Sermone di Fedez al concertone su RaiTre, capolinea della sinistra. Attacca Pro Vita & Famiglia con violenza inaudita. Replica Jacopo Coghe: è scorretto, pensi a cantare

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“Se venisse approvato il DDL Zan, il primo ad essere condannato dovrebbe essere Fedez per le sue frasi ingiuriose e cariche di odio nei confronti del collega (molto più bravo di lui)Tiziano Ferro,del quale Fedez ha scritto che si presenta dicendo: ‘Ciao, sono Tiziano, me lo ficchi?’” ( Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter, 3 maggio 2021).

“La TV pubblica italiana, RaiTre, rete da sempre vicina ad una certa area politica, prima cerca di censurare una persona (Fedez) e poi smentisce di averlo fatto. Lui però ha registrato e li sputtana. Quelli che hanno nominato tutti lì dentro, lottizzando tutto, lo applaudono!” (Guido Crosetto @GuidoCrosetto – Twitter, 1° maggio 2021).

“La Rai smentisce la censura. Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad ‘adeguarmi ad un SISTEMA’ dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi” (Fedez @Fedez – Twitter, 1° maggio 2021).

“A mio parere non v’è stata alcuna censura, ma lo sapete che Ilaria Capitani – la vicedirettrice di Rai3 che avrebbe tentato di ‘censurare’ Fedez – è la ex portavoce di Walter Veltroni? Corto circuito. Si censurano tra loro stessi” (Avv. Giuseppe PALMA @GiuseppePalma78 – Twitter, 2 maggio 2021).

“(So a cosa vado incontro) Ma a voi pare, con il dovuto rispetto al personaggio e al pur importante merito dei problemi posti, in qst momento difficilissimo della situazione sociale ed economica del paese, l’intero sistema politico debba ruotare attorno alla telefonata di Fedez?” (PL Castagnetti @PLCastagnetti – Twitter, 2 maggio 2021).

“Tiziano Ferro su Fedez: ‘Subisco ancora bullismo. Ci sono persone che scrivono anche canzoni… Che un idolo dei ragazzini mi prenda in giro su quelle dinamiche (sessuali) è un atto di bullismo molto forte. Mi dispiace non ci sia una legge contro l’odio, se ne sente il bisogno’” (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter 1° maggio 2021).

“Chiedete a Tiziano Ferro come si è sentito quando Fedez lo derideva in quanto gay tanto da ridicolizzare la sessualità del collega in una canzone. È di questo che ci dovremmo indignare. Poi Fedez si è messo con Ferragni e ora gioca a fare il borghese radical-chic” (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter, 2 maggio 2021).

“Fedez usa la Rai per criticarmi dal palco del concertone come “la prima voce a sollevarsi contro il Ddl Zan” (senza contraddittorio). Ottima notizia: stiamo lavorando bene e dando fastidio ai rosiconi col rolex. Avanti tutta contro una legge liberticida. Stop Zan” (Jacopo Coghe @jacopocoghe – Twitter, 1° maggio 2021).

“No, Fedez non può dire ‘il c@zzo che gli pare’ in Rai. Non è il suo profilo Instagram. È la tv pubblica, pagata da tutti, e prevede ‘pluralismo’ e ‘contraddittorio’. Cose da cui fuggi quando non hai argomenti” (Jacopo Coghe @jacopocoghe – Twitter, 2 maggio 2021).

“Mi hanno appena scritto per comunicarmi che devo rinchiudermi in sacrestia e non scrivere sul Ddl Zan. Ecco ciò che ci aspetta. Ricatti, minacce e detenzione. Io non demordo. Sappiatelo” (Don Mirco Bianchi).

“Qualcuno confonde la sacra libertà di espressione con la inesistente libertà di diffamazione. Qualcuno vuole farci lezioni di diritto costituzionale con la terza elementare. Qualcuno vuole insegnarci la vita e puzza ancora di latte” (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter 2 maggio 2021).

“Che schifoso mondo di ipocriti!” (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter 2 maggio 2021).

Fedez, il cantante di sinistra in quota Partito Democratico abusa del Concertone del Primo Maggio trasmesso da RaiTre, per attaccare come autentico democratico senza possibilità di contraddittorio, coloro che non la pensano come lui sul Disegno di legge Zan, liberticida, inutile, dannoso e pericoloso.

Ecco quello che ha detto Fedez durante il Concertone trasmessa dalla televisione pubblica RaiTre (per cui siamo obbligati a pagare il canone) nel nome della libertà di esprimere odio per coloro che non la pensano come lui e la risposta di Jacopo Coghe, Vicepresidente dell’Associazione Pro Vita & Famiglia Onlus, all’attacco di Fedez. Segue un affondo di Giuliano Guzzo, sulla capolinea della sinistra: dagli intellettuali ai papagalli.

Il monologo di Fedez, “democratico e tollerante combattente contro l’odio”

È la prima volta che mi viene chiesto di inviare un testo di un mio intervento perché venisse messo al vaglio di approvazione della politica. Approvazione che a quanto pare non c’è stata in prima battuta, o meglio dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei nomi di politici e partiti ed edulcorarne il contenuto. Ho dovuto combattere un pochino, però alla fine mi è stato dato il permesso di potermi esprimere liberamente. Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che dico e faccio, sappiate però che il contenuto di questo mio intervento è stato definito inopportuno dalla vicedirettrice di Rai3.
Mi assumo delle responsabilità di ciò che dico e faccio. Sappiate che il contenuto di questo discorso è stato definito come inopportuno dalla vice direttrice di Rai Tre. Buon Primo Maggio e buona festa dei lavoratori, anche a chi un lavoro non ce l’ha e non ha potuto, da oltre un anno. E quale migliore occasione per celebrare la festa dei non lavoratori se non un palco? Per i lavoratori dello spettacolo  questa non è più una festa. Caro Mario capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo paese, però non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori del calcio e di quelli dello spettacolosi equivalgono. Quindi non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da questa emergenza. e che è regolato da normative stabilite negli anni quaranta e mai modificate.
A proposito di Superlega due parole sul personaggio del momento, il sonnecchiante Ostellari, il quale ha deciso che un ddl di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, già approvato alla camera, può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di unsingolo, cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua lotta all’uguaglianza.
Qualcuno come lui ha detto che ci sono altre priorità rispetto al Ddl Zan in questo momento di pandemia. E allora guardiamole queste priorità. Il senato non ha avuto tempo per il del per discutere: l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’indennità di bilinguismo per i poliziotti di Bolzano e, per non farsi mancare nulla, il reintegro del vitalizio di Formigoni. Quindi secondo Ostellari, il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza. Ma a proposito di diritto alla vita, il presidente dell’associazione pro vita, ultra cattolico e anti abortista Jacopo Coghe, amicane del leghista Pillon, in questi mesi è stata la prima voce a sollevarsi contro il Ddl Zan. L’antiabortista non si è però reso conto che il Vaticano ha investito 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi cari antiabortisti, caro Pillon, avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, senza accorgervi che ce l’avevate in casa. Che brutta storia.

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“Un curioso episodio alla televisione ieri sera: un musicista che invece che cantare ha letto un proclama politico da quattro foglietti spiegazzati. Strano no? Da un musicista uno si aspetta una canzone, una poesia in musica. Questo mi fa pensare alla seguente similitudine: così come un cantante, invece di cantare, legge, così un medico invece che curare il paziente, legge il bugiardino del farmaco. Ci sarà una ragione per la quale Joan Baez è una leggenda mondiale della musica” (Andrea Bollino, 2 maggio 2021).

“La festa dei lavoratori è finita, ora ci sono Fedez e topless arcobaleno. Il 1 maggio è morto. C’è il carnevale di artisti impegnati e influencer che giocano a fare le vittime. È la profezia di Augusto Del Noce sul ‘nichilismo della società opulenta’” (Giulio Meotti @giuliomeotti – Twitter, 2 maggio 2021).

Coghe risponde a Fedez lancia in resta: “Deriso mentre stavo guardando tv con mia famiglia. Lo sfido a un confronto”

“Davanti al televisore, a casa con la mia famiglia, mi sono imbattuto nel pistolotto di Fedez e ad un certo punto mi sono sentito citato e deriso senza possibilità di contraddittorio. Ma un cantante, può porre in essere questi attacchi personali senza possibilità di contraddittorio? Nelle sue parole ho percepito una violenza inaudita, tutto questo pagato con i nostri soldi, perché si tratta di servizio pubblico. La Rai non può farsi megafono di una singola voce. È vergognoso oltre che non rispettoso delle regole”, ha dichiarato Jacopo Coghe, Vicepresidente dell’Associazione Pro Vita & Famiglia Onlus, attaccato come ultracattolico e antiabortista e amicone del leghista Simone Pillon, dal cantante rap durante il concertone del primo maggio andato in onda su Raitre.

“Fedez pensi a cantare, senza condannare le opinioni degli italiani, tutelate dalla Costituzione e dal nostro diritto. Se vuol fare il politico, scenda in campo e si confronti allora in un dibattito pubblico e mostri tutta la sua ignoranza sul tema. La sua è solo propaganda, non conosce i contenuti del Ddl Zan, non è in grado di entrare nei singoli temi e pubblicizza l’antiomofobia come fosse uno smalto. Si metta in gioco, lo aspetto per un confronto alla pari”, ha concluso Jacopo Coghe.

“Nella giornata dei diritti dei lavoratori, Fedez, contravvenendo alle regole Rai, ha sfilato con il cappellino Nike, dimenticando la tempesta di polemiche sullo sfruttamento del lavoro minorile in Cambogia che investì proprio quella multinazionale. Probabilmente le polemiche montate dal cantante erano finalizzate a dare più visibilità a chi lo paga per questa sfilata. Chi ha consentito a Fedez di fare pubblicità alla Nike?” (Massimiliano Capitanio).

Intanto, è diventata non solo un fenomeno social, ma anche un caso politico la partecipazione di Fedez al Concertone del Primo Maggio, trasmesso ieri da RaiTre.

“Chi gli ha consentito di fare un comizio per privare della libertà di espressione chi non la pensa come lui o per minacciare la libera attività parlamentare?” (Massimiliano Capitanio).

La Rai, attraverso una nota replica alle accuse di Fedez sulla “censura” da parte di Rai3: “In riferimento al video pubblicato sul suo profilo Twitter da Fedez, notiamo che l’intervento relativo alla vicedirettrice di Rai3 Ilaria Capitani (l’unica persona dell’azienda Rai tra quelle che intervengono nella conversazione pubblicata da Fedez) non corrisponde integralmente a quanto riportato, essendo stati operati dei tagli. Le parole realmente dette sono: ‘Mi scusi Fedez, sono Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai3, la Rai non ha proprio alcuna censura da fare. Nel senso che la Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà. Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok? Non è questo. Dopodiché io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua”.

“Basta con il teatrino della censura, Fedez ha confuso il 1° maggio con la Festa de l’Unità. La libertà di espressione sarà sempre garantita anche a chi, come lui, ha usato il palco dei lavoratori per fare squadrismo politico senza contraddittorio. Fa paura la sua lista di proscrizione senza contraddittorio e che si usi mezzo milione di euro dei cittadini per fare comizi, recitando un pietoso copione. La Rai ha il dovere di tutelare tutti, non solo i promoter milionari del Pd”, ha dichiarato Massimiliano Capitanio, deputato della Lega e Capogruppo in Vigilanza Rai, che poi aggiunge: “Nella giornata dei diritti dei lavoratori, Fedez, contravvenendo alle regole Rai, ha sfilato con il cappellino Nike, dimenticando la tempesta di polemiche sullo sfruttamento del lavoro minorile in Cambogia che investì proprio quella multinazionale. Probabilmente le polemiche montate dal cantante erano finalizzate a dare più visibilità a chi lo paga per questa sfilata. Chi ha consentito a Fedez di fare pubblicità alla Nike? Chi gli ha consentito di fare un comizio per privare della libertà di espressione chi non la pensa come lui o per minacciare la libera attività parlamentare?”.

“Esercizio di immaginazione: che telefonate avrebbe ricevuto #Fedez, testimonial Amazon, se sul palco della festa dei lavoratori avesse parlato con foga e indignazione delle condizioni dei lavoratori Amazon?” (Lorenzo Pregliasco @lorepregliasco – Twitter, 2 maggio 2021).

Il sermone di Fedez, capolinea della sinistra
di Giuliano Guzzo
Giulianoguzzo.com, 2 maggio 2021


Giusto quel minutino scarso per ricordare i lavoratori, una parentesi quasi di sfuggita, e più del doppio del tempo per spargere letame sulla Lega di Salvini, sui pro family e sui pro life. Il sermone del primo maggio di Fedez a me è sinceramente piaciuto. Di più: ritengo andrebbe studiato a Scienze politiche. Sì, perché fotografa meglio di tanti manuali e con nitore la parabola  – in realtà in corso da anni – della sinistra: il trasloco dai diritti sociali ai diritti civili, dagli operai sfruttati agli influencer miliardari, da Mirafiori a CityLife. Un’aristocratizzazione spietata, che a sua volta spiega l’avvento del sovranismo, rivolta di chi vorrebbe risposte sulla fine del mese più che alla fine delle stories.

Ancora, il sermone di Fedez è utile pure per capire il pensiero progressista: se chiedi ad un artista straricco che va sulla tv pagata dai contribuenti d’evitare comizi, allora è squallida censura; se però un cittadino qualunque – per affermare che il matrimonio è tra uomo e donna, che i bambini han bisogno di padre e madre e che l’utero in affitto è un crimine – rischia una denuncia per omofobia, beh: quella è sacrosanta lotta alle discriminazioni. Logica ferrea, non c’è che dire. Infine, lo show del marito di Chiara Ferragni è da incorniciare perché mostra come si possa parlar mesi d’una norma, il Ddl Zan, senza mai mostrare d’averla letta, senza mai andare nel merito. Anche qui, la metamorfosi della sinistra è tristemente spettacolare: dagli intellettuali ai pappagalli.

Fedez, nani e ballerine, leader della sinistra
Il problema non è nemmeno il rapper lingualunga, un Narciso senza talento, quanto la sinistra che lo elegge a leader
di Emanuele Boffi
Tempi.it, 3 maggio 2021


Il rapper lingualunga che non ha voce per cantare, ma solo per fare le prediche, è salito sul palco del concertone del Primo Maggio e, frignando contro ogni censura, ha fatto lo spot alla legge bavaglio.

Il rapper lingualunga, testimonial Amazon (nota cooperativa sociale), con in testa un berretto Nike (altra cooperativa sociale), ha spiegato al concerto dei sindacati e nel giorno della festa dei lavoratori che la vera emergenza è il ddl Zan, assillo che fa trascorrere notti insonni a milioni di disoccupati.

Il rapper lingualunga non sa di cosa parla, ma parla; come se il problema – al pari di quegli altri due fessi di Pio e Amedeo – fossero gli insulti, quando, invece – basterebbe informarsi – il problema è il cuore di una legge inutile che ha il solo scopo di obbligare tutti a conformarsi a un pensiero totalitario.

Però il rapper lingualunga, uno molto onesto, uno che si registra quando fa le telefonate, dice che lo censurano. Lo censurano quelli di Rai 3, noto covo di fascioleghisti, e la dirigente Rai Ilaria Capitani, ex portavoce di Veltroni. L’hanno così censurato che ha potuto sparare a zero contro tutti, sulla tv pubblica, senza contraddittorio. Pensa te cosa gli avrebbero fatto se fosse salito sul palco per dire che “i bambini hanno bisogno di una mamma e un papà”. Come minimo lo lapidavano.

Ma il problema vero non è nemmeno il rapper lingualunga, un Narciso senza talento che ha trovato un modo astuto per portare a casa la pagnotta milionaria: esporre se stesso, la moglie e il figlio su ogni canale social e in ogni occasione propizia per venderci le sue canzonette, i suoi vestitini, i suoi pigiamini, le sue nevrosi adolescenziali.

Il problema è la sinistra che gli va dietro. Dal tempo dei faraoni, ogni potere ha la sua corte, il suo harem, i suoi nani e le sue ballerine. Per anni gli artisti del concertone del Primo Maggio erano quelli della corte che seguiva il Partito. Questo dettava le parole, loro ci mettevano la musica. Ora i ruoli si sono invertiti, ed è questo che fa scadere la tragedia in farsa.

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