Mentre ieri sembrava che tutto fosse bloccato, il DDL Zan, liberticida, inutile, dannoso e pericoloso, avanza al Senato #RestiamoLiberi

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Come abbiamo riferito ieri [Rimane insabbiato al Senato il Ddl Zan, liberticida, inutile, dannoso e pericoloso. #RestiamoLiberi – 27 aprile 2021], questa mattina alle 08.30 la Commissione Giustizia del Senato era stata convocata per votare la calendarizzazione del Ddl Zan liberticida, inutile, dannoso e pericoloso. Apprendiamo da un tweet Amnesty International (che invece dovrebbe difendere le libertà personali, di pensiero e di espressione): “La legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo è stata calendarizzata in Commissione Giustizia al Senato. Un passo avanti importante per l’approvazione definitiva di una legge sempre più necessaria!”. Poi leggiamo le agenzie: “Si sblocca il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia al Senato: è stato incardinato nella commissione Giustizia dopo settimane di polemiche, rimpalli pressing e resistenze. La calendarizzazione è passata con 13 sì e 11 no. A chiedere da tempo l’avvio della discussione sono Pd, M5s, Leu e Italia viva. Contrario il centrodestra. Il provvedimento è stato approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre 2020”. Alessandro Zan, noto attivista LGBT e deputato Pd, a cui il Ddl liberticida, inutile, dannoso e pericoloso è intestato ha twittato: “La legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo è stata calendarizzata in Commissione Giustizia al Senato. Finalmente ora può iniziare la discussione anche in questo ramo del Parlamento, per l’approvazione definitiva”.

Quindi, il DDL Zan avanza al Senato, mentre ieri sembrava che tutto fosse bloccato, secondo quanto Pro Vita & Famiglia aveva scritto “che Italia Viva ha dichiarato in aula di essere d’accordo con le obiezioni del mondo femminista sul Ddl Zan, aprendo così una vera e propria crisi per il Disegno di legge sull’omotransfobia. Senza i voti di Italia Viva, infatti, non c’è maggioranza per l’approvazione del testo. (…) Si è ormai ben capito, anche all’interno della maggioranza, che c’è qualcosa che non va nella sua formulazione e che la questione non si può ridurre allo scontro tra paladini della libertà e della democrazia da un lato e omofobi cattivoni, dall’altro, perché è in gioco la libertà di espressione, stessa”.

Va ricordato, che il Ddl Zan, liberticida, inutile, dannoso e pericoloso, vorrebbe introdurre nelle scuole corsi di educazione sull’ideologia gender, fortemente condannata da Papa Francesco. Inoltre, che si sono levate non poche voci contrari, anche lontane dal mondo cattolico come il leader comunista Marco Rizzo, di esponenti del mondo femminista e di personaggi trans come Platinette.

Immediata la reazione molto dura dei responsabili del Family Day, “stupiti e preoccupati da incardinamento di Ddl inutile e liberticida, bocciato anche da vescovi e femministe”: “Il Family Day esprime tutto il suo sconcerto e grande delusione per la decisione della Commissione giustizia del Senato di incardinare il Ddl. Pd, M5s, Leu e Italia viva sono degli irresponsabili e violano l’appello all’unità del premier Draghi e del presidente Mattarella, portando avanti una proposta inutile e dannosa.
Il centro-sinistra ha rifiutato di ascoltare il grido delle associazioni familiari, dei vescovi italiani, delle femministe e di tante voci di estrazione liberale che hanno espresso molte perplessità su questo provvedimento liberticida. In un momento di crisi economica e sanitaria senza precedenti, una parte di maggioranza vuole tenere il parlamento occupato a parlare di un testo divisivo, che introduce nell’ordinamento un vago e pericoloso concetto di identità di genere, che apre a derive liberticide e all’indottrinamento nelle scuole tramite corsi affidati alle sigle LGBT, rallentando così la discussione e l’approvazione delle riforme necessarie per implementare il recovery plan.
Si tratta di un’iniziativa meramente ideologica perché non esiste alcun vuoto normativo, essendo presenti nel codice penale tutti gli strumenti giuridici volti a perseguire e condannare chi si è reso colpevole di discriminazioni e violenze motivate dall’orientamento sessuale, comprese le aggravanti per abietti e futili motivi, e questo lo dimostrano numerose e severissime sentenze già passate in giudicato che hanno giustamente colpito persone che si sono rese protagoniste di ignobili atti contro persone omosessuali.
Leviamo quindi il nostro appello ai parlamentari chiamati a decidere sul percorso di questo Ddl inutile e liberticida ed esortiamo tutti i nostri simpatizzanti e le donne e gli uomini liberi della nostra nazione a far sentire chiara e forte la loro voce in difesa della libertà. Il Family Day darà battaglia e tornerà a manifestare il suo dissenso nelle piazze italiane”.

Sei contro il DDL Zan? allora sei davvero una poco di buono… Maddalena Morgante ha espresso la sua opinione. Non ha offeso nessuno. Non ha messo all’indice nessun comportamento. Ha espresso il suo pensiero. E questo è e resta ancora un nostro diritto costituzionale. Ma così non la pensano in molti. Quelli che hanno subissato Maddalena di insulti sessisti, di offese personali. Nel mirino la sua competenza professionale, le sue idee, il suo aspetto fisico, il suo essere donna con un maschilismo degno di un talebano e guai a prendere le sue difese, valanghe di insulti a sfondo sessuale per tutti… Il post di Morgante è diventato presto virale alimentando migliaia di visualizzazioni e commenti. Il punto, in conclusione, sta proprio qui: è vero, il tema divide la società ma non stiamo varando il DDL Zan proprio per sconfiggere l’odio latente di questa società? Non stiamo lavorando per una società più giusta dove non si venga aggrediti per il proprio sesso, le proprie opinioni, la propria razza? e non sono proprio le donne la componente della società che più viene perseguitata, minacciata, aggredita, violata in questo Paese? La lezione del post di Maddalena Morgante è che una donna non può esprimere liberamente il proprio pensiero pena essere offesa pesantemente, quando non di peggio. Del resto, in Italia una donna non può denunciare uno stupro senza passare, di primo acchito, per puttana. Ce lo ha ricordato plasticamente il leader di un partito della maggioranza che attualmente guida questo Paese. Un quadro desolante ed allarmante. Che fa vergognare gli uomini perbene. Ma che dovrebbe interrogare soprattutto la Sinistra su come lavora per “far avanzare” i diritti civili in Italia. E con chi lo sta facendo… (L’Adige, 22 aprile 2021).

Anche la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana si è fatta viva, finalmente, ma troppo morbida e soprattutto in ritardo, in tempi meno decisivi per fermare questo disegno di legge contro la libertà e l’umanità – anche se meglio di niente – esprimendosi quando la calendarizzazione è già decisa. Diciamo “troppo morbida”, a confronto di molti persone e associazioni, che affermano da tempo, che il Ddl Zan è liberticida, inutile, dannoso e pericoloso. La domanda è d’obbligo: perché questa Nota del 26 aprile viene pubblica soltanto oggi, 28 aprile? E va bene che viene ricordato il comunicato del 10 giugno 2020… Sono “i don Abbondio in carica invitano al dialogo!”, commenta Marco Tosatti oggi su Stilum Curiae.

Nota della Presidenza CEI sul Ddl Zan. Troppi i dubbi: serve un dialogo aperto e non pregiudiziale

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi lunedì 26 aprile, coerentemente a quanto già espresso nel comunicato del 10 giugno 2020, nel quadro della visione cristiana della persona umana, ribadisce il sostegno a ogni sforzo teso al riconoscimento dell’originalità di ogni essere umano e del primato della sua coscienza. Tuttavia, una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna.
In questi mesi sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative.
L’atteggiamento che è stato di Gesù Buon Pastore ci impegna a raggiungere ogni persona, in qualunque situazione esistenziale si trovi, in particolare chi sperimenta l’emarginazione culturale e sociale.
Il pensiero va in particolare ai nostri fratelli e sorelle, alle nostre figlie e ai nostri figli, che sappiamo esposti anche in questo tempo a discriminazioni e violenze.
Con Papa Francesco desideriamo ribadire che «ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza» (Amoris Laetitia, 250).
Alla luce di tutto questo sentiamo il dovere di riaffermare serenamente la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna, e riconosciamo anche di doverci lasciar guidare ancora dalla Sacra Scrittura, dalle Scienze umane e dalla vita concreta di ogni persona per discernere sempre meglio la volontà di Dio.
Auspichiamo quindi che si possa sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale.

La Presidenza della CEI
28 aprile 2021

La lettera di SOS Ragazzi

Anche SOS Ragazzi, una campagna dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, ente non profit con sede a Roma, in una lettera ai sostenitori, nei giorni scorsi ha denunciato con termini forti e chiari, la forma di inganno che si cela sotto l’apparenza del Ddl Zan:

«Il disegno di legge Zan continua a far discutere. È attualmente fermo in Senato, ma sono molti quelli che sollecitano una revisione prima ancora di un’eventuale approvazione, perché una legge scritta male porta inevitabilmente ad interpretazioni controverse.
E le interpretazioni controverse riducono quegli stessi diritti che la legge dovrebbe tutelare. In breve, il disegno di legge presentato dal piddino Zan si è trasformato in un pericoloso manifesto ideologico.
A pensarla così sono in tanti. Sta circolando da alcuni giorni anche un appello di “donne e uomini che fanno riferimento all’area politica del centrosinistra, ispirati ai valori di estrazione democratica e progressista”, provenienti “da esperienze sociali e culturali differenti», che si sono «sempre schierati in battaglie contro ogni discriminazione”.
Le prime firme, quasi duecento, sono quelle di politici, intellettuali, professionisti e simpatizzanti di Pd e Italia Viva, tutti seriamente preoccupati che il lavoro di Zan rischi di “ridurre pesantemente diritti e interessi delle donne e la libertà di espressione”.
A promuovere l’appello, tra gli altri, la scrittrice e regista Cristina Comencini, il filosofo e storico Beppe Vacca, la storica Emma Fattorini, la filosofa Francesca Izzo, l’ex presidente di Arcigay Aurelio Mancuso, i consiglieri comunali del Pd Piergiorgio Licciardello (Bologna) e Alice Arienta (Milano), Maria Teresa Menozzo, della direzione nazionale Pd.
Questo perché il ddl Zan è scritto male. Ed è capito peggio.
Un esempio su tutti, il monologo di Luciana Littizzetto all’interno di Che tempo che fa, trasmissione in onda domenica 18 aprile, su Rai Tre: “Vorrei spendere due parole su Pillon e il decreto Zan. Questo decreto dice che se tu insulti o picchi una persona per il suo orientamento sessuale, per il suo genere o per la sua disabilità, devi subire una condanna pecuniaria e/o penale. Cosa ci sia di strano non lo so”.
Di strano, cara signora Littizzetto, c’è che quello a firma Zan non è un decreto, tanto per iniziare.
E se si vuole fare onestamente informazione, bisogna essere chiari e conoscere la materia, o si rischiano strafalcioni e perdita di credibilità. Oltre ad una serie di riprese sui social.
Si continua a discutere di ddl Zan in Senato, ma Italia Viva ha dichiarato in aula di essere d’accordo con le obiezioni del mondo femminista, aprendo così una vera e propria crisi per il disegno di legge sull’omotransfobia. Si è ormai ben capito, anche all’interno della maggioranza, che c’è qualcosa che non va nella sua formulazione e che la questione non si può ridurre allo scontro tra paladini della libertà e della democrazia da un lato e omofobi cattivoni, dall’altro, perché è in gioco la libertà di espressione stessa. Cosa è accaduto in questi giorni lo sveliamo con dettagli e retroscena.
Eppure non tutti riescono a filtrare le parole delle Littizzetto di turno, pronte a manipolare l’opinione pubblica; in tanti si fanno abbindolare dagli slogan a favore di questo ddl liberticida. Sì, liberticida, perché una legge simile finirà inevitabilmente col fare da scudo per coprire, giustificare ed imporre il pensiero arcobaleno, rispetto al quale ci si dovrà coattivamente adattare.
Ricordiamo, infatti, che la proposta del piddino Zan prevede la reclusione:
– fino a 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro per chi commette atti di discriminazione fondati su sesso, genere, orientamento sessuale o identità di genere, disabilità;
– fino a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi.
La legge prevede anche due inquietanti misure di ri-educazione: l’inserimento di programmi di sensibilizzazione nelle scuole e l’istituzione della giornata nazionale contro l’omofobia, il 17 maggio.
Nel caos che è e che produrrà il ddl, allora, sarà permesso dire che un figlio ha diritto ad avere un padre e una madre? Sarà perseguitato come gesto discriminatorio l’affermare che, per natura, esistono solo maschi e femmine? Saranno puniti i genitori che si opporranno all’indottrinamento scolastico?
Non si tratta di allarmismi, ma di paure reali, basate sulle parole dello stesso onorevole Zan, che lo scorso agosto, in una trasmissione in onda su Radio Capital disse: “la libertà di pensiero non è un valore assoluto”.
L’ultimissima campagna social lo dimostra: l’hashtag #diamociunamano individua foto di scritte sul palmo della mano a favore del ddl Zan. E il politico, il cantante, l’attore si deve adeguare, fotografare e pubblicare. Non si è affatto liberi, già ora. Figuriamoci a ddl approvato!
Ma SOS Ragazzi lotterà per impedire che venga approvato il “reato d’opinione” e che i nostri figli vengano manipolati dalle teorie gender.
Ti ringrazio ancora una volta per il sostegno che confermi a questa campagna, al fianco dei tuoi figli, a difesa del nostro futuro».

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