Memoria: parola per sconfiggere le mafie

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“Oggi in Italia si celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Le mafie sono presenti in varie parti del mondo e, sfruttando la pandemia, si stanno arricchendo con la corruzione. San Giovanni Paolo II denunciò la loro ‘cultura di morte’ e Benedetto XVI le condannò come ‘strade di morte’. Queste strutture di peccato, strutture mafiose, contrarie al Vangelo di Cristo, scambiano la fede con l’idolatria. Oggi facciamo memoria di tutte le vittime e rinnoviamo il nostro impegno contro le mafie”.

Così papa Francesco ha ricordato al termine dell’Angelus di domenica scorsa la Giornata della memoria, organizzata nel fine settimana da Libera, conclusasi con l’appello di don Luigi Ciotti a non ‘archiviare’ la memoria: “C’è un pericolo crescente, il pericolo della normalizzazione delle mafie e della corruzione. Chi parla oggi della droga, chi parla di riciclaggio, chi parla di ecomafia. Sulla droga è stato steso un ipocrito velo di silenzio.

Dobbiamo guardare alla sorgente di queste catastrofi avere il coraggio di ammettere il fallimento. La lotta alle mafie e corruzione non è una questione da delegare solo agli addetti ai lavori cui va la nostra riconoscenza, forze dell’ordine, magistrati, prefetture. La repressione deve arrivare alla fine di un percorso. Oggi è necessario un pensiero nuovo, radicale e rigeneratore nella lotta alle mafie. Ecco, se non rigeneriamo rischiamo di degenerare”.

Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, era a Roma, dove ha deposto un fascio di fiori alla ‘Casa del Jazz’ davanti alla lapide con i nomi delle vittime innocenti delle mafie in occasione della XXVI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, svoltasi in tante città italiane, nel rispetto delle norme anticovid, specificando la scelta del luogo:

“Abbiamo scelto questo luogo, un bene confiscato alla Banda della Magliana, perché nel 2015 con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi abbiamo voluto che ci fosse all’entrata una lapide per ricordare i nomi delle vittime innocenti delle mafie.

Sono 640 e quel giorno ci siamo augurati che si potesse mettere un punto, invece oggi abbiamo ricordato 1031nomi, vittime della violenza mafiosa. Quel punto non c’è stato, purtroppo si sono aggiunti altri nomi, altre storie, altri volti, altre fatiche. Nomi a noi cari che devono graffiare le nostre coscienze. Ringraziamo il Presidente della Repubblica per il suo messaggio”.

Inoltre don Ciotti ha ribadito l’impegno di essere presenti nella società per dare la luce: “Abbiamo bisogno di luce , di stelle che devono continuare ad illuminarci ma dobbiamo darci una mossa per non accontentarci di quello che abbiamo fatto e stiamo facendo perché è diventato insufficiente.

Dobbiamo inondare la società, le nostre comunità di segni di fiducia e di speranza nel futuro e più impegni e coraggio nel presente. I nostri impegni, fatto di cose belle, importanti e positive, oggi non reggono l’urto del tempo. Dobbiamo trovare di più risposte comuni che ci permettono di reagire e sanare le mancanze e i ritardi che ci sono ancora forti nel nostro paese.

Non bastano le riforme se la politica non riforma se stessa. Le mafie si approfittano delle fragilità della politica e dei furti di giustizia sociale. Deve cambiare la politica, dobbiamo cambiare noi”.

Mentre il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha invitato a non dimenticare le vittime innocenti: “La memoria è radice di una comunità. Fare memoria è condizione affinché la libertà conquistata continui a essere trasmessa e vissuta come un bene indivisibile. Ecco perché ricordare le donne e gli uomini che le mafie hanno barbaramente strappato alla vita e all’affetto dei loro cari, leggerne i nomi, tutti i nomi, non costituisce soltanto un dovere civico”.

Infine un pensiero sullo slogan della Giornata: “Ricordare e ‘riveder le stelle’, come recita il bel motto scelto per questa edizione della Giornata, sono dunque parte della medesima sfida di libertà…

Sono proprio la coscienza e la cultura che le mafie, vecchie e nuove, considerano l’ostacolo dei loro disegni di arricchimento illecito, di dominio su persone e territori, di condizionamento economico e politico.

La consapevolezza del bene comune e i comportamenti responsabili che insieme sapremo mettere in atto, possono darci la forza necessaria per superare le difficoltà e gli ostacoli che i tempi ci pongono di fronte”.

(Foto: Libera contro le mafie)

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