A Torino si prega davanti alla Sindone

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Dopo lo scorso anno anche oggi pomeriggio a Torino si prega di fronte alla Sindone per il mondo ancora assediato dalla pandemia, in quanto la Segreteria di Stato della Santa Sede ha autorizzato questo momento, che non è una ostensione vera e propria ma una contemplazione del sacro Lino deposto nella sua teca, come ha sottolineato l’arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia:

“La Sindone non viene spostata in nessun modo: ma le immagini della diretta televisiva permetteranno a tutti di partecipare alla preghiera da casa e dagli schermi dei computer. Un grazie per questa collaborazione va alla rete TV2000 e al Centro Televisivo Vaticano, che diffonderà il segnale in tutto il mondo”.

Inoltre l’arcivescovo di Torino ha sottolineato l’importanza di questo particolare giorno nella Chiesa: “Questo giorno del Sabato Santo è centrale, nel cammino della Chiesa; la Sindone infatti oltre che specchio del Vangelo ci offre non solo il corpo martoriato di Gesù nei segni della sua passione ricordati dai Vangeli ma è anche icona di questo giorno che prelude alla pasqua di risurrezione.

Papa Francesco ci ha detto che non siamo noi che guardiamo il volto di Gesù nel sepolcro ma è Lui che ci guarda e ci invita a vederlo vivo in tanti fratelli e sorelle che soffrono a causa del coronavirus, o per ingiustizie e violenze o soprusi vari ricevuti,ma anche poveri come sono tanti senza dimora e immigrati”.

Ed ecco come si svolgerà la contemplazione in diretta: la prima parte della celebrazione (dalle ore 16.30) vedrà pertanto esporre all’attenzione i vari segni della passione (dalla corona di spine, alla flagellazione, ai chiodi nelle mani e nei piedi e alla lancia che penetra nel costato del Signore) commentati da alcune persone scelte tra quanti si prodigano per alleviare le sofferenze del loro prossimo o hanno sperimentato la pandemia o altre forme di malattie o di ingiustizie e violenze.

Nella diretta social e in quella televisiva intervengono studiosi ed esperti della Sindone e persone che stanno dedicando il proprio impegno a quelle opere di solidarietà e di carità verso il prossimo cui la Sindone richiama. Nella diretta social intervengono il prof. Gian Maria Zaccone, storico, direttore del Centro internazionale di studi sulla Sindone; don Roberto Gottardo, presidente della Commissione diocesana per la Sindone; il prof. Nello Balossino, direttore del Museo della Sindone; la dott. Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali di Torino. Infine è previsto, collegamento da Taizé, l’intervento di frère Alois, che parla del ‘pellegrinaggio di fiducia’ della comunità ecumenica.

La seconda parte del pomeriggio (ore 17,30) sarà dedicata alla preghiera presieduta dall’arcivescovo: “Quest’anno a differenza dello scorso anno abbiamo impostato la preghiera secondo una tradizione millenaria che ha segnato il Sabato Santo,giorno di silenzio e di meditazione e di preghiera davanti alla tomba di Cristo.

Si tratta dell’ora di Maria che richiama la Madre di Dio che sta davanti al sepolcro del figlio in attesa della sua risurrezione e ricorda le parole del vangelo che annunciano la sua passione e morte e quelle pronunciate sulla croce che parlano di perdono, di fiducia nel Padre suo, di accoglienza del buon ladrone, di abbandono alla volontà del Padre e in particolare di invito a Giovanni apostolo a considerarsi figlio di Maria e accoglierla nella propria casa e a Maria di considerarsi madre di Giovanni e dunque di tutti noi”.

E’ un momento di preghiera per far comprendere il messaggio di liberazione della Pasqua: “Mi auguro che tutto ciò aiuti le nostre comunità ma anche ogni persona di buona volontà ad accogliere nella speranza e per i credenti nella fede, questo messaggio pasquale di morte e risurrezione per non arrendersi e scoraggiarci mai di fronte ad ogni tragedia e difficoltà che dobbiamo affrontare nella vita ma anche a operare perché tanti nostri fratelli e sorelle bisognosi di sostegno e aiuto trovino in ciascuno di noi il coraggio di imitare il Signore che non si è lasciato vincere dal male ma lo ha vinto con il bene e per questo ha sconfitto anche la morte.

Il messaggio che la celebrazione vuole offrire a tutti è questo: il tuo amore è per sempre. Facciamo nostra così la certezza dell’apostolo Paolo ai Romani : chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, la miseria? Ma in tutte queste cose noi otteniamo la completa vittoria, grazie a colui che ci ha amato. Niente e nessuno ci potrà mai strappare da quell’amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù nostro Signore”.

Infatti nella messa crismale l’arcivescovo torinese aveva messo in evidenza il bene delle persone: “Ci rendiamo tutti conto che la situazione che stiamo vivendo a causa della pandemia ci obbliga a non chiuderci dentro una prospettiva di mantenimento dell’esistente o, peggio ancora, a sperare che tutto ritorni come prima. E’ necessario immaginare (e attuare con coraggio) scenari nuovi e diversi, che comportano da parte dei sacerdoti scelte pastorali impensabili anche solo alcuni anni fa”.

Ed ha chiesto ai sacerdoti l’obbedienza a Dio: “Non deve, dunque, venire mai meno la fede in Colui la cui presenza è fonte di un amore sempre più grande: lo Spirito del Signore, che è stato invocato nel momento della nostra ordinazione dal vescovo e dai nostri confratelli sopra ciascuno di noi e dal quale abbiamo ricevuto l’unzione a figli e a sacerdoti. Non soffocate lo Spirito che è in voi, ci ricorda l’apostolo Paolo, ma accogliete i suoi consigli e ubbidite alla sua volontà”.

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