L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti con un tweet cristianofobico contro la Veglia Pasquale dei Salesiani di Don Bosco a Livorno, presentata come un “raduno con falò”

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L’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) in un tweet cristianofobico si scandalizza per “un raduno religioso di ore e ore con falò, rituali e intrattenimento musicale dal vivo”, che sarebbe stato organizzato in violazione delle norme anti-Covid-19 dai Salesiani di Don Bosco a Livorno.

Peccato che è una fake news, confezionata per difondere odio per i cristiani. In realtà non si è svolto “un raduno religioso di ore e ore”, peraltro per niente clandestino, visto che i riti del Triduo Pasquale si sono svolti dappertutto. Infatti, si è trattata di una delle solenne liturgie del Triduo Pasquale della Chiesa Cattolica Romana, la Veglia Pasquale, la Solenne Santa Messa che celebra la risurrezione di Gesù. Una bellissima celebrazione pasquale, ben organizzata con cura attenta ai particolari [QUI], che si è svolta sabato 3 aprile 2021 in assoluta sicurezza, peraltro all’aperto, con il distanziamento previsto dalle norme anti-Covid-19.

Lo dimostrano le fotografie pubblicate sulla pagina Facebook dei Salesiani di Don Bosco di Livorno [QUI], che i cristianofobici dell’UAAR non fanno vedere nel loro collage selettivo e falso, dando l’impressione di un assembramento illegale.

L’”intrattenimento musicali dal vivo” di cui l’UAAR parla, invece era il servizio musicale liturgico con il coro condotto dal Maestro Luca Solimani.

I “rituali”, invece, erano i simboli della Veglia Pasquale: il Fuoco acceso all’aperto (sempre fuori della Chiesa, anche quando le celebrazioni si svolgono all’interno), la Luce che squarcia le tenebre primordiali, con il Cero Pasquale che ne è il perenne testimone, la benedizione dell’Acqua in cui tutto si purifica, si pulisce e si disseta.

La foto orginale del fuoco, abilmente croppato dall’UAAR, per nascondere che si tratta di un braciere e staccarlo dal contesto, dando l’impressione di un falò.

Per quanto riguarda i “falò”, per cui si scandalizza l’UAAR, nella solenne Veglia Pasquale, la celebrazione si arricchisce in modo evidente del simbolismo del fuoco, rappresentato dal braciere, che arde fuori della chiesa e da cui si accende il Cero Pasquale, il primo momento che prepara la celebrazione pasquale.

Il braciere simbolizza il trionfo della luce sulle tenebre, del calore sul freddo, della vita sulla morte. Il mistero, poi solennemente proclamato da letture e azioni sacramentali della più solenne tra le notti, è sinteticamente espresso in questo concreto linguaggio del fuoco nuovo, intorno al quale si riunisce la comunità.

Segue la processione con il Cero Pasquale, accompagnata dal grido gioioso: “La luce di Cristo”. E la luce si comunicherà progressivamente ad ogni partecipante.

Tutto questo si vede nelle foto pubblicate su Facebook dai Salesiani di Don Bosco di Livorno, da cui abbiamo tratte le foto riportate qui e da cui l’UAAR ha selezionati alcune, croppate ad arte, fatte passare per le prove di “un raduno religioso di ore e ore con falò, rituali e intrattenimento musicale dal vivo”. Come si trattasse di un rave party.

Ecco la preghiera del Messale Romano che accompagna la benedizione del fuoco: “O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici questo fuoco nuovo, fa che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno”.

Il fuoco è presente, nella liturgia, anche in altre occasioni o realtà: nelle lampade e nei ceri accesi durante la celebrazione o davanti al tabernacolo. Qui, oltre al simbolismo della luce, vi ritroviamo la misteriosa realtà del fuoco: la fiamma che si consuma lentamente mentre illumina, abbellisce e riscalda, dando senso poetico e familiare alla celebrazione. Altra solenne occasione è il rito della Dedicazione della chiesa. Si accende il fuoco in un braciere che è posto sull’altare e vi si brucia l’incenso. Su quella mensa sta per rinnovarsi il memoriale del sacrificio di Cristo. Nell’Antico Testamento era il fuoco a consumare i sacrifici; ora s‚invoca in qualche modo la forza santificatrice di Dio sul nostro sacrificio. Il fuoco, come è detto chiaramente dal canto del “Veni Creator”, è lo Spirito Santo, invocato in ogni Eucaristia sui doni del pane e del vino per operare la loro misteriosa trasformazione nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Il fuoco è il simbolo del sacrificio di Cristo e del potere santificante di Dio, che prende possesso dell’altare e di ciò che su di esso sarà celebrato.

Nell’anno liturgico, se esiste una celebrazione il cui inizio è un vero gioco simbolico di luce, questa è la Veglia Pasquale. Il popolo riunito vede la nascita del fuoco nuovo da cui si accende il Cero Pasquale, il segno del Cristo risorto, luce vera del modo, che illumina ogni uomo. È la luce della vita che impedisce di camminare nelle tenebre. È il segno della vita nuova in Cristo che, strappandoci dalle tenebre, ci ha trasferito con i santi nel regno della luce. Cristo brillò su di noi che eravamo tenebre, ma ora siamo luce nel Signore (Ef 5,14). È il segno che ci permette di vivere come figli della luce (Ef 5,8), di rigettare le opere delle tenebre (Rm 13,12), di restare in comunione con Dio (1 Gv 1,5), di conservare l’amore con i fratelli (1 Gv 2,8-11). Infine, è anche segno di fedeltà a Dio e vigilanza nella preghiera e nell’attesa.

Tutto questo l’UAAR fa finta di non sapere, chiuso nella razionalistica ignoranza agnostica, volendo proibire la più solenne e significativa celebrazione dell’Anno Liturgico, la celebrazione della Risurrezione di Cristo.

E ricordati, che anchi tu polvere sei e polvere tornerai. Nella speranza che ache tu, come San Paolo sulla via per Damasco, caschi dal cavallo, in tempo. Perché anche tu, che non ci credi, un giorno starai davanti il tuo Creatore.
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