno tra loro, quando – tra breve – scoppieranno le rivolte sociali per il cibo da mettere sulla tavola per i propri figli. L’élite l’ha messo nel conto e si è già preparata ad affrontarle.

È doloroso dirlo, perché Dio vuole tutte le sue creature convertite e salve, ma continuare a dare le perle ai porci – come dice Gesù (Mt 7, 6) – è imprudente, oltre che inutile. Facciano la fine che hanno scelto di fare. È vicino – per grazia di Dio – il momento della separazione tra la zizzania e il grano. Ci sarà da tremare.

Danilo Quinto

[*] Il Movimento Ippocrate raggruppa una rete internazionale di Medici, Ricercatori, Operatori della Sanità, Operatori nel Sociale.
Prima ancora di conoscere la struttura, l’organizzazione, i temi, le analisi e le conclusioni cui si perverrà con l’attività di IppocrateOrg.org, è fondamentale comprendere le ragioni di fondo che hanno spinto il gruppo costituente ad avviare un progetto molto complesso.

La forza e la determinazione di chi vi parteciperà è strettamente connessa alla convinzione profonda di queste ragioni.

Il Covid 19 ha messo e continua a mettere in evidenza tantissime contraddizioni del mondo moderno, non solo nel campo medico e della scienza, ma anche nell’ambito economico, sociale e finanziario.

Gli equilibri degli assetti di potere a livello internazionale appaiono assumere, in concomitanza con l’epidemia, un’accelerazione verso una diversa configurazione i cui contorni non sono ancora definibili.

Il panorama caotico e contraddittorio che si presenta ha indotto diversi livelli di potere a fornire risposte “non risposte”, mentre da più parti, commentatori politici, giornalisti, filosofi, esponenti di partito, rappresentanti di organismi internazionali hanno ripetutamente dichiarato che dopo questa pandemia “niente potrà essere più come prima”: affermazione certamente non contestabile ma troppo generica che, soprattutto, lascia priva di risposta la domanda conseguente su “cosa invece dovrà cambiare”.

Abbiamo assistito, con accenti diversi in relazione al luogo geografico, alle reazioni scomposte del mondo scientifico cosiddetto ufficiale: illustri rappresentanti della medicina, delle varie branche della ricerca, virologi, immunologi, epidemiologi e via dicendo, spesso in contrasto fra di loro, erano però concordi nel contrapporsi ad altri loro colleghi che, tra mille difficoltà, sul campo, ricercavano una soluzione concreta di fronte al dramma umano e intraprendevano alcune terapie per poter salvare vite.

Quest’ultimi non accettavano di lasciare il paziente intubato con la sola somministrazione di ossigeno soltanto perché non arrivavano precise direttive dall’alto.

Questi medici hanno preso decisioni facendo valere la loro conoscenza clinica della patologia, cosa che ai livelli superiori non è stata presa in considerazione.

Laddove questa responsabilità è stata assunta fin dall’inizio dell’epidemia la mortalità è rimasta contenuta.

Gli interrogativi che sono sorti in seguito sono stati molti. E non cessano nemmeno ora nel dover constatare che farmaci risultati estremamente validi nel combattere l’epidemia, vengono messi da parte, in favore di altri farmaci la cui efficacia è ancora tutta da dimostrare.

Questi interrogativi ci hanno condotto ad una riflessione e all’individuazione di un percorso che deve necessariamente passare dal cambiamento delle istituzioni che governano il mondo medico scientifico, dei rapporti tra la ricerca e la medicina clinica, dell’autonomia di valutazione degli organismi internazionali, regionali e nazionali della sanità.

La nostra riflessione è partita da questo, e cioè dal diritto della persona a conservare la propria salute ovvero ad avere diritto a cure mediche che siano al centro dell’attenzione del sistema medico e non siano il punto finale di un processo di soddisfazione di interessi di altri.

Non abbiamo in mente un modello di società all’interno della quale inserire tale progetto riguardante la centralità dell’essere umano. Sappiamo soltanto che qualcosa deve necessariamente e urgentemente cambiare nel nostro mondo perché l’attuale modello sociale, economico e finanziario sta compromettendo in modo estremamente rapido il diritto alla salute dell’umanità intera.

Questo non possiamo permetterlo.

Perché non possiamo più pensare di continuare a dover affrontare enormi difficoltà in silenzio e in solitudine, ciascuno nel proprio isolamento perché tale condizione è imposta da vertici che ci governano e non risponde alle esigenze dei popoli che chiedono libertà e benessere, che chiedono aiuto e prosperità, che chiedono democrazia economica. Non possiamo perché sarebbe venire meno al nostro giuramento. Sì, il nostro giuramento, perché il Giuramento di Ippocrate è il giuramento di noi tutti, medici e non.

IppocrateOrg.org sarà un laboratorio per smontare scientificamente i progetti manipolatori, per rivendicare la neutralità nella pratica medica, nella ricerca e sperimentazione scientifica, e per combattere i conflitti d’interesse esistenti e futuri. Ma anche per rivendicare una cittadinanza realmente attiva di ogni essere umano.

Prendersi a cuore la salute del prossimo, la salute delle nostre comunità, la salute del luogo in cui viviamo, della nostra Patria Terra, sarà la via costante del nostro impegno,

Ma anche avere a cuore i luoghi in cui non viviamo, come fossero i nostri, perché in un mondo in cui tutto è ormai indissolubilmente connesso essi contribuiscono alla qualità della nostra vita.

Ecco la ragione della scelta di IppocrateOrg.org di aprirsi, nell’impegno, al mondo intero. Ogni regione del mondo avrà una grande opportunità per dare e ricevere aiuto. Una collaborazione necessaria per poter permetterci di progettare un futuro che ci appartenga.

14 luglio 2020
Mauro Rango

Nel mondo i morti sarebbero più del doppio di quelli ufficiali, e in Italia?
* * *
Il contatore mondiale segna 3 milioni 277 mila. Quasi come se tutta la Toscana fosse stata cancellata in un colpo solo o la Bosnia, l’Albania, la Mongolia. Ma il numero delle vittime di questa terribile pandemia sarebbe in realtà ben più alto. A dirlo uno studio condotto dai ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Universita’ di Washington.
Covid, il report choc: “I morti nel mondo sono più del doppio di quelli ufficiali”. L’Institute for Health Metrics and Evaluation ha calcolato le vittime rimaste fuori dalle statistiche del virus: «Il Covid provoca anche altri gravi danni alla salute». In Italia il conto sale così a 175 mila decessi. Leggi di più: QUI.

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