I Legionari di Cristo aprono la lotta agli abusi sessuali

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“Nel presentare questa ‘Relazione annuale 2020 sull’implementazione dei documenti capitolari Proteggere e guarire e Conversione e riparazione in merito all’abuso sessuale di minori e agli Ambienti Sicuri’, pensiamo in primo luogo a tutte le vittime che hanno subito abusi, che siano note o meno; a loro e alle loro famiglie abbiamo assicurato un anno fa: ‘Vogliamo convertirci e riparare con azioni concrete’…  Con tutti loro siamo in debito e a tutti loro è rivolta la Relazione annuale Fare verità, fare giustizia, sanare 2020”.

Così inizia la relazione dei Legionari di Cristo, che, come è scritto nel comunicato soffrono “con tutta la Congregazione per il dolore e lo scandalo che alcuni suoi membri hanno provocato nel tempo a chi ha subito un abuso, alla sua famiglia, alla Chiesa tutta”. E si sentono “impegnati nel cammino di richiesta di perdono e di attivazione di numerose iniziative volte a tutelare i minori e gli adulti vulnerabili”.

Quindi alla data di presentazione del dossier, avvenuta il 22 marzo scorso, il numero totale di sacerdoti legionari di Cristo di cui si sa che hanno commesso abuso sessuale contro un minore è di 27: “Questo numero rappresenta il 2% dei 1.380 Legionari di Cristo che sono stati ordinati sacerdoti in tutta la storia della Congregazione”.

Dei 27 sacerdoti, “tre sono morti senza andare in giudizio civile, due sono stati condannati in un processo penale. Gli altri, fino a ora non hanno subito un processo per diversi motivi, come le leggi vigenti nei diversi paesi o la scadenza della prescrizione”.

Mentre per quanto riguarda i procedimenti canonici, dei 27 sacerdoti, “due sono morti senza giudizio, 16 sono stati sanzionati, 8 sono attualmente sotto processo canonico, 1 ha ricevuto la dispensa dal ministero senza giudizio. E’ stato richiesto alla Santa Sede di togliere la prescrizione di 8 di questi casi perché possano essere rimandati a giudizio”.

Inoltre il dossier rende noto che ci sono circa 17.042 minori che sono stati vittime certe degli abusi sessuali commessi da questi 27 sacerdoti e per la maggioranza, le vittime sono maschi adolescenti di età compresa tra 11 e 16 anni. Inoltre il dossier ha sottolineato che con circa 50 di queste vittime di sacerdoti della Congregazione si è portato avanti un percorso di riparazione e riconciliazione, con la volontà di aprire lo stesso percorso a tutte le vittime che lo desiderino.

Dei 74 Legionari che la Relazione 1941-2019 ha individuato come Legionari che avrebbero commesso abusi, mentre erano novizi o religiosi in formazione, 60 (81,08%) non sono arrivati all’ordinazione sacerdotale nella Congregazione. Nel 2020, sono stati ulteriormente studiati, secondo i criteri di ‘Proteggere e guarire’, i 14 casi che sono arrivati al sacerdozio ecco le conclusioni:

“In uno dei casi, in cui il sacerdote è morto, la persona che a suo tempo aveva fatto la segnalazione, ha chiarito, dopo la pubblicazione della Relazione 1941-2029 che non si è trattato di un abuso sessuale. In tre dei casi, che la Relazione 1941-2019 ha indicato come ‘sotto inchiesta’, i rispettivi consigli di revisione sono arrivati alla conclusione che dai fatti risulta una trasgressione dei limiti, ma non abusi sessuali.

Tre casi sono tuttora sotto indagine. Gli altri sette casi sono stati confermati. Di questi casi, uno è morto, due sono senza ministero sacerdotale pubblico, uno non è sotto la giurisdizione della Congregazione e tre hanno lasciato il sacerdozio. Due di questi sette hanno commesso abusi mentre erano sacerdoti”.

Quanto ai numeri, il dato statistico aggiornato al 2020, indica in circa 170, soprattutto maschi tra gli 11 e i 16 anni, le vittime di abusi commessi da 27 sacerdoti. Cifra quest’ultima che corrisponde al 2% dei 1380 ordinati presbiteri nella storia della Congregazione. Sullo sfondo il caso del fondatore, p. Marcial Maciel Degollado, morto nel 2008 a 87 anni, che arrivò a esercitare violenza sui suoi stessi figli naturali. Lui, da solo, è stato riconosciuto responsabile di 60 abusi.

Circa l’Italia, la relazione non introduce novità rispetto a casi già noti e che hanno coinvolto, oltre allo stesso Maciel, il messicano Vladimir Reséndiz Gutiérrez. Contro quest’ultimo, prete dal 2006, la prima accusa fu presentata nel 2011 per fatti accaduti tra il 2006 e il 2008 nel seminario minore di Gozzano, in provincia di Novara. Subito sospeso dal ministero, Reséndiz Gutiérrez è stato dimesso dallo stato clericale nell’aprile 2013 cessando in quel momento di essere un membro della Legione di Cristo.

In parallelo alla ricerca e alla condanna dei colpevoli si muove, naturalmente, il sostegno a chi ha subito violenze. A tal proposito è stata creata una collaborazione stabile con un ente indipendente: Eshmá fondato da vittime, da terapeuti, da assistenti sociali e giuristi.

L’équipe offre un punto permanente di accoglienza e ascolto, uno spazio di accompagnamento terapeutico, un canale indipendente di denuncia, assistenza sociale e legale nonché dialoghi riparatori come vie per ottenere verità e giustizia.

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