Numeri ufficiali Covid-19 del 20 aprile 2021. Draghi: “Prepararci al futuro, non sappiamo quanto durerà il Covid”. Ha perso la sfera di cristallo

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Titolo da giornale del 27 febbraio 2020. L’influenza asiatica del 1957 fece morire 30mila persone solo in Italia e nel mondo ci furono fino a 2 milioni di vittime. Una ecatombe. Ma la gente reagì senza il panico e le esagerazioni che vediamo oggi per un morbo del tutto simile.
Il 26 febbraio 2020 ufficialmente c’erano in Italia solo 12 morti per Covid-19. Un mese dopo si contavano ufficialmente già 8.165 italiani morti. Oggi stiamo vivendo – da più di un anno – una guerra da più di 3 milioni di morti nel mondo e 117.633 in Italia, ad oggi. Perché la conta continua a salire. Snoccioliamo numeri con rigorosa puntualità, a cadenza serale, come bollettini di guerra. Ma sono persone, non sono numeri. Sono nostri cari che ci hanno lasciato senza nemmeno la possibilità di un ultimo saluto. Che la vita – ogni vita – è preziosa c’è ne rendiamo conto sempre troppo tardi. C’è ne rendiamo conto quando stiamo lì sul punto di perderla. Lasciamo andare il superfluo. Guardiamo a quello che abbiamo nelle nostre vite, perché è tantissimo. Restiamo umani. Restiamo liberi. Restiamo vivi.

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi martedì 20 aprile 2021

Ricoverati con sintomi: 23.742 (+94) (+0,40%) [Al 36%]
In terapia intensiva: 3.244 (-67) (-2,02%) [con 182 nuovi ingressi del giorno] [*] [Superata la soglia di allarme del 30%, al 35%]
Deceduti: 117.633 (+390) (+0,33%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato al 20 aprile 2021 ore 20:54): 4.637.728 (9.13% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

Dati aggiornati al 20 aprile 2021 ore 18:05 – Fonte Agenas.

La soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 277 (+1).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

Rispondiamo oggi alle numerose domande ricevute sui possibili effetti del rialzo delle temperature nel frenare la corsa del virus. Il primo punto fermo è che, in presenza di temperature calde, il droplet si diffonde con meno efficacia perché tende a “seccare” rapidamente. Detto questo, possiamo verificare cosa è successo lo scorso anno, quando il virus in circolazione (variante DG614) era leggermente diverso da quello attuale (variante del Kent). Nel maggio 2020, all’uscita dal lockdown e con una dinamica fortemente calante, abbiamo registrato una media di 888 casi giornalieri. La tendenza al ribasso si è confermata, rafforzandosi ulteriormente, anche nel mese di giugno: 7.559 nuovi casi, con una media di 251 giornalieri. Merito del caldo? Forse, ma più probabilmente dell’effetto trascinamento dei vantaggi ottenuti con il lockdown. E infatti, nel mese di luglio, nonostante il caldo estivo, il contagio si è stabilizzato: 6.959 nuovi casi, con una media giornaliera di 224. È però interessante notare come il dato complessivo del mese di luglio sia scomponibile in due parti: la prima metà del mese, caratterizzata da numeri in calo, e la seconda con una netta ripresa del contagio. Nel dettaglio le 4 settimane epidemiologiche complete (come sempre le nostre rilevazioni vanno dal sabato al venerdì successivo) hanno fatto segnare: 1.471 nuovi casi tra il 4 e il 10 luglio; 1.330 (-9,5%); 1.627 (+22,3%) e 1.949 (+19,7%). Veniamo al mese di agosto, caratterizzato ancora da clima molto caldo: la sequenza delle singole settimane epidemiologiche è stata: 2.221 nuovi casi (+13,9%); 3.059 (+37,7%); 4.265 (+39,4%); 6.071 (+42,3%). Per arrivare poi a 9.239 nuovi casi (+52,1%) nella settimana epidemiologica a cavallo tra fine agosto e inizio settembre: numeri che ci avevano indotto, proprio in quel periodo, a richiamare nei commenti quotidiani la necessità di interventi immediati per limitare una crescita potenzialmente esplosiva nel medio termine. Cosa è accaduto dopo, tra settembre e ottobre, è nella memoria di tutti: ma l’analisi retrospettiva dell’andamento epidemico nei mesi più caldi lascia più di un dubbio sull’effettiva influenza del clima nel ridurre la curva del contagio. Preveniamo anche un possibile dubbio: a ottobre l’epidemia non è esplosa per il calo delle temperature, ma perché nei due mesi precedenti l’abbiamo lasciata correre osservando i continui rialzi e facendo… nulla. In sintesi: non appena abbandonate le misure di sicurezza, in piena estate e già a partire da metà luglio, il Sars-CoV-2 ha ripreso tranquillamente a diffondersi con efficacia. Come del resto, qualche anno prima, aveva fatto il suo parente più stretto: il Coronavirus della Sars (2002-2003) che aveva registrato il numero massimo di contagi proprio nel pieno della stagione estiva. Per pura curiosità, e veniamo ai giorni nostri con le varianti virali attualmente in circolazione, indichiamo alcune delle temperature odierne nelle principali città del Brasile e dell’India: due Paesi che rientrano nei primi 5 della classifica settimanale Oms, a livello mondiale, per numero totale di nuovi casi individuati. Per il Brasile, dove l’epidemia sta leggermente rallentando (-8% sulla settimana precedente) troviamo Rio de Janeiro (22 °C); San Paolo (17 °C); Salvador de Bahia (25 °C); Fortaleza (25 °C); Belo Horizonte (17 °C); Natal (24 °C); Florianopolis (21 °C) e Manaus (23 °C). Per l’India, dove al contrario si è registrata una crescita del 70% dei nuovi casi sulla settimana precedente, troviamo New Dehli (34 °C); Calcutta (36 °C); Mumbai (32 °C); Agra (39 °C); Jaipur (36 °C); Varanasi (40 °C); Jodhpur (36 °C) e Thiruvananthapuram (32 °C).
Con temperature elevate il droplet è sicuramente meno efficiente nel diffondersi, e questa è una certezza; ma sul fatto che il Sars-CoV-2 tema il caldo, guardando le dinamiche dell’epidemia, è lecito avanzare più di qualche dubbio (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).

Geniale. Ha perso la sua sfera di cristallo per prevedere il futuro.
Bimbo, basta giocare! Mi ridai la mia sfera di cristallo e ritorno a colorare l’Italia. Siamo in emergenza permanente!

Cts, proroga stato di emergenza fino al 31 luglio. Stato di emergenza pemanente

Considerati gli scenari epidemiologici e il sovraccarico dei servizi territoriali e ospedalieri, il Comitato tecnico scientifico ha dato parere favorevole alla proroga dello stato di emergenza fino al 31 luglio. Proroga necessaria, afferma il portavoce del Cts Silvio Brusaferro “per affrontare al meglio le misure di contenimento e supportare la campagna vaccinale che vede attualmente come target prioritario le fasce fragili della popolazione” (Fonte SkyTG24).

Bozza: “Certificazione verde” con vaccino o tampone

Arriva la “certificazione verde” per gli spostamenti tra Regioni di colore diverso. Lo prevede la bozza di decreto legge Covid. Il certificato potrà essere cartaceo o digitale e varrà sei mesi per i vaccinati e per chi sia guarito dal Covid: per chi abbia concluso un intero ciclo di vaccinazione sarà rilasciato dalla struttura sanitaria che effettua la somministrazione; per chi sia guarito viene rilasciato dall’ospedale, medico di base o pediatra. Varranno invece 48 ore i certificati per chi abbia effettuato test molecolare o antigenico, rilasciati da strutture sanitarie o farmacie (Fonte SkyTG24).

Estate 2021, per le spiagge le stesse regole del 2020

A dirlo è Marco Scajola, Coordinatore del tavolo interregionale sul Demanio, dopo una riunione con le Regioni sulle linee guida per l’avvio della stagione balneare. Le indicazioni dello scorso anno, secondo il ministro Massimo Garavaglia, “sono quelle da cui ripartire”, ha detto (Fonte SkyTG24).

«Leggo i giornali: non nego e non complotto ma, così facendo, mi riesce difficile capire come mai pochi giorni fa avessimo terapie intensive esauste, dottori che sceglievano chi far sopravvivere, ondate e varianti sempre più aggressive anche fra i più giovani … poi è bastata un po’ di gente disperata  (“pochi provocatori ideologizzati” secondo la narrazione dei media) in piazza a prendersi gli idranti della polizia (naturalmente senza l’aiuto di quelli che combattevano la “kastah”) per fare annunciare al nostro sorridente presidente del consiglio che aprire è un “rischio ragionato”. Lo ripeto: ci stanno prendendo per il…» (Mauro Visigalli – Facebook, 19 aprile 2021).

Se prevede il futuro come ha previsto questo siamo fottuti…

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