Cosa pensare della proposta di un quinto dogma mariano, proclamando ex cattedra la Vergine Maria “corredentrice”? – Parte 3

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Prosegue dalla seconda parte.

“Corredentrice” nella teologia cattolica è l’attributo della Madonna, che in quanto Madre di Gesù Cristo Redentore, ha cooperato con suo divin Figlio alla redenzione del genere umano.

“Teologi”: R. Laurentin, amico fondamentale di Medjugorje ma nemico della Corredenzione (ed ecumenista)
Radiospada.org, 30 aprile 2021


Due premesse:

1. Il culto mariano non è riducibile né ad una variante devozionale tra le opzioni del pantheon ecumenico, come pare seguire dalla “logica” neomodernista, né ad un sentimentalismo vuoto. Si tratta di un culto fondamentale per la salvezza, anche per questa ragione le Edizioni Radio Spada hanno dato recentemente alle stampe Il Libro d’Oro di Maria Santissima, 528 pagine [*].

2. Sulla evidente problematicità dei fatti di Medjugorje gli elementi sono talmente numerosi e concordanti da rendere sostanzialmente impossibile anche solo dubitare della gravità di quel fenomeno. Per questo rimandiamo al [Dossier Medjugorje] Perché il fenomeno Medjugorje non c’entra nulla col Cattolicesimo [QUI] [**].

Che accade dunque? Anzi, che accadeva? Un fatto non molto noto alla maggioranza dei cattolici che oggi se la prendono – giustamente! – con Bergoglio per gli ostacoli alla futura proclamazione del dogma di Maria Corredentrice.

René Laurentin (1917-2017) fu l’uomo-cardine della promozione in campo “teologico” del fenomeno medjugoriano: ordinato prete nel 1946, “esperto” al Concilio, editorialista de Le Figaro, membro della Pontificia accademia mariana internazionale, fu uno dei principali sdoganatori degli episodi balcanici.

Se molto, anzi moltissimo, si potrebbe dire sulle contraddizioni, devianze e ambiguità del carrozzone-Medjugorje, sul grande promotore dell’operazione, Laurentin, basti dire che era ecumenista e nemico dichiarato della definizione del dogma della Corredenzione, oltre che freddino sui titoli mariani di Avvocata e Mediatrice di tutte le grazie.

Quando nel 1996 si tenne il 12° Congresso Mariano in Polonia, dalla Pontificia accademia mariana internazionale fu chiesto di studiare la possibilità e l’opportunità della definizione dei titoli mariani di «Mediatrice», «Corredentrice» ed «Avvocata». Si costituì un gruppo “qualificato” di teologi. E già qui si ebbe il primo scandalo. A 15 “cattolici” furono aggregati eretici e scismatici (un luterano, un anglicano e tre “ortodossi”). Tra i 15 “cattolici” ovviamente figurava il Laurentin. Il testo che ne uscì era a metà strada tra una confessione di colpevolezza e un grottesco tentativo – speriamo almeno in buona fede – di affossare l’avanzamento del culto mariano per non dispiacere i nemici della Chiesa. Riportiamo di seguito le righe imbarazzanti che ebbero l’ardire di scrivere, con grassettature nostre (fonti QUI, QUI e QUI:

1. I titoli, come vengono proposti, risultano ambigui, giacché possono comprendersi in modi molto diversi. È parso inoltre non doversi abbandonare la linea teologica seguita dal Concilio Vaticano II, il quale non ha voluto definire nessuno di essi: non adoperò nel suo magistero il titolo di «Corredentrice»; e dei titoli di «Mediatrice» ed «Avvocata» ha fatto un uso molto sobrio (cf. Lumen gentium 62). In realtà il termine «Corredentrice» non viene adoperato dal magistero dei Sommi Pontefici, in documenti di rilievo, dai tempi di Pio XII. A questo riguardo vi sono testimonianze sul fatto che Egli ne abbia evitato intenzionalmente l’uso. Per quanto concerne il titolo di “Mediatrice” non si dovrebbero dimenticare eventi storici abbastanza recenti: nei primi decenni di questo secolo la Santa Sede affidò a tre commissioni diverse lo studio della sua definibilità; tale studio portò la Santa Sede alla decisione di accantonare la questione.

2. Anche se si attribuisse ai titoli un contenuto, del quale si potrebbe accettare l’appartenenza al deposito della Fede, la loro definizione, nella situazione attuale, non risulterebbe tuttavia teologicamente perspicua, in quanto tali titoli, e le dottrine ad essi inerenti, necessitano ancora di un ulteriore approfondimento in una rinnovata prospettiva trinitaria, ecclesiologica ed antropologica. Infine i teologi, specialmente i non cattolici, si sono mostrati sensibili alle difficoltà ecumeniche che implicherebbe una definizione dei suddetti titoli.

Ovviamente gli autori stavano accuratamente zitti sull’incredibile mole di documenti in favore della Corredenzione, sul ricorso del termine in documenti ufficiali di Congregazioni Romane e, salvo una frasetta, sul suo utilizzo chiarissimo nel Magistero Pontificio (si pensi a ciò che insegnò Leone XIII in Supremi apostolatus: “Infatti la Vergine Immacolata, prescelta ad essere Madre di Dio, e per ciò stesso fatta corredentrice del genere umano, gode presso il Figlio di una potenza e di una grazia così grande che nessuna creatura né umana né angelica ha mai potuto né mai potrà raggiungerne una maggiore”).

Si potrebbe chiudere qui, con un sorriso amaro, dal momento che son fatti che si commentano da soli. Ma c’è di più. Nel 2000, pochi anni dopo quanto riportato, il New York Times tornò sul tema scrivendo: «Padre Laurentin ha affermato che il dogma proposto sarebbe l’equivalente del lancio di “bombe” contro i protestanti e allargherebbe la frattura tra il Vaticano e la Chiesa ortodossa orientale. […] ”Non c’è mediazione o corredenzione se non in Cristo. Lui solo è Dio”» [QUI].

Sipario.

[*] Il Libro d’Oro di Maria Santissima. Il trattato della vera devozione alla Santa Vergine, Le Glorie di Maria, una Nota su Maria Corredentrice e le principali devozioni mariane per salvare noi stessi e il nostro prossimo

Se non può dirsi casuale il legame che unisce il disastro della gerarchia neomodernista con il crescente disprezzo per il culto mariano, una volta di più val la pena di gridare, con Sant’Antonino: Si Maria pro nobis, quis contra nos?
Ecco in poche battute lo spirito che ha animato la preparazione di questo volume, o meglio: di questa raccolta di capolavori mariani. E, ove ci toccasse aggiungere qualche riga per spiegare le ragioni che devono farci leggere queste pagine, diremmo che Maria non è abbastanza conosciuta, nemmeno tra i cattolici e nemmeno tra alcuni dei cattolici più sapienti, compresi certi che se ne dicono cultori ed esperti; dovremmo affermare, insomma, che la devozione alla Madre di Dio – fondamentale per la salvezza eterna dei singoli e per la prosperità dei popoli – è poco e mal praticata perché è poco e mal appresa ed amata.
Ora derubricata come superstizione, ora ostacolata da false dottrine, ora ridotta a un vuoto e opportunistico sentimentalismo, ora apertamente negata, la pratica del culto alla Vergine Maria attraversa una delle sue fasi più critiche.
Nemici esterni di mille sette, nemici interni alla Chiesa, falsi amici, amici tiepidi: la lista da svolgere sarebbe troppo lunga per raccogliere anche per sommi capi le categorie di chi lavora contro la causa di Maria; se nei primi secoli gli eretici se la prendevano con la Divina Maternità, oggi attaccano il titolo di Corredentrice e di Mediatrice di tutte le grazie, ma il fomite dell’avversità resta sempre lo stesso. Mai come ora, dunque, pare necessario agere contra” (dalla Nota delle edizioni Radio Spada).
Indice
Nota delle edizioni Radio Spada
Il trattato della vera devozione alla Santa Vergine di San Luigi Maria Grignion de Montfort
Introduzione
Parte prima – Della devozione alla Santa Vergine in generale
Parte seconda – Sulla devozione più eccellente alla Santa Vergine ovvero la perfetta Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria
Consacrazione di sé stesso a Gesù Cristo
Sapienza Incarnata per le mani di Maria
Le Glorie di Maria di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
Introduzione
Parte prima (Sulla Salve Regina)
Parte seconda (Sulle Sette Feste principali di Maria; sui suoi Sette Dolori; sulle sue Virtù; Ossequi, Esempi, Orazioni)
Nota su Maria Corredentrice
Le principali devozioni mariane per salvare noi stessi e il nostro prossimo

[**] Al riguardo di questa nota critica di Radiospada.org, in riferimento al caso Medjugorje (che peraltro non c’entra con l’argomento di questo dossier), invitiamo di leggere anche:

Il papa autorizza i pellegrinaggi a Medjugorje – 14 maggio 2019
Arcivescovo Henryk Moser: «Medjugorje è il segno di una Chiesa viva». «Colpito dalle molte conversioni e dalle tante confessioni» – 12 maggio 2019
“Noi dobbiamo pregare, non commentare, come siamo abituati a fare, perché pensiamo di sapere tutto. Ma noi non sappiamo niente!” – 11 novembre 2017
Il caso Medjugorje. Un dossier del 2006 riproposto per aituare a capire – 9 giugno 2012

Non c’è Cattolicesimo senza Maria Corredentrice!
di Massimo Micaletti
Radiospada.org, 13 dicembre 2019


La Corredenzione, a mio modesto avviso, non ha bisogno di essere proclamata: è nella storia e nella natura di Maria. Se crediamo al Vangelo, sappiamo che Maria è Corredentrice, così come è sufficiente qualche minimo rudimento di teologia cattolica per esser certi – dogma o no – che è stata concepita senza peccato e che è stata assunta in Cielo. È così, non possiamo farci nulla: l’unico modo di negare che la Madre di Gesù sia Immacolata e Corredentrice è sovvertire i fondamenti della nostra Fede, a cominciare dalle Scritture e perdersi in blasfemie tipo che quando Gesù parlava non c’era un registratore.

Una donna – una creatura – non può schiacciare il serpente se non è Immacolata; non lo respinge, non lo sfugge, non lo vince: lo schiaccia. Né può schiacciare il serpente senza perciò corredimere il genere umano e il creato tutto. Cristo ha redento il mondo con la Sua Passione, Maria lo ha corredento con la sua Compassione, come predettole peraltro da Simeone: “Questo bambino è destinato ad essere causa della rovina e della resurrezione di molti in Israele e a diventare un segno di contraddizione; la stessa tua anima sarà trapassata da una spada” [1]. E non dimentichiamo che la Vergine, essendo “piena di Grazia”, sapeva d sempre quel che suo Figlio avrebbe sofferto, sicché, come madre, ha sofferto con Lui da subito, al pensiero di quel che sarebbe accaduto: Maria sapeva della Resurrezione, ma sapeva anche del tradimento, del processo ingiusto, delle torture, della salita Calvario, della Crocifissione, della morte del suo adorato Fligliolo.

È Pio IX, nella Bolla dogmatica Ineffabilis Deus, che scrive: “I Padri videro designati [nei versetti della Genesi] Cristo Redentore e Maria congiunta con Cristo da un vincolo strettissimo e indissolubile, esercitando insieme con Cristo e per mezzo di Lui sempiterne inimicizie contro il velenoso serpente, e riportando sopra di lui una pienissima vittoria”. Vien quasi da dire, iuxta moda, che, più che di Fede, si tratta di logica.

Come sempre accade, la proclamazione di un dogma non è né illogica né irrazionale, è come la scoperta di un tesoro che non può essere che in dato luogo e lo scopritore lo trova con una serie di deduzioni e indizi e prove e passi. La proclamazione di un dogma è la conseguenza irresistibile e l’invincibile conclusione che esiste qualcosa che ci supera ma non per questo è ingiustificato o, tanto meno, inventato.

Però, il dato oggettivo che la Corredenzione ad opera di Maria sia scritta a caratteri cubitali nel Vangelo e nella storia del cattolicesimo e che quindi, dogma o no, sia evidente come è evidente che se sboccia un fiore devono esserci una pianta e, prima ancora, un seme, ebbene ciò non permette di negarla o di metterla in discussione; all’opposto impone di riconoscerla, che sia proclamata o no, anche perché ve ne sono numerose inoppugnabili conferme. Tralasciando – per modo di dire – la circostanza che è stata ella stessa a chiedere di essere riconosciuta Corredentrice, Mediatrice ed Avvocata nelle apparizioni di Amsterdam del 1953, approvate dalla Chiesa nel 2002, non si può infatti dimenticare che molti Santi e Beati hanno invocato tale titolo per Maria: per citarne solo due, Padre Pio e San Massimiliano Kolbe.

Qualcuno obietta che parlare di contributo di Maria alla Redenzione comporterebbe che l’opera sola di Cristo, che è Dio, non fosse bastevole, il che sarebbe chiaramente inaccettabile; ma tale implicazione non è affatto necessaria. È come dire che Dio non sarebbe Onnipotente perché ha scelto di incarnarsi nel seno di Maria e farsi uomo anziché entrare direttamente nella storia per altre vie. Dio ha scelto di passare per Maria per indicarci la strada; Maria stessa ci ha indicato la strada; Dio ha voluto che Maria ci corredimesse. Lo ha voluto Lui, in tutta la storia di Maria, dal concepimento all’Assunzione, sicché l’obiezione che l’intervento della Vergine toglierebbe qualcosa – cosa poi? – alla Redenzione per Cristo non ha gran spessore. Vengono in mente quelli che dicono che non si dovrebbe pregare Maria perché chiede a Maria di intercedere significherebbe che c’è “qualcuno più buono di Dio” che può chiederGli quello che Lui non vuol dare: tornando al parallelo illuminante dell’Incarnazione, sarebbe come dire che Dio ha avuto bisogno di Maria perché non sarebbe stato in grado di plasmare un uomo (per giunta Suo Figlio e Sua seconda Persona).

La Corredenzione è un grosso impiccio se si vuol andare d’accordo coi luterani ma pazienza: far torto alla verità e al buon senso non è mai un buon punto di partenza per invitare alla conversione, sempre ammesso che si voglia convertire qualcuno o solo andarci d’accordo.

Su questo punto, un’ultima annotazione in queste riflessioni senza nessuna pretesa. San Pio X, nella Ad diem illum [2] indica la Madre di Gesù non solo come Corredentrice e Mediatrice, ma anche come Trionfatrice di ogni eresia: nel rapporto col protestantesimo, Maria è il cuneo, è “la contraddizion che nol consente”, non si può accogliere nessuna delle eresie che assediano la Chiesa senza ferire la figura, l’opera e la stessa natura della Vergine per come il Vangelo e il cammino della Chiesa ce le hanno chiaramente definite [3]. Difendere Maria, venerarla, comprenderne appieno l’importanza e la centralità nella storia della salvezza non è solo render giustizia alla verità e all’amore della Vergine per noi e per Suo Figlio, che lei ha cresciuto e protetto e accompagnato alla tortura e alla morte, ma anche riconoscere e respingere l’errore contro la Chiesa, per la salvezza dell’anima.

Note

[1] Lc, 2, 34-35.
[2] https://www.radiospada.org/2019/02/ad-diem-illum-la-fondamentale-enciclica-di-san-pio-x-sullimmacolata-corredentrice-mediatrice-e-trionfatrice-di-ogni-eresia/
[3] Sia sufficiente osservare che la prima volta che si trova applicato a Maria il termine di Corredentrice è nel XV secolo, mentre il titolo di Redentrice lo si trova già nel X secolo (cfr. R. Laurentin, Le titre de Corédemptrice in “Marianum”, n. 13, 1951, p. 429).

Viva Cristo Re!
Viva Maria Regina!
Viva Maria Corredentrice!
Viva Maria Mediatrice di tutte le grazie!

Viva Maria Avvocata del popolo di Dio!

Iuxta crucem

Segue la quarta parte.

Foto di copertina: la Madonna di Medjugorje, la Gospa ha reso unico e speciale un altrimenti anonimo paesino della Bosnia Erzegovina, che dal 1981 attrae migliaia di fedeli da tutto il mondo.La statua si trova sul Podbrodo, una collina brulla disseminata di pietre rosse, un tempo impraticabile se non da greggi e animali selvatici. Situato alle pendici del monte Crnica, poco lontano dal villaggio di Bijacovici, paese d’origine dei sei veggenti, si trova a un chilometro e mezzo dalla Chiesa parrocchiale di San Giacomo. A renderlo così speciale è il fatto che esso è il luogo dove sono avvenute le prime apparizioni della Madonna di Medjugorje. Per questo oggi è conosciuto come Collina delle Apparizioni, ed è divenuto per tutti i fedeli in pellegrinaggio a Medjugorje il luogo per eccellenza di meditazione e di dialogo personale con la Madonna.

Ai piedi della Collina delle Apparizioni, dove è stato creato un angolo per la preghiera, è presente una croce di legno verniciata con colore azzurro, la Croce Blu.

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