Quid est veritas? L’enigma che ci ossessiona da sempre

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“Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti, intervistato da ‘Vatican Insider’:
D. «Quale posizione aveva [Küng] nel dibattito sulla relativizzazione della verità?»
R. «La verità non è qualcosa che si possiede e quindi di cui si può disporre a piacimento. È qualcuno che ci viene incontro, che ci trasforma. In questo senso ha un aspetto dinamico, che era quello su cui Küng insisteva».
Vede, Eccellenza, io penso che esista il Verbo il quale, venendomi incontro nella Sua misericordia per trasformarmi, non trasforma anche Sé stesso. Questo è quanto ho imparato nella Chiesa cui appartengo: di una chiesa che mi offre una ‘verità dinamica’ non me ne faccio nulla” (Mauro Visigalli).

Non è affatto la prima volta che qualcuno mette in discussione la natura della verità.

“Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa” (Gv 18 37-38).

Gesù, anche se non risponde alla domanda di Pilato – che “uscì di nuovo” – conosce la risposta, come ha detto al Padre, nella sua preghiera nel Getsemani: “Consacrali nella verità. La tua parola è verità” (Gv 17,17). E parlando con i suoi discepoli: “Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto»” (Gv 14,6-7).

Pilato nella sua domanda a Gesù, oltre ad esprimere l’incolpevolezza di Gesù, esprime anche il rifiuto della verità di Dio. Gesù, testimone di verità, venne respinto, ignorato e condannato. Francesco Bacone usa questo pensiero per iniziare il suo saggio “Sulla Verità”, come affermazione di fede.

Friedrich Nietzsche scrisse: “La verità non vuol altro dio all’infuori di sé. La fede nella verità comincia con il dubbio in tutte le «verità» credute sino a quel momento“ (Umano troppo umano, Af. 20).

Nietzsche opta sempre contro Dio, ma non tentò mai di dimostrare l’inesistenza di Dio. Inoltre, non affrontò mai seriamente il problema della verità. Quale uomo moderno “autonomo” crede di dover esigere per il superuomo la libertà assoluta che è poi arbitrio. Alla base della sua incredulità c’è hybris, presso gli antichi Greci, l’orgogliosa tracotanza che porta l’uomo a presumere della propria potenza e fortuna e a ribellarsi contro l’ordine costituito, sia divino che umano, immancabilmente seguita dalla vendetta o punizione divina).

In ultima analisi, Nietzsche non è riuscito a darci un’immagine unitaria del mondo senza Dio, che è la Parola, la Via, la Verità e la Vita.

Alla sequela di Gesù, noi cerchiamo quello che Lui cerca, amiamo quello che Lui ama. In definitiva, quello che cerchiamo, cercando di risolvere l’enigma della Verità, è la gloria del Padre, viviamo e agiamo «a lode dello splendore della sua grazia» (Ef 1,6). Quello che cerchiamo è la gloria del Padre, che Gesù ha cercato nel corso di tutta la sua esistenza. Vogliamo essere come Lui, che è il Figlio eternamente felice con tutto il suo essere «nel seno del Padre» (Gv 1,18). Al di là del fatto che ci convenga o meno, che ci interessi o no, che ci serva oppure no, al di là dei piccoli limiti dei nostri desideri, della nostra comprensione e delle nostre motivazioni, noi non cerchiamo la gloria umana e terrena, ma cerchiamo la gloria del Padre che ci ama. Come dice il motto dell’Ordine dei gesuiti: Ad maiorem Dei gloriam, che non significa infatti “per la massima gloria di Dio”, ma “per una gloria di Dio sempre più grande”.

Questo è la Verità, la Parola vivente, in cui ci aspettiamo che la nostra Madre Chiesa e i suoi Ministri ci confermano.

Foto di copertina: la Verità non troviamo in noi stesso o mettendo la mano nella Bocca della verità, l’antico mascherone in marmo pavonazzetto, murato nella parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma dal 1632.

„Se ti disturba che ti dicano la verità, allora… perché domandi? Forse pretendi che ti rispondano con la tua verità, per giustificare i tuoi sbandamenti?“ (San Josemaría Escrivá de Balaguer).

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