La Santa Sede è obbligata a tagliare gli stipendi a causa della difficoltà economiche per mantenere i posti di lavoro

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Con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio Un futuro sostenibile economicamente del 23 marzo 2021 – pubblicato oggi sul Bollettino della dalla Sala Stampa della Santa Sede – Papa Francesco taglia le retribuzioni dei cardinali, dei superiori (sia laici che ecclesiastici e religiosi), degli ecclesiastici e religiosi, e blocca gli scatti biennali per le fasce di reddito più alte. Questo Motu proprio rende bene l’idea, che nella Santa Sede e nello Stato della Città del Vaticano sono a rischio i posti di lavoro. Se il buongiorno si vede dal mattino, il futuro non è buono. Ad est dell’orizzonte della capitale le cime restano innevate. Mentre il candido manto di neve avvolge le montagne, la pandemia del Sars-CoV-2 attanaglia nella sua morsa mortale il mondo intero.

Suggeriamo di leggere la parabola dei talenti (Mt 25,14-30) per comprendere, attraverso le sacre scritture, queste decisioni economiche. Chiedersi quanti sono i cardinali di curia, quanto è il loro stipendio e quanto incide la misura del 10% su tale somma, aiuterà a rendersi bene conto del provvedimento.

Abbiamo parlato del budget della Santa Sede 2021, muovendo delle critiche [QUI] e restiamo contrari su come si disponga, senza mezzi termini, dei diritti acquisiti dei lavoratori, senza un confronto, senza un dialogo. Ma si sa che una monarchia assoluta (pur se elettiva) è anche questo. Solo che nella vigna del Signore l’operaio ha dei diritti, che nella monarchia assoluta targata Bergoglio vengono cancellati troppo facilmente. Ieri sono stati i prelievi dal TFR, oggi è il blocco degli scatti biennali, domani cosa c’è da aspettarsi?

Effettuare prelievi forzosi direttamente dalle buste paga dei lavoratori, a parer nostro, dovrebbero essere l’extrema ratio. A quanto pare, il capitale dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica non si può intaccare, ma gli stipendi dei lavoratori sì. Ne abbiamo parlato in tempi non sospetti, facendo emergere il caso dei Musei Vaticani [QUI].

Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede N. 180
24 marzo 2021

Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” del Sommo Pontefice Francesco circa il contenimento della spesa per il personale della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e di altri Enti collegati

Un futuro sostenibile economicamente richiede oggi, fra altre decisioni, di adottare anche misure riguardanti le retribuzioni del personale.
a) Considerato il disavanzo che da diversi anni caratterizza la gestione economica della Santa Sede;
b) considerato l’aggravamento di tale situazione a seguito dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Covid-19, che ha inciso negativamente su tutte le fonti di ricavo della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano;
c) considerato che i costi per il personale costituiscono una rilevante voce di spesa nel bilancio della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano;
d) ritenuto, pur in presenza di adeguata patrimonializzazione della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, di dover assicurare la sostenibilità e l’equilibrio tra entrate e uscite nella gestione economica e finanziaria corrente;
e) ritenuto di dover procedere a riguardo secondo criteri di proporzionalità e progressività;
f) con la finalità di salvaguardare gli attuali posti di lavoro;
g) acquisito il competente parere della Segreteria per l’Economia e dopo aver esaminato con cura ogni questione riguardante la materia, stabilisco quanto segue:
Articolo 1
Retribuzioni dei Cardinali
§1 A decorrere dal 1° aprile 2021 la retribuzione, comunque denominata, corrisposta dalla Santa Sede ai Cardinali è ridotta del dieci percento (10%) rispetto all’ultima retribuzione corrisposta.
Articolo 2
Retribuzioni degli altri Superiori
§1 A decorrere dal 1° aprile 2021 la retribuzione, comunque denominata, al netto e con esclusione dei compensi aggiuntivi concordati nel relativo contratto, corrisposta dalla Santa Sede e dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ai soggetti inquadrati nei livelli retributivi C e C1, sono ridotte dell’otto percento (8%) rispetto all’ultima retribuzione corrisposta.
Articolo 3
Retribuzioni di ecclesiastici e religiosi
§1 A decorrere dal 1° aprile 2021, la retribuzione corrisposta dalla Santa Sede e dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ai chierici e membri di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica, inquadrati nei livelli retributivi C2 e C3 e nei dieci livelli funzionali non dirigenziali, sono ridotte del 3 percento (3%) rispetto all’ultima retribuzione corrisposta.
Articolo 4
§1 La riduzione di cui agli articoli 1, 2 e 3 non si applica qualora l’interessato documenti che gli sia impossibile far fronte a spese fisse connesse allo stato di salute proprio o di parenti entro il secondo grado. I presupposti per l’applicazione del presente articolo sono valutati annualmente. La relativa documentazione è presentata:
a) alla Segreteria per l’Economia per i dipendenti che dipendono amministrativamente da essa;
b) al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano per i propri dipendenti;
c) all’Ente di appartenenza per i dipendenti della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e degli Enti di cui all’art. 6;
Articolo 5
Scatti biennali di anzianità
§1 Nel periodo compreso tra il 1° aprile 2021 e il 31 marzo 2023 è sospesa la maturazione degli scatti biennali di anzianità per i soggetti di cui agli articoli 2 e 3 e per il personale con contratto di livello funzionale dal 4 al 10, entrambi inclusi, della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e degli Enti le cui retribuzioni siano corrisposte dalla Santa Sede o dallo Stato della Città del Vaticano.
Articolo 6
Altri Enti
§1 Le disposizioni di cui agli articoli precedenti si applicano anche al Vicariato di Roma, ai Capitoli delle Basiliche Papali Vaticana, Lateranense e Liberiana, alla Fabbrica di San Pietro e alla Basilica di San Paolo fuori le mura.
Articolo 7
§1 La Segreteria per l’Economia, d’intesa con il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e sentiti il Fondo Pensioni, il Fondo di Assistenza Sanitaria e altri enti interessati, adotta provvedimenti di attuazione del presente Decreto.
Dispongo che quanto stabilito abbia immediato, pieno e stabile valore, anche abrogando tutte le disposizioni incompatibili e che il presente Decreto sia pubblicato su “L’Osservatore Romano” del 24 marzo 2021 e successivamente negli Acta Apostolicae Sedis.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 23 marzo 2021, nono del Pontificato.
FRANCISCUS

Postilla

Leggendo il Moto proprio, ci facciamo una domanda: perché per l’attuazione viene citato il FAS, se questo Ente non viene mai citato nel budget 2021 della Santa Sede? Il tutto in un Articolo 7 in fondo del Motu proprio… quasi a nasconderlo. Disse Papa Pio XI, che “a pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina”. Detto da un Papa, chi lo oserà metterà in dubbio? Quindi, se per Papa Francesco il FAS ha un peso non di poco conto, perché non esiste nei bilanci e nei budget? Il Prefetto della Segreteria per l’Economia non ne parla mai, neanche il Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Ma il Papa lo pone nell’Articolo 7 del suo Motu proprio. E qualcosa vorrà pur dire…

Da tempo battiamo il ferro della sanità vaticana, poiché la gestione delle finanze sanitarie – a parer nostro – è zona opaca. Abbiamo tenuto e – sempre verrà tenuto – sotto la lente il prezioso operato del Presidente della Pontificia Commissione per le attività del settore sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa, nonché Presidente del Fondo Assistenza Sanitaria, Mons. Luigi Mistò. FAS – dai conti e dai bilanci occulti – ma con una “spesa sanitaria superiore a 20 milioni di Euro” annua [QUI].

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