L’agguato targato Draghi sui conti correnti. Pedrizzi lancia l’allarme: “Una follia qualsiasi ipotesi di patrimoniale”. Tantu va la quartara all’acqua, fina ca si rumpi

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La proposta di una nuova imposta sui redditi delle persone più ricche [non dimenticando, che per la sinistra qualsiasi persona con reddito è “ricco”] arriva dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). Peraltro, in Italia il dibattito non è stato chiuso mai. In questi giorni si è parlato in più di un’occasione della possibilità che una patrimoniale colpisca direttamente i conti corrente degli Italiani. Qualcosa si sta muovendo realmente ed è da aspettarselo.

Si torna a parlare periodicamente di patrimoniale, di un nuovo prelievo forzato (uno tantum) o tassa (permanente) sui conti correnti dei privati cittadini. Negli ultimi tempi le perdite economiche provocate in tempo di pandemia e dalle restrizioni da lockdown che ne sono conseguite, sono state del tutto evidenti (come anche e soprattutto sprechi e corruzione).

Nel suo rapporto semestrale sulla fiscalità, l’FMI ha rilevato come nell’ultimo anno di pandemia le disuguaglianze e disparità tra ricchi e poveri siano aumentate. Quindi, il FMI ritiene opportuno prevedere ed imporre “un contributo temporaneo di recupero, riscosso su redditi elevati o ricchezza” (temporaneo, cioè definitivo perché mai un prelievo forzato sui conti correnti è stato restituito o revocata una tassa istituita). Lo scopo secondo il FMI sarebbe quello di favorire la redistribuzione delle risorse in modo più equo e bilanciato, sia a favore di chi ha patito danni economici gravissimi (per chi ha dovuto chiudere l’attività per colpa delle decisioni governative), sia a favore dei conti pubblici. Quindi, viene considerato opportuno predisporre una patrimoniale ad hoc, tassando i redditi dei più facoltosi, per controbilanciare l’aumento del debito pubblico provocato dall’emergenza sanitaria, così da riequilibrare i conti (che è il fulcro della questione) e contribuire alla ripresa finanziaria dei Paesi più penalizzati dalla pandemia (tutto da vedere). E tra questi, ovviamente, c’è anche l’Italia.

È da interpretare in questo contesto, l’approvazione a larghissima maggioranza nella Commissione della Difesa della Camera, della proposta di parere favorevole al Documento di economia e finanza (Def) messo a punto dal Governo “dei migliori” di Draghi. Gianluca Rizzo, il Presidente della Commissione, ha spiegato: «Il Documento di economia e finanza 2021 evidenzia al contempo la situazione di criticità della nostra economia in seguito alle disposizioni di contrasto alla pandemia e la nuova fase che si apre con il progredire della vaccinazione di massa, con le misure di sostegno ai settori più colpiti, con la politica delle riaperture e del ritorno graduale alla vita normale”.

La parola patrimoniale non compare, ma tra le righe si riesce a capire molto bene, quale sia la strada che il Governo di Mario Draghi ha intenzione di percorrere. Ed è molto preoccupante. Si sta ammettendo, indirettamente, che sono stati spesi troppi soldi per contrastare la pandemia (buttati via finiti nelle tasche dei soliti, con dei sprechi scandalosi, annesse e connesse corruzione e frode) e che adesso è arrivato il momento di far cassa. Ovviamente, mettendo la mano nelle tasche dei sudditi. La patrimoniale gira già da tempo come un ectoplasma nei corridoi e nelle segrete stanze di Montecitorio e Palazzo Chigi. E adesso è pronta a manifestarsi, colpendo direttamente i conti correnti e/o tassando ulteriormente le proprietà immobiliari, e di conseguenza anche i consumi, aggravando ulteriormente la salute economica degli Italiani, considerati mucchi da mungere. Per ogni volpe in giro c’è sempre un pollo a tiro, ritiene il #brancodibalordi che ci governa, dimenticando che tantu va la quartara all’acqua, fina ca si rumpi.

A sollevare l’allarme in questo senso è stato Riccardo Pedrizzi, Vicepresidente di Federproprietà, che ha spiegato: «Periodicamente emergono proposte di introduzione della patrimoniale da alcune forze politiche o più o meno velati suggerimenti da organismi e istituzioni europee: ipotesi che sarebbero devastanti per la nostra economia, soprattutto se poste in alternativa a un cattivo utilizzo del Recovery Fund, che nel Def viene considerato utile anche a una riduzione graduale dell’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni. Immaginare di poter tassare i patrimoni degli italiani per ridurre il debito o fronteggiare promesse fatte sul Recovery e non mantenute sarebbe un autogol clamoroso per il Paese e una mazzata per il settore immobiliare. Così come quella generica introduzione del Def, nella quale si parla di una “articolata revisione” del sistema fiscale, rischia di diventare il grimaldello per un intervento a gamba tesa sui patrimoni immobiliari».

Pedrizzi ha poi aggiunto: «Per la ripresa economica post Covid occorre rilanciare i consumi, per far ripartire la produzione di beni e servizi e non tassarli per scoraggiarli e aiutare il settore che più crea occupazione generalizzata e muove tutti gli altri settori indotti (dalla produzione del cemento, alle piastrelle, ai prodotti di arredo, all’elettricità, alle rubinetterie, al mobile ed agli infissi). Un settore che già oggi sconta una patrimoniale sugli immobili – l’IMU – , che pesa per 22 miliardi. Ancora una volta, per l’ennesima volta, con la buona intenzione di riordinare il sistema fiscale, che pur è necessario, si torna alla carica per introdurre tasse sul patrimonio, come se in Italia non esistano già altre tasse di questo tipo in una fase in cui tutte le persone oneste, proprietari di case, stanno vivendo la terribile ingiustizia per il continuo blocco degli sfratti, che consente anche ad un moroso incallito, che non paga l’affitto e le spese condominiali da anni, di non restituire la casa, pur avendo una esecuzione di sfratto emessa da un tribunale, quando non si conosceva neanche l’esistenza del Covid».

Federproprietà chiede perciò la cancellazione almeno dell’Imu per il 2021 per tutti i proprietari interessati, ai quali è stato imposto di mantenere il proprio inquilino moroso. Conclude Pedrizzi: “Il proprietario almeno non venga gravato di tasse su qualcosa di cui non può disporre. Se si vuole aiutare con questo provvedimento inquilini onesti in situazione di reale necessità, si potrebbe intervenire: o erogando degli indennizzi adeguati ai proprietari o indennizzando gli stessi affittuari, tutelando da una parte il proprietario di case e dall’altra il conduttore indigente”.

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