Giornata per le vittime di covid 19: non dimenticare

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“#PreghiamoInsieme per le più di 100.000 vittime italiane del COVID: tante persone che hanno lasciato la vita a causa della malattia, e tante altre che hanno donato la loro vita al servizio degli ammalati. Il Signore li accolga e consoli le loro famiglie”: con questo tweet papa Francesco ha ricordato coloro che sono morti per coronavirus nella prima Giornata per le vittime di covid 19, istituita dal Parlamento italiano, che si celebra il 18 marzo.

Per l’occasione il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, ha chiesto di osservare il silenzio nel momento del dolore: “Oggi vogliamo pregare per tutti coloro che sono stati strappati alla vita dal virus che da più di un anno sta flagellando l’Italia e il mondo intero. Oggi è il momento di fare silenzio e di rivolgere il nostro pensiero alle oltre 100.000 persone che non ce l’hanno fatta. Un silenzio che si fa preghiera e che apre alla speranza”.

Citando una frase di Giorgio La Pira il presidente della Cei ha esortato tutti a conservare la memoria di ciò che è avvenuto: “Oggi è l’occasione per fare memoria, perché chi non ha memoria non ha radici e viene sradicato da qualunque vento. La memoria è come un contenitore che dà senso profondo alla vita e da cui si può attingere. La preghiera diventa allora una cannella d’acqua fresca che sgorga da questo contenitore e si traduce in un dialogo con Dio…

La gente ha bisogno di pane, ma anche di lavoro, di solidarietà e di grazia perché senza grazia la vita non ha senso. ‘C’è una primavera che si prepara in questo inverno apparente’, ripeteva La Pira e anche noi, oggi, vogliamo pensare che sia così, certi che la morte non abbia l’ultima parola”.

Ed il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ieri ha partecipato a Bergamo alla Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da coronavirus. Dopo la deposizione di una corona di fiori al Cimitero monumentale della città, si è svolta, al Parco Martin Lutero alla Trucca, l’inaugurazione del Bosco della Memoria con la cerimonia per la messa a dimora dei primi 100 alberi, ricordando il dolore della città:

“In questa città non vi è nessuno che non abbia avuto un familiare o conoscente colpito dal virus.

Cari bergamaschi, avete vissuto giorni terribili in cui non vi era nemmeno il tempo di piangere i vostri cari, di salutarli e accompagnarli per l’ultima volta. Sono tante le immagini di questa tragedia, che hanno colpito tutti, in Italia e nel mondo. Una su tutte è indelebile: la colonna di camion militari carichi di bare. Era la sera del 18 marzo, esattamente un anno fa”.

Ha spiegato il significato di dedicare un bosco alle vittime: “Questo bosco non racchiude solo la memoria delle tante vittime cui va oggi il nostro pensiero commosso. Questo luogo è un simbolo del dolore di un’intera nazione. Lo testimoniò già, con la sua presenza alla commemorazione del 28 giugno al Cimitero Monumentale, il Presidente della Repubblica. E’ anche il luogo di un impegno solenne che oggi prendiamo.

Siamo qui per promettere ai nostri anziani che non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette. Solo così rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato. Solo così questo bosco della memoria sarà anche il luogo simbolo del nostro riscatto. Siamo qui per celebrare il ricordo perché la memoria di ciò che è accaduto nella primavera dello scorso anno non si appanni”.

Quindi anche il presidente del Consiglio dei ministri ha invitato a conservare la memoria: “Ricordare ci aiuta a fare buone scelte per la tutela della salute pubblica e per la salvaguardia del lavoro dei cittadini. Ricordare i tanti e magnifici esempi di ‘operatori del bene’ espressi nell’emergenza da questa terra ci dà la misura della sua capacità, del suo sacrificio. Vorrei ricordare gli operatori dell’ospedale ‘Papa Giovanni XXIII’. In questi mesi hanno dato un contributo straordinario di professionalità e di dedizione, spesso pagato con la vita… In tutta Italia sono tantissimi i protagonisti silenziosi di questa rete di solidarietà… Il rispetto che dobbiamo a chi ci ha lasciati deve darci la forza per ricostruire il mondo che essi sognavano per i propri figli e nipoti.

Tutta la comunità bergamasca ha dato prova di saper reagire, di trasformare i lutti e le difficoltà in voglia di riscatto, di rigenerazione”.

Oltre 103.000 i morti finora e tra questo molti i sacerdoti che per il loro impegno fianco dei fedeli si sono ammalati ed hanno perso la vita. Dal 1° marzo al 30 novembre scorso (come ha ricordato Riccardo Benotti nel volume ‘Covid19: preti in prima linea’) sono stati 206 i sacerdoti diocesani italiani che sono morti a causa diretta o meno dell’azione del Covid-19. A essere coinvolto nella strage silenziosa è quasi un terzo delle diocesi: 64 su 225.

La concentrazione delle vittime è nell’Italia settentrionale (80%), con un picco in Lombardia (38%), Emilia Romagna (13%), Trentino-Alto Adige (12%) e Piemonte (10%). Segue il Centro (11%) e il Sud (9%). Il mese di marzo 2020 è stato quello che ha registrato il numero più alto di decessi (99).

Inoltre in occasione di tale ricorrenza l’Ufficio Liturgico Nazionale ha composto una preghiera: “Signore Padre buono e misericordioso, ascolta la preghiera delle tue figlie e dei tuoi figli in questo tempo oscurato dalle ombre della malattia e della morte. La Pasqua di Cristo, verso la quale siamo incamminati, illumini il nostro pellegrinare.

Donaci occhi, mente e cuore per sostenere le famiglie, soprattutto le più provate; per prenderci cura dei bambini, accompagnare i giovani, dare forza ai genitori e custodire gli anziani. Dona guarigione agli ammalati, pace eterna a chi muore.

Indica ai governanti la via per decisioni sagge e appropriate alla gravità di quest’ora. Dona forza ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, a chi si occupa dell’ordine pubblico e della sicurezza, affinché siano generosi, sensibili e perseveranti.

Illumina i ricercatori scientifici, rendi acute le loro menti ed efficaci le loro ricerche. Lo Spirito del Risorto sostenga la nostra speranza. Per la forza del suo Amore, o Padre, rendi ciascuno artigiano di giustizia, di solidarietà e di pace, esperto di umanità.

Donaci il gusto dell’essenziale, del bello e del bene, e i gesti di tutti profumino di carità fraterna per essere testimoni del Vangelo della gioia, fino al giorno in cui ci introdurrai, con la beata Vergine Maria, san Giuseppe e tutti i santi, al banchetto eterno del Regno”.

(Foto: Presidenza del Consiglio dei Ministri)

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