Giornata Mondiale del Circo: balsamo di salute per l’umanità

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Si celebra oggi l’undicesima ‘Giornata mondiale del circo’, secondo la tradizione del festeggiamento dell’arte circense il terzo sabato del mese di aprile. Di certo, anche se il periodo è quel che è, si tratta un giorno speciale per celebrare, anche in maniera simbolica l’arte, la cultura, la tradizione, la storia e tutto quello che rende unico il mondo del circo, nato 250 anni fa grazie ad un udinese, trasferitosi a Parigi, che con un suo primo spettacolo diede vita a una nuova attrazione popolare.

La Giornata Mondiale del Circo è indetta dalla Federazione Mondiale del Circo, sotto la presidenza onoraria di sua altezza Stéphanie di Monaco. A tal proposito il sito www.circusfederation.org  scrive: “La Giornata Mondiale del Circo è un’opportunità unica in tutto il mondo per celebrare insieme la nostra forma d’arte performativa.

E’ un’occasione meravigliosa per sfruttare la giornata per condividere l’arte della felicità anche con chi non ha una comprensione più profonda della bellezza e dell’abilità del circo; il suo crescente ruolo sociale e il suo crescente prestigio. Le azioni coordinate dei partecipanti ed i programmi vari e ponderati rendono la nostra voce più forte la nostra immagine più forte”.

La Fondazione Migrantes, chiamata ad annunciare il Vangelo al mondo dei viaggianti, è stata vicina in questi mesi di pandemia ai circensi; ringraziando gli operatori impegnati su questo fronte pastorale, il direttore generale, don Giovanni De Robertis, ha rivolto un pensiero al mondo del circo e dello spettacolo viaggiante, ricordando l’importanza del cammino compiuto insieme alla Chiesa italiana:

“Se, come ebbe a ricordare Papa Francesco, la festa e la letizia sono segni distintivi della vostra identità auguro che presto possiate riprendere la vostra missione di portare gioia e festa nelle nostre comunità. Ogni momento di letizia è sempre segno della presenza di Dio nella nostra vita e, come amava ripetere don Tonino Bello, il Signore ci dona quello che non abbiamo: il coraggio di sognare!

Abbiamo tutti bisogno di sognare per non lasciarci sopraffare dalla paura e dallo smarrimento causati dalla pandemia. Cari fratelli circensi, ricordiamoci che Dio è sempre dalla nostra parte”.

Anche il card. Peter K.A. Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, incaricato della pastorale di accompagnamento agli itineranti e a tutti i circensi, nel messaggio indirizzato a Urs Pilz, presidente della World Circus Federation, ha descritto le difficoltà affrontate in questo anno pandemico:

“Il protrarsi della situazione di emergenza e delle misure contro gli assembramenti hanno minacciato la stessa esistenza dell’industria circense nel mondo e delle sue imprese, spesso a conduzione famigliare, che hanno dovuto indebitarsi per poter sperare di vedere tempi migliori.

Per proteggere quest’arte, che in Europa ha più di 250 anni e regala gioia a grandi e bambini, è importante un sostegno, sia da parte dell’Unione Europea che di ogni Stato, chiamati a proteggere i più deboli ma anche i settori più vulnerabili dell’economia”.

Comunque il Dicastero ha istituito un ‘focal point’ di ascolto per coloro che nel mondo sono stati colpiti dal covid 19: “I  vescovi hanno raccontato le sofferenze fisiche e psicologiche provocate dalla pandemia, le crisi esistenti che si sono acuite senza pietà anche a motivo delle misure drastiche che è stato necessario prendere per salvare i più fragili tra noi, il burn-out di quanti sono stati e continuano ad essere in prima linea nella lotta contro il virus, lo spaesamento di tutta la società: sono ferite che sarà lungo e complesso rimarginare, ma siamo chiamati a farlo tutti insieme.

E’ stato consolante vedere che già su queste piaghe è stato versato il balsamo della carità, con piccoli e grandi gesti spontanei e organizzati, in primis dalle parrocchie e dalle Diocesi, attraverso le Caritas e gli organismi caritativi cattolici, che hanno risposto anche agli appelli dei Circhi, per i loro artisti e i loro animali; in Italia sono intervenute altresì la Protezione Civile e la Coldiretti, ma anche privati cittadini, amministrazioni locali e interi paesi”.

Inoltre ha ricordato le parole del papa, riaffermando che ‘nessuno si salva da solo’: “Per far sì che la sofferenza del mondo non sia sterile ma acquisisca un senso e ci aiuti a preparare un futuro diverso, foriero di un cambiamento generativo, il papa ci esorta a viverla come ha fatto il Buon Samaritano, modello per costruire rapporti veri e nuovi con gli altri”.

Per questo occorre riscoprire il ‘senso sociale’ dell’esistenza: “La pandemia è una lente di ingrandimento che svela vulnerabilità vecchie e nuove che interpellano ciascuno, chiamato ad essere corresponsabile di processi di trasformazione che rimettono al centro la persona e creano una cultura dell’inclusione, dell’integrazione e del sostegno, che spinge a farsi carico in prima persona delle difficoltà reali di chi ha bisogno e rischia di restare ai margini”.

E questo ‘senso sociale’ è reso possibile anche dal lavoro, che porta allegria, svolto dai circensi: “Per questo chiedo ai circensi di tutte le latitudini che tanto patiscono in questa pandemia di portare il circo, appena possibile, nei luoghi dove bambini e anziani soffrono:

nonni e nipoti, che sono gli spettatori più frequenti sotto lo chapiteau, sono stati coloro che hanno pagato un prezzo altissimo e hanno sete, quanto i circensi, di un’esplosione di gioia pura come il circo sa regalare. E anche coloro che con tanta cura si occupano della loro salute hanno bisogno del balsamo della risata”.

Infine il prefetto del dicastero invita ad inviare al papa alcuni filmati: “Ci piacerebbe portare al Santo Padre un segno tangibile di questi miracoli di gioia che saprete compiere ovunque potrete realizzare i vostri spettacoli: potrete inviare fotografie o brevi filmati al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale per posta (Palazzo San Calisto V-00120 Città del Vaticano) o per e-mail (a.silvi@humandevelopment.va)”.

(Foto: circo.it)

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