Il papa chiede un vaccino per tutti

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Ieri si è conclusa la 103^ riunione di primavera della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, in cui il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha spiegato che l’economia sta iniziando la ripresa, anche se la situazione è ancora in emergenza: “L’economia globale sta iniziando la ripresa, anche se resta fragile”. Poi ha sottolineato: “Siamo ancora in una situazione emergenziale”.

Infatti il quadro è influenzato da fattori legati, soprattutto, alla pandemia: “Nell’Europa continentale ci sono ritardi nelle vaccinazioni, che sono la principale ragione alla base di un recupero lento dell’economia…

Si deve accelerare la campagna di vaccinazioni per riportare fiducia. Si vede la luce in fondo al tunnel ma bisogna trovare il modo di accelerare l’uscita dal tunnel”.

Per il governatore della Banca d’Italia occorre un cambio di passo: “Una trasformazione economica profonda e strutturale richiede risorse finanziarie significative in un momento in cui i paesi si trovano ad affrontare vincoli fiscali e debito eccessivo. Pertanto, è necessario mobilitare tutte le fonti di finanziamento e utilizzarle in modo efficace. Questo include risorse interne, finanziamento allo sviluppo e capitale del settore privato”.

In apertura papa Francesco aveva inviato un messaggio in cui sottolineava la necessità di un modello di ‘ripresa’: “E’ mia speranza che i vostri dibattiti contribuiscano a un modello di ‘ripresa’ capace di generare soluzioni nuove, più inclusive e sostenibili per supportare l’economia reale, aiutando gli individui e le comunità a realizzare le loro aspirazioni più profonde e il bene comune universale.

Il concetto di ripresa non può accontentarsi di tornare a un modello iniquo e insostenibile di vita economica e sociale, dove una esigua minoranza della popolazione del mondo possiede metà della sua ricchezza”.

In questo senso il papa ha sottolineato che non ci salva da soli: “Tuttavia, la pandemia ci ha ricordato ancora una volta che nessuno si salva da solo. Se vogliamo uscire da questa situazione come mondo migliore, più umano e solidale, occorre ideare forme nuove e creative di partecipazione sociale, politica ed economica, sensibili alla voce dei poveri e impegnate a includerli nella costruzione del nostro futuro comune”.

Rivolgendosi agli economisti della Banca Mondiale il papa ha affermato che la fiducia nasce da un rapporto tra persone: “Come esperti di finanza ed economia, voi sapete bene che la fiducia, che nasce dall’interconnessione tra le persone, è la pietra d’angolo di ogni rapporto, compresi quelli finanziari.

Tali rapporti possono essere costruiti solo attraverso lo sviluppo di una ‘cultura dell’incontro’ in cui ogni voce può essere udita e tutti possono prosperare, trovando punti di contatto, costruendo ponti e progettando qualcosa che coinvolga tutti”.

Per creare la fiducia occorre un piano globale: “Mentre molti Paesi stanno ora consolidando piani di ripresa individuali, persiste il bisogno urgente di un piano globale che possa creare nuove istituzioni o rigenerare quelle esistenti, specialmente quelle di governo globale, e aiutare a costruire una nuova rete di relazioni internazionali per favorire lo sviluppo umano integrale di tutti i popoli”.

Quindi è necessaria la solidarietà: “Ciò significa necessariamente dare alle nazioni più povere e meno sviluppate una partecipazione concreta nella presa di decisioni e facilitare l’accesso al mercato internazionale.

Uno spirito di solidarietà globale esige anche come minimo la riduzione significativa del peso del debito delle nazioni più povere, che è stato esacerbato dalla pandemia. 

Ridurre il peso del debito di così tanti Paesi e comunità, oggi, è un gesto profondamente umano che può aiutare le persone a progredire, ad avere accesso ai vaccini, alla salute, all’educazione e al lavoro”.

In questa solidarietà non si deve dimenticare quella ecologica: “Siamo, di fatto, in debito con la natura stessa, come anche con le persone e i Paesi colpiti da degrado ecologico e perdita di biodiversità indotti dall’uomo.

A tale riguardo, penso che l’industria finanziaria, che si distingue per la sua grande creatività, si dimostrerà capace di sviluppare meccanismi agili per calcolare questo debito ecologico, di modo che i Paesi sviluppati lo possano pagare, non solo limitando in modo significativo il loro consumo di energia non rinnovabile o aiutando Paesi più poveri a mettere in atto politiche e programmi di sviluppo sostenibile, ma anche coprendo i costi dell’innovazione necessaria a tal fine”.

Il papa ha sottolineato che occorre uno sviluppo integrato: “Centrale per uno sviluppo giusto e integrato è una comprensione profonda dell’obiettivo e del fine essenziale di tutta la vita economica, vale a dire il bene comune universale.

Ne consegue che il denaro pubblico non deve mai essere disgiunto dal bene pubblico, e che i mercati finanziari dovrebbero essere sorretti da leggi e regolamentazioni volte ad assicurare che essi operino veramente per il bene comune. L’impegno per la solidarietà economica, finanziaria e sociale implica quindi molto di più che compiere sporadici atti di generosità”.

Quindi i mercati economici devono essere ‘governati’: “E’ ora di riconoscere che i mercati, specialmente quelli finanziari, non si governano da soli. I mercati devono essere sorretti da leggi e regolamentazioni che assicurino che operano per il bene comune, garantendo che la finanza (invece di essere meramente speculativa o finanziare solo sé stessa) operi per gli obiettivi sociali tanto necessari nel contesto dell’attuale emergenza sanitaria globale”.

E di nuovo ha chiesto un piano vaccinale per tutti: “A tale proposito, abbiamo bisogno in particolare di una solidarietà vaccinale giustamente finanziata, poiché non possiamo permettere alla legge di mercato di avere la precedenza sulla legge dell’amore e della salute di tutti.

Ribadisco qui il mio invito ai leader di governo, alle imprese e alle organizzazioni internazionali a lavorare insieme per fornire vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi”.

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