Il papa alla comunità ‘Chemin Neuf’: siate vicini a chi soffre

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La Comunità ‘Chemin Neuf’ è nata nel 1973 ed è una comunità cattolica a vocazione ecumenica diffusa in una trentina di Paesi. Sono coppie, famiglie, sacerdoti e consacrati che hanno scelto la vita comunitaria alla sequela di Cristo per mettersi al servizio della Chiesa e nel mondo. La sua spiritualità ha le radici sia nella tradizione di Sant’Ignazio di Loyola che nell’esperienza del Rinnovamento Carismatico, e vuole essere fedele alla preghiera che Gesù fece prima di morire: ‘che tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato’.

Il papa ha ricevuto la comunità venerdì scorso, sottolineando la loro missione: “Con voi rendo grazie al Signore per l’opera del suo Spirito, che si manifesta nel vostro cammino umano e spirituale al servizio del bene comune e dei poveri specialmente, cammino che compite rifiutando la miseria e operando per un mondo più giusto e fraterno.

Infatti, nella corsa sfrenata all’avere, alla carriera, agli onori o al potere, i deboli e i piccoli sono spesso ignorati e respinti, o considerati come inutili, anzi sono considerati come materiale di scarto. Per questo auspico che il vostro impegno e il vostro entusiasmo al servizio degli altri, plasmati dalla forza del Vangelo di Cristo, restituiscano il gusto della vita e la speranza nel futuro a molte persone, in particolare a tanti giovani”.

E li ha incoraggiati ad essere vicini agli ‘ultimi’: “Cari amici, vi incoraggio a non avere paura di percorrere le strade della fraternità e di costruire ponti tra le persone, tra i popoli, in un mondo dove si innalzano ancora tanti muri per timore degli altri. Attraverso le vostre iniziative, i vostri progetti e le vostre attività, voi rendete visibile una Chiesa povera con e per i poveri, una Chiesa in uscita che si fa vicina alle persone in situazione di sofferenza, di precarietà, di emarginazione, di esclusione”.

Concludendo l’udienza il papa ha chiesto alla comunità un’attenzione particolare ai giovani: “Con i giovani delle vostre società, oggi più che mai, affrontate sfide nelle quali è in gioco lo stato di salute della nostra casa comune. Si tratta davvero di una conversione ecologica che riconosce l’eminente dignità di ogni persona, il suo valore proprio, la sua creatività e la sua capacità di cercare e promuovere il bene comune”.

Ha chiesto un lavoro di accoglienza: “Ciò che stiamo vivendo attualmente con la pandemia ci insegna in concreto che siamo tutti sulla stessa barca e che potremo superare le difficoltà solo se accettiamo di lavorare insieme. E voi passate alcuni giorni qui a Roma proprio per riflettere su un aspetto particolare della vita nella nostra casa comune: quello della presenza dei migranti e della loro accoglienza nell’Europa di oggi…

Cari amici, vi invito a restare saldi nelle vostre convinzioni e nella vostra fede. Non dimenticate mai che Cristo è vivo e che vi chiama a camminare con coraggio dietro a Lui.

Con Lui, siate quella fiamma che fa rinascere la speranza nel cuore di tanti giovani scoraggiati, tristi, senza prospettive. Possiate generare legami di amicizia, di condivisione fraterna, per un mondo migliore. Il Signore conta sulla vostra audacia, sul vostro coraggio, sul vostro entusiasmo”.

(Foto: Vatican News)

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