Giornata dell’Acqua: assicurare a tutti questo bene comune

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“Domani ricorre la Giornata Mondiale dell’Acqua, che ci invita a riflettere sul valore di questo meraviglioso e insostituibile dono di Dio. Per noi credenti, ‘sorella acqua’ non è una merce: è un simbolo universale ed è fonte di vita e di salute. Troppi fratelli, tanti, tanti fratelli e sorelle hanno accesso a poca acqua e magari inquinata!

E’ necessario assicurare a tutti acqua potabile e servizi igienici. Ringrazio e incoraggio quanti, con diverse professionalità e responsabilità, lavorano per questo scopo così importante. Penso per esempio all’Università dell’Acqua, nella mia patria,  a coloro che lavorano per portarla avanti e per far capire l’importanza dell’acqua. Grazie tante a voi argentini che lavorate in questa Università dell’Acqua”.

Così al termine dell’Angelus domenicale papa Francesco ha ricordato la Giornata dell’Acqua, che si celebra oggi nel mondo; in occasione di questa giornata il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale fornisce un aggiornamento sul ‘Progetto WASH’ (accesso all’acqua potabile, ai servizi sanitari e all’igiene) nelle strutture sanitarie appartenenti alla Chiesa, concepito dal Dicastero con congregazioni, vescovi, Caritas Internationalis e Global Water 2020. L’importanza delle misure igieniche è diventata ancora più evidente a causa del COVID-19. Senza acqua e adeguate procedure igieniche miliardi di persone sono a rischio.

Quindi il Dicastero vaticano nell’agosto 2020 aveva inviato una lettera a tutti i vescovi esortandoli a contribuire a garantire adeguate condizioni WASH “in tutti i centri di salute della Chiesa cattolica al fine di curare in modo sicuro i pazienti, prevenire ulteriori trasmissioni del COVID-19 e altre malattie, nonché proteggere il personale medico e i cappellani, e a guidare i loro collaboratori, nella risposta a una situazione di terribile precarietà che sperimentano determinati centri di salute attivi in zone povere o isolate”.

All’appello del Dicastero hanno risposto Conferenze episcopali, diocesi, congregazioni e diverse Caritas. Una valutazione dettagliata è in corso in circa 150 strutture (dai piccoli dispensari agli ospedali) in 22 Paesi. Si elaborano stime dei costi per capire come migliorare in modo sostenibile le condizioni WASH e soddisfare adeguati standard con infrastrutture, attrezzature, manutenzione e formazione.

Per questo la presidente dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (UMOFC), María Lía Zervino, ha sottolineato: “L’appello del Dicastero è fondamentale. Le donne membri della UMOFC, che lavorano instancabilmente a livello di base nei vari continenti, prendendosi cura delle famiglie svantaggiate, dei senzatetto e degli anziani vulnerabili al COVID-19, sono testimoni del terribile bisogno di acqua potabile, che già mancava anche prima della pandemia nelle aree ad alto rischio sociale. Senza investimenti per garantire che il diritto umano all’acqua potabile sicura sia disponibile anche per i più bisognosi, tutti gli sforzi per educare alla salute saranno vani”.

Per quanto riguarda l’Italia essa è il paese europeo che presenta il maggior prelievo di acqua potabile (dato in crescente incremento negli ultimi decenni, con una recente leggera flessione) con 419 litri/giorno per abitante corrispondenti a consumi di 237 litri/giorno per abitante, dati i tassi di perdite medie prossime al 40%, ma oltre il 50% proprio nelle aree soggette a siccità e scarsità idrica.

Proprio per tali dati la siccità rappresenta l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura italiana con un danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo la Coldiretti, che sottolinea che il Paese è piovoso con circa 300.000.000.000 di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattengono solo l’11%:

“Un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione”.

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