Da Acerra la Chiesa chiede la custodia del Creato

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“La custodia, o la mancata custodia, della casa comune (in quanto siamo tutti parte dell’umanità) incide direttamente sulla nostra salute. Gli effetti ambientali prodotti dalle nostre scelte hanno una incidenza diretta sulla salute fisica, psichica e sociale di tutti, e di ciò l’umanità è responsabile, prima che vittima”.

Così il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, nel messaggio inviato al convegno ‘Custodire le nostre terre’, organizzato online dalle Commissioni episcopali per i Problemi sociali e il Lavoro e per il Servizio della Carità e la Salute e dagli Uffici Cei che si occupano dei due ambiti insieme alla diocesi di Acerra, chiamando tutti alla responsabilità di custodire il creato.

Previsto un anno fa e poi rimandato, il convegno segna un punto di svolta nell’approccio della Chiesa italiana alle questioni ambientali legando la custodia del Creato nel solco della ‘Laudato sì’, la salvaguardia della vita e della salute, il lavoro e lo sviluppo, coinvolgendo le 78 diocesi nel cui territorio ricadono i 42 Siti di interesse nazionale (Sin) che costituiscono le ferite ambientali aperte del nostro Paese, per molte cause.

Il  presidente della CEI ha sottolineato la necessità della custodia: “Custodire la Creazione porta con sé il rapporto che Dio ha sia con il creato, sia con l’umanità. Come comunità cristiana, siamo custodi di una lettura concreta e al tempo stesso spirituale, etica e politica, culturale e sociale.

Niente dell’umano, per e dall’Incarnazione di Cristo, è escluso. Così, ‘custodire’ è un verbo molto spirituale e al tempo stesso molto concreto. In questo senso il tema di questo Convegno è quanto mai appropriato: ‘custodire le nostre terre’ rimanda alla duplice relazione di Dio con l’uomo e dell’uomo con la creazione intera”.

L’arcivescovo di Perugia-Pieve ha sottolineato che la custodia dell’ambiente non può essere disgiunta dalla salute: “La riflessione sulla dimensione della salute, e della pastorale della salute, vuole offrire un contributo specifico alle domande che la nostra amata Nazione si sta ponendo oggi sul tema dell’ambiente, della salvaguardia della salute, soprattutto della correlazione tra inquinamento dell’ambiente, inquinamento dei corpi e inquinamento delle coscienze”.

Nel messaggio il card. Bassetti invita a partecipare alle Settimane Sociali: “Infine l’appuntamento, che è indice di un sentire ecclesiale: le Settimane sociali dei cattolici, con la loro lunga storia, nel prossimo mese di Ottobre si interrogheranno su ‘Ambiente, lavoro e futuro’.

La Chiesa è non solo chiamata a leggere i segni dei tempi, ma a proporsi come interlocutore preparato e credibile nei confronti di un mondo che chiede risposte alla ‘domanda di senso’ che nasce nella e dalla storia”.

Nel comunicato finale il costituendo coordinamento delle 78 diocesi ha sottolineato che crisi ambientale e crisi sociale non sono separate, come afferma l’enciclica ‘Laudato sì’: “La pandemia ha messo in luce, con grande forza, come tutto sia connesso: la vicinanza ai malati e a quanti stanno soffrendo per il virus si aggiunge alla solidarietà per chi vive sulla propria pelle gli effetti dannosi dell’inquinamento”.

Per questa mancata custodia i partecipanti hanno evidenziato l’inquinamento nei territori: “Lle nostre terre, da Nord a Sud, risultano contaminate da diversi fattori, con ampie conseguenze sulla salute, in particolare dei giovani e dei più poveri.

Di fronte a questo dramma, la reazione delle istituzioni e della politica è stata spesso percepita come poco incisiva e distante dai bisogni della popolazione. E’ altrettanto vero che non ci sono stati né una sufficiente educazione alla custodia del creato né, in generale, un grande coinvolgimento da parte della comunità ecclesiale”.

Da qui l’auspicio dei partecipanti affinché “ognuno prenda a cuore la questione ambientale e che essa sia inserita ai vertici delle priorità delle istituzioni, ad ogni livello (nazionale, regionale e comunale) per sviluppare sempre di più una cultura della cura… La cultura della cura, quindi, non è appannaggio di alcuni o di specifiche categorie, ma deve riguardare ogni uomo e ogni donna di buona volontà”.

Per questo dal convegno è emerso l’impegno per favorire la conoscenza dell’enciclica ‘Laudato sì’, aiutando le Diocesi a educare alla salvaguardia del creato, a offrire itinerari educativi e a motivare ‘fino a dar forma a uno stile di vita’.

(Foto: Cei)

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