Giusto per sapere… lo chiediamo con il Mons. Ics di Stilum curiae, per un amico

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“Costruire ponti sugli argomenti più divisivi, significa avere il coraggio di mettersi in discussione, partendo dal presupposto che nella vita dell’uomo non ci possono essere solo punti di vista ma valori fondanti che non possono essere cambiati a seconda dei desideri dei singoli” (DonSa @Don_Lazzara – Twitter, 1° maggio 2021).

Delegittimizzato dai suoi stessi comportamenti, l’Uomo che Veste di Bianco e firma come Francesco (non come Francesco P.P. come i suoi predecessori, senza l’abbreviazione di Pastor Pastorum postposto al suo nome… d’altronde è lui stesso che non solo si è auto-degradato dal ruolo di “vicario di Gesù Cristo”, considerato un titolo solo storico, ma ha esortato “ad abbandonare la logica velenosa del si è sempre fatto così”) continua a sfornare un Motu proprio dopo l’altro, che fra l’altro fanno da specchietti per le allodole e distraggono l’attenzione dai veri problemi della Curia Romana, della Chiesa Cattolica Romana e della Fede Cattolica. In pochi si sono decisi ad esprimere il loro disaccordo, di fronte al colpevole silenzio della stragrande maggioranza della gerarchia. Il popolo di Dio continua a subire e – peggio ancora – coloro che avrebbero il compito di parlare – giornalisti e comunicatori – continuano a tacere e sembrano pure approvare dei comportamenti riprovevoli.

Nei giorni scorsi ci siamo fermati ad analizzare (attenzione, non a giudicare… “chi siamo noi a giudicare” d’altronde) i due ultimi – in ordine di tempo – Motu proprio firmati e promulgati dal Sovrano dello Stato della Città del Vaticano: il primo del 26 aprile 2021 e pubblicato il 29 aprile (recante disposizioni sulla trasparenza nella gestione della finanza pubblica); il secondo del 30 aprile 2021, pubblicato lo stesso giorno e in vigore da oggi, 1° maggio 2021 (recante modifiche in tema di competenza degli organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano):

A margine. Scorrendo i titoli sui giornali e nei social, sul limite di 40 Euro per i regali che i funzionari della Curia Romana e dello Stato della Città del Vaticano possono ancora accettare, abbiamo notato che nessuno dei vaticanisti a doppia spunta blu ne hanno evidenziato il ridicolo (anzi quasi tutti l’hanno messo in evidenza in modo seriessimo): da oggi coloro che avrebbero ancora la voglia di far recapitare (alla luce del sole) una “regalia” ad un funzionario pontificio (e lasciamo stare i cardinali e i dirigenti, abituati a ben altro), dovranno accompagnarla dalla fattura, per permettere al destinatario di verificare se sia penalmente possibile accettarla o meno. Ma dai.

Oggi ritorniamo su questi due Motu proprio, con l’ausilio (in modo altrettanto scherzoso, ma non meno serio) del blog Stilum Curiae curato dall’amico e collega Marco Tosatti.

Foto di Vincenzo Pinto/AFP.

Mons. Ics: ma Quanti Motu Proprio ha Pubblicato il Papa Ieri?
di Marco Tosatti
Stilum Curiae, 1° maggio 2021


I giornali sono pieni e in adorante ammirazione del nuovo Motu Proprio del Pontefice regnante. Mons. Ics ci ha inviato questa riflessione, a mezza strada fra il serio e lo scherzoso. Scegliete voi da quale parte fare pendere la bilancia…

* * *
(solo per scherzare un po’)

Caro Tosatti, non son sicuro di aver capito quanti Motu proprio abbia scritto il Papa.

Del primo ci informa Vatican News e si riferisce alla trasparenza delle finanze in Vaticano – Quello che Il Foglio di Cerasa titola “Il Populismo finanziario di Francesco”, e si riferisce al fatto che i dirigenti vaticani devono avere la fedina penale pulita, non devono aver beni in paradisi fiscali, non devono investire in azioni non etiche, non devono accettare regali di valore superiore a 40 euro, ecc.

Il SIR invece parla di un altro Motu proprio: LA SVOLTA DEL PAPA: i reati dei cardinali giudicati dai laici in Tribunale. Ora, i reati sono di vario genere, sono materiali, di condotta, di danno, di pericolo, omissivi, istantanei e permanenti, ecc.

La prima considerazione è che ora partiranno denunce anonime a tutt’andare e riempiremo i tribunali di processi contro cardinali. Magari dopo dieci anni saranno anche assolti perché il fatto non sussiste o per mancanza di prove. Ma poiché è necessaria l’autorizzazione del papa, possiamo facilmente immaginare per quali cardinali potrà venir concessa l’ autorizzazione a procedere e per quali reati denunciati…

La seconda considerazione è che con questo Motu proprio il sacramento della confessione, per i cardinali (tanto per cominciare) è finito! Magari qualcuno insinua che così non svuotiamo i confessionali, ma certo non è vero per tanti santi cardinali, quelli che vorremmo tutelare. I nuovi confessori saranno i giudici dei tribunali che dovranno seguire un apposito corso di dottrina morale, teologia, apologetica, diritto canonico, ecc. per poter condannare o meno detti cardinali. Ma dove verranno incarcerati i colpevoli? Bel problema…

Terza considerazione. Mentre nel codice civile e penale il reato di apostasia e eresia non esiste, in quello canonico è piuttosto grave. Facciamo giudicare anche questo reato da un tribunale civile o penale? Mica male come prospettiva. Con questo motu proprio si può togliere dai piedi i cardinali che non vuole che entrino nel prossimo Conclave, ridimensiona la confessione, fa decidere dai tribunali laici il peggior delitto commesso da un cardinale: l’eresia.

Ma in più, secondo lei caro Tosatti, per estensione democratico-egualitaria, questo Motu proprio sarà riferibile anche ai “reati” commessi dal Vescovo di Roma?

Giusto per sapere…

Mons. Ics.

Postilla

Bravo Mons. Ics. Lui sì che ha capito tutto. Infatti, visto che siamo tutti democraticamente (e penalmente) egualitari e dobbiamo tutti essere “giustiziati” – mi sia permesso il gioco di parole, anche se “a volte non capisco se siamo noi a giocare con le parole o se sono le parole a prendersi gioco di noi! (Valentina Villano) – allo stesso maniera, secondo il pensiero bergogliano, anche Papa Francesco potrebbe essere giudicati come tutti. Ovviamente, con l’autorizzazione di Papa Bergoglio. D’altronde, dice di se stesso che è una persona “normale” e che ci tiene a porta lui stesso la sua borsa mentre sale le scale dell’Aereo Papale. Successivamente, ovviamente, come giusta sia, c’è l’Aiutante di camera che ci pensa, alla borsa come anche alle valigie da stiva papali. Mancherebbe ancora.

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