L’ennesima operazione di facciata targata Domus Sanctae Marthae
Aldo Maria Valli oggi sul suo blog Duc in altum di oggi, accompagna la Lettera apostolica in forma di Motu proprio di Papa Francesco, recante disposizioni sulla trasparenza nella gestione della finanza pubblica, con un breve commento, che riportiamo di seguito. Conclude Valli: “Ancora una volta Bergoglio pare determinato a screditare l’immagine e il prestigio della Chiesa pur di emergere come moralizzatore e trarne vantaggio personale. Ma la Storia insegna che il culto della personalità, proprio delle dittature, si muta facilmente in damnatio memoriae”.
Ci siamo già occupati delle recenti modifiche apportate dal Papa regnante alla legislazione dello Stato della Città del Vaticano (definite da Valli “proclami” che “rappresentano un’ennesima operazione di falsificazione della realtà, in cui ciò che viene divulgato corrisponde all’esatto contrario di quanto avviene”, una “operazione di facciata” da noi descritta come “specchietti per le alodele”):
– Dirigenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano devono essere senza macchia. Niente beni o investimenti in paradisi fiscali, niente condanne o indagini per tutta una serie di reati – 29 aprile 2021
– In Vaticano da domani cardinali e vescovi saranno giudicati per reati penali comuni come tutti gli altri… previa autorizzazione del Sommo Pontefice – 30 aprile 2021
– Specchietti per le allodole – 30 aprile 2021
Vaticano/Nuove disposizioni sulla trasparenza. Ennesima operazione di facciata
di Aldo Maria Valli
Duc in altum, 30 aprile 2021
Il nuovo motu proprio ha dell’incredibile. Delle due l’una: se il papa si vede costretto a far firmare una tale dichiarazione ai cardinali e agli altri dirigenti di prima fascia, significa che non ha alcuna fiducia nel personale che lui stesso ha selezionato; oppure che lo stato di corruzione, malcostume e immoralità nei Sacri Palazzi è endemico. In entrambi i casi, la classe dirigente vaticana ne esce malissimo. Oppure, ed è una terza possibilità, il papa ha deciso il provvedimento pro domo sua, per mostrare al mondo quanto è bravo nella lotta alla disonestà. Ma anche in questo caso l’operazione risulta devastante per la credibilità della curia romana, dello Stato della Città del Vaticano e della Santa Sede. Ma non pare che tale credibilità stia poi tanto a cuore all’attuale inquilino di Santa Marta.
Se un osservatore esterno può forse credere all’immagine mediatica di un Bergoglio integerrimo impegnato nella lotta alla corruzione ma vittima dei suoi collaboratori, chi conosce le dinamiche d’Oltretevere sa che i proclami odierni rappresentano un’ennesima operazione di falsificazione della realtà, in cui ciò che viene divulgato corrisponde all’esatto contrario di quanto avviene. Chi come monsignor Carlo Maria Viganò tentò di combattere la corruzione e si adoperò con efficacia al risanamento del bilancio del Governatorato, fu “promosso” (promoveatur ut amoveatur) e la squadra dei suoi collaboratori di fiducia dispersa, perché rappresentava una minaccia al sistema. Al più valido di loro, Eugenio Hasler, il papa misericordioso riservò un trattamento inqualificabile: da lui stesso convocato, fu licenziato sui due piedi senza fornirgli alcuna motivazione, consegnato alla gogna mediatica e distrutto nella sua dignità [QUI].
Da ricordare anche che l’opera meritoria del cardinale Pell e di altri ottimi amministratori dei beni della Sede Apostolica fu bloccata da accuse infondate e da una vera e propria persecuzione, che portò il cardinale australiano a subire l’ingiusta condanna del carcere dalla quale è stato poi totalmente assolto. Viceversa, gli artefici del dissesto finanziario vaticano non solo rimangono al proprio posto, ma vengono oggi affiancati da personaggi ampiamente compromessi e, di conseguenza, estremamente ricattabili e manovrabili.
Gli scandali vaticani che vanno emergendo in questi mesi, compresi gli investimenti azionari in aziende farmaceutiche produttrici di farmaci abortivi, non possono essere insabbiati da operazioni di facciata; né la rimozione del cardinale Becciu dopo la denuncia delle speculazioni immobiliari a Londra può attenuare le gravissime responsabilità di chi crede di poter incantare l’opinione pubblica con un roboante motu proprio, dopo aver creato le premesse della corruzione e del conflitto di interessi con la rimozione di quanti avrebbero potuto invece sanare definitivamente una inveterata situazione di malcostume.
Ancora una volta Bergoglio pare determinato a screditare l’immagine e il prestigio della Chiesa pur di emergere come moralizzatore e trarne vantaggio personale. Ma la Storia insegna che il culto della personalità, proprio delle dittature, si muta facilmente in damnatio memoriae.