Pregando in visita ai Sepolcri della chiese di Trastevere

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Ogni anno, il giovedì Santo, nel Rione Trastevere ha luogo l’immacabile appuntamento del “giro dei sepolcri”. Dopo la Messa della Lavanda dei piedi e dell’Istituzione Eucaristica, si visita quello che in linguaggio popolare viene chiamato “sepolcro”, passando da una chiesa all’altra dello storico rione di Roma. E korazym.org ha seguito questa antica tradizione. Il termine “sepolcro” viene utilizzato ancor oggi nel linguaggio popolare di alcune regioni del Sud Italia per indicare quello che più propriamente andrebbe definito come “altare” o “cappella” della Reposizione.

 

In ogni chiesa di Trastevere, quest’anno in particolare, c’è moltissima gente in silenzio e in raccoglimento, alla luce delle candele accese per il sepolcro che accoglie il Corpo di Gesù. “Forse sarà questo nuovo Papa Francesco, la sua figura sta riavvicinando anche i più distanti dal mondo della Chiesa”, sottolinea una parrocchiana di “Santa Dorotea” , una chiesa nel cuore di Trastevere. “Magari sarà che quest’anno più che mai, c’è bisogno di speranza. C’è bisogno che in quel sepolcro avvenga davvero il miracolo più grande di tutti”, confida un’altra giovane fedele.

Il giro di korazym.org inizia con la visita del “sepolcro” della Parrocchia di San Francesco a Ripa.Il sepolcro raffigura in particolare lo Spirito Santo. È lo Spirito Santo qui raffigurato che ha il compito di raccogliere le specie eucaristiche consacrate e di conservarle fino al pomeriggio del Venerdì Santo, quando, al termine della liturgia penitenziale, verranno distribuite ai fedeli per la comunione sacramentale. Le specie eucaristiche,custodite nella cappella della Reposizione, rimangono tutta la notte a disposizione dei fedeli per l’adorazione. Il Santissimo Sacramento però non viene mostrato, ma resta celato all’interno di un apposito contenitore. Il tabernacolo, vuoto, rimane aperto, proprio a testimoniare l’assenza fisica di Gesù (lo sposo, infatti, secondo l’immagine evangelica, è stato tolto e il popolo è in lutto), quell’assenza che solo la fede nella risurrezione può riuscire a colmare.

Il cammino prosegue con la chiesa di Santa Maria in Trastevere. Il sepolcro della famosa parrocchia nell’omonima piazza ricostruisce con gli ulivi e le luci soffuse il famoso orto del Getsemani. La rappresentazione sta a ricordare che Gesù è stato anche uomo, che, come noi, ha avuto paura della sofferenza e della morte, e che ha pregato, con i suoi amici, per prepararsi per quell’ora cosi buia.

La chiesa di Sant’Agata ha un piccolo sepolcro illuminato, con in primo piano – come sempre – la Madonnina dei Noantri, la Madonna di tutti i Trasteverini. Poi si arriva alla bellissima Chiesa di Santa Cecilia, che custodisce le spoglie della santa martire. Le suore di clausura del convento sono “ schierate” in preghiera. Il silenzio colpisce, così come la forza e la potenza della preghiera davanti a quel sepolcro. “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane da solo; se invece muore produce molto frutto”. Ultima tappa, la spettacolare chiesa di Santa Maria dell’Orto (nella foto). A giudizio di ogni trasteverino, è il più bel sepolcro di tutti. C’è un trionfo di candele (più di un centinaio ), che è un meraviglioso spettacolo per la vista. Fa venire voglia di pregare, di raccogliersi nell’intimo per capire quello che abbiamo nel cuore.

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