Programma COVAX. Impegno di 180 membri ONU per accesso equo ai vaccini anti-Covid-19. Santa Sede non firma e in Vaticano nella Settimana Santa sono vaccinati 1.200 bisognosi

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Si apprende da AFP che ieri 26 marzo 2021 le Nazioni Unite hanno annunciato, che circa 180 su 193 Stati membri hanno firmato la “Dichiarazione politica sull’accesso globale ed equo ai vaccini contro il Covid-19”, avviata dal Libano, che li impegna a promuovere un accesso equo ai vaccini anti-Covid-19. La scelta condivisibile di impegnarsi per garantire a tutta l’umanità i vaccini anti Covid-19, necessari per debellare il Sars-CoV-2, oggetto di una riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, non ha raccolto la firma di 13 Stati, tra cui Corea del Nord, Birmania, Benin, Burundi, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Siria e Seychelles. E neanche la Santa Sede e lo Stato di Palestina (stato a riconoscimento limitato), entrambi Osservatori permanenti presso le Nazioni Uniti, hanno firmato la Dichiarazione.

La vaccinazione dei senzatetto il 20 gennaio 2021 nella Città del Vaticano.

“Siamo profondamente preoccupati per il fatto che, nonostante accordi internazionali, iniziative e dichiarazioni generali, la distribuzione dei vaccini Covid-19 rimanga disomogenea nel mondo, sia tra i Paesi che all’interno dei Paesi”, sottolinea il testo approvato a larga maggioranza. La preoccupazione riguarda anche “il fatto che un numero considerevole di Paesi non ha ancora accesso ai vaccini Covid-19” e i Paesi firmatari “sottolineano la necessità di solidarietà globale e cooperazione multilaterale per aumentare la produzione e la distribuzione di vaccini regionali e globali”.

“Un bene pubblico globale”

A tal fine, “ci impegniamo a trattare la vaccinazione contro il Covid-19 come un bene pubblico globale, garantendo a tutti un accesso economico, equo ed equo ai vaccini, essendo COVAX [*] il meccanismo appropriato per garantirlo”, specifica la Dichiarazione. I firmatari “incoraggiano attivamente la condivisione delle dosi di vaccino da tutti i Paesi in grado di farlo, ai Paesi a basso e medio reddito e ad altri Paesi bisognosi”.

La Dichiarazione sottolinea inoltre l’impegno dei firmatari alla “solidarietà e all’intensificazione della cooperazione internazionale” per garantire protezione a tutti “qualunque sia la loro nazionalità o luogo di residenza e senza alcuna forma di discriminazione”.

La vaccinazione dei senzatetto il 20 gennaio 2021 nella Città del Vaticano.

Nella Settimana Santa vaccinate in Vaticano 1.200 persone povere e emarginate

Ieri, 26 marzo 2021 alle ore 11.00 la Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso come “Info utile” i seguente “Comunicato della Elemosineria Apostolica”:

«Per dare concretezza ai diversi appelli di Papa Francesco perché nessuno venga escluso dalla campagna vaccinale anti Covid-19, l’Elemosineria Apostolica si rende nuovamente prossima alle persone più fragili e vulnerabili. Nell’imminenza della Domenica di Pasqua – Risurrezione del Signore, e precisamente durante la Settimana Santa, altre dosi del vaccino Pfizer-BioNTech, acquistate dalla Santa Sede e offerte dall’Ospedale Lazzaro Spallanzani, tramite la Commissione Vaticana Covid-19, saranno destinate alla vaccinazione di 1200 persone tra le più povere ed emarginate, e che sono per la loro condizione le più esposte al virus.
Inoltre, per continuare a condividere il miracolo della carità verso i fratelli più vulnerabili, e dare loro la possibilità di accedere a questo diritto, sarà possibile effettuare una donazione on-line per un “vaccino sospeso”, sul conto della carità del Santo Padre gestito dalla Elemosineria Apostolica (www.elemosineria.va).
Nel Messaggio per la Solennità del Natale del Signore 2020, Papa Francesco ha rivolto un accorato appello: “Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi!”. “Di fronte a una sfida che non conosce confini, non si possono erigere barriere. Siamo tutti sulla stessa barca”.
Sul ricorso al vaccino, inoltre, il Pontefice ha incoraggiato più volte le persone a vaccinarsi, perché è un modo di esercitare la responsabilità verso il prossimo e il benessere collettivo, ribadendo con forza che tutti devono avere accesso al vaccino, senza che nessuno sia escluso a causa della povertà.
Nel mese di gennaio scorso, quando è iniziata in Vaticano la campagna vaccinale anti Covid-19, Papa Francesco ha voluto che tra le prime persone vaccinate ci fossero oltre venticinque poveri, in gran parte senza fissa dimora, che vivono intorno a San Pietro e che quotidianamente vengono assistiti e accolti dalle strutture di assistenza e residenza dell’Elemosineria Apostolica.

La vaccinazione dei poveri nel corso della Settimana Santa avverrà nella struttura appositamente adibita all’interno dell’Aula Paolo VI in Vaticano, e sarà usato lo stesso vaccino somministrato al Pontefice e ai dipendenti della Santa Sede. I medici e gli operatori sanitari impiegati saranno i volontari che operano stabilmente nell’Ambulatorio “Madre di Misericordia”, situato sotto il colonnato del Bernini, i dipendenti della Direzione di Sanità ed Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e i volontari dell’Istituto di Medicina Solidale e dell’Ospedale Lazzaro Spallanzani».

Resta da capire la ragione dell’assenza della firma della Santa Sede e della Palestina alla Dichiarazione ONU

La scelta di non firmare la “Dichiarazione politica sull’accesso globale ed equo ai vaccini contro il Covid-19” dell’ONU, da parte della Santa Sede e dello Stato di Palestina, ha destato non poca sorpresa, dato da una parte il forte impegno di Papa Francesco, che in questo tempo di pandemia tanto si è speso per garantire equità e solidarietà nella distribuzione dei vaccini, e dall’altra parte il fatto che la Palestina usufruisce del programma COVAX [*].

Quindi, resta da capire la ragione dell’assenza della firma della Santa Sede e della Palestina, e le relative considerazioni, soprattutto della Santa Sede, visto che molto più di altri si sta dando da fare per un accesso equo al vaccino e alla tutela dei più poveri. Perciò, attendiamo – come “Info utile” da parte della Sala Stampa della Santa Sede – la diffusione di un Comunicato della Segreteria di Stato di Sua Santità, che spiega come mai la Santa Sede non ha firmato questa condivisibile Dichiarazione. Oppure, come sarebbe opportuno che si è trattato di un “disguido tecnico” e che la firma è arrivata.

[*] Il programma COVAX, un pool di acquisti per vaccinare anche i Paesi poveri

Il Covid-19 Vaccine Global Access (COVAX) è un pool di acquisti globale creato nel giugno 2020 con l’obiettivo di garantire che anche i Paesi più poveri abbiano accesso ai vaccini. A guidarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) insieme all’UNICEF, alla CEPI (la Coalizione internazionale per le innovazioni in materia di preparazione alla lotta contro le epidemie di cui fa parte anche l’Italia), alla GAVI Alliance (una partnership globale di soggetti pubblici e privati impegnati a tutela dei bambini e della salute delle popolazioni) e al PAHO Revolving Fund (il fondo responsabile dell’approvvigionamento dei vaccini contro il Covid-19 per i paesi delle Americhe attraverso il meccanismo COVAX).

Obiettivo 20% di vaccinati

L’obiettivo del programma, a cui hanno aderito 190 Paesi, è di acquistare abbastanza vaccini contro il Covid-19 per immunizzare il 20% della popolazione più a rischio in tutto il mondo, garantendo un accesso giusto ed equo a tutti.

I Paesi ad alto e medio reddito dovrebbero contribuire finanziariamente per poi ricevere una quota dei vaccini acquistati, mentre i Paesi più poveri acquisirebbero i vaccini gratuitamente.

Due miliardi di dosi

COVAX ha accordi con varie case farmaceutiche tra cui Pfizer-BioNTech e AstraZeneca per accedere a poco più di due miliardi di dosi di vaccini. Questi vaccini saranno distribuiti equamente a tutti i Paesi partecipanti, proporzionalmente alle loro popolazioni, inizialmente dando la priorità agli operatori sanitari, poi espandendosi fino a coprire il 20% di ogni popolazione coinvolta.

COVAX è uno dei pilastri dell’acceleratore Access to Covid-19 Tools (ACT) istituito nell’aprile 2020 da OMS e Unione Europea per contrastare il “nazionalismo dei vaccini”. A febbraio 2021 il Ghana è stato il primo Paese a ricevere un carico di vaccini attraverso COVAX con una fornitura arrivata da Mumbai.

Foto di copertina: un camion di forniture COVAX a Rāmallāh, la capitale tacitamente provvisoria dell’Amministrazione palestinese, visto la sostanziale assenza di un vero e proprio Stato palestinese (Foto AFP).
Lo scorso 17 marzo lo Stato di Palestina ha ricevuto le prime 37.440 dosi del vaccino Pfizer/BionTech e 24.000 dosi del vaccino AstraZeneca, attraverso la COVAX Facillity, come parte della prima fase di assegnazioni. Queste dosi di vaccino sono state trasferite alla catena ultrafredda del Ministero della Salute e alle strutture di stoccaggio dei vaccini in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Sono previste ulteriori distribuzioni di dosi di vaccino attraverso COVAX nello Stato di Palestina, con l’obiettivo di coprire il 20% della popolazione – circa 1 milione di persone. Come per queste consegne, le dosi previste saranno destinate sia alla Cisgiordania sia alla Striscia di Gaza, secondo i criteri di priorità del Piano nazionale di impiego e vaccinazione. L’OMS e l’UNICEF stanno supportando la campagna di vaccinazione nazionale del governo dello Stato di Palestina.

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