Nicola Gratteri alla Gazzetta del Sud: “Ho paura, ma non ha senso vivere da vigliacchi. Prego? Sì per gli altri”. Suo rapporto con morte e paura. Suo legame con fede e religione

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Riportiamo la presentazione di Arcangelo Badolati presentando l’intervista pubblicato ieri, 16 marzo 2021 su Calabria.gazzettadelsud.it in cui Dott. Nicola Gratteri parla del suo rapporto con la morte e con la paura, e racconta del suo particolare legame con la fede e la religione. Uno tra i tanti commenti all’intervista: «Anche il Dottor. Giovanni Falcone sulla paura e sulla morte disse: “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza”. Il Dottor Nicola Gratteri, il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Catanzaro, ha messo al servizio della Direzione Distrettuale Antimafia tutta la Sua competenza ed esperienza, sentendo – soprattutto dopo il Maxiblitz ” Rinascita – Scott” – il fiato sul collo della ‘Ndrangheta e soprattutto di quei Poteri forti – Massoneria in primis – che alimentano il rapporto di convergenza tra di essi. Un’accorata vicinanza al Dottor. Nicola Gratteri: non molli la gente è con lei. Grazie!» (Ettore Ferrero).

Il video dell’intervista.

Un magistrato “scomodo”. Abituato a dire sempre come la pensa, scansando le ipocrisie e il politicamente corretto. Pur avendo ricevuto tante proposte è sempre rimasto nella sua terra. Vive a Gerace. «Sono rimasto in Calabria perché ho sempre pensato e sognato, con il sostegno di tutte le persone perbene, di poter cambiare il destino di questa terra. Nel mio piccolo ho sempre sognato di poter contribuire a fare il possibile perché un giorno si possa finalmente dire che la priorità in Calabria non è la ‘ndrangheta che toglie la libertà, controlla il battito cardiaco e soffoca la regione».

Nicola Gratteri, Procuratore distrettuale di Catanzaro, è una icona della lotta alla mafia in Italia (e non solo). In una intervista alla Gazzetta parla del suo rapporto con la morte e con la paura e racconta del suo particolare legame con la fede e la religione. Svela poi l’importanza di vivere una vita molto sacrificata sapendo, però, di lottare in difesa dei dritti di persone costrette a subire la tracotanza delle organizzazioni mafiose. Gratteri racconta della pericolosità della massoneria deviata capace di condizionare le scelte politiche, d’influenzare quelle economiche e d’interferire persino in certe vicende giudiziarie.

Il capo della magistratura inquirente di Catanzaro è stato oggetto in questi anni di molti progetti di attentato. E vive sotto scorta sin da quando era pm alla procura di Locri. Oggi gira su jeep blindate, spesso da solo in macchina perché non vuole esporre gli agenti di scorta a ulteriori rischi. La sua è una vita molto sacrificata, interrotta solo da interventi in convegni pubblici o nelle scuole per parlare agli studenti.

Ma qual è il suo rapporto con la paura e con la morte? «La paura va addomesticata. Bisogna allenarsi a non lasciarsi andare. Bisogna ragionare con la morte, capire se quello che stiamo facendo vale la pena di farlo. Non ha senso vivere da vigliacchi, io sono perfettamente cosciente del rischio e della sovraesposizione soprattutto in certi momenti, specialmente come quello di ora. Epperò io non riuscirei a vivere in un altro posto sapendo che sono andato via per codardia. La paura ce l’hai quando noti un movimento strano, una macchina che non dovrebbe trovarsi lì… Ecco ci sono momenti in cui sento forte il timore e la lingua, per reazione, mi diventa amara. Ma non mollo, penso a tutto quello che bisogna fare e vado avanti». Il procuratore Gratteri parla pure dell’ultimo libro di Luca Palamara – “Il Sistema”  – sostenendo che l’ex presidente dell’Anm, ora espulso dalla magistratura, non abbia fatto tutto da solo e che sappia molte più cose di quelle che ha raccontato.

Arcangelo Badolati
Gazzetta del Sud, 16 marzo 2021

“Non ha senso vivere da vigliacchi”
Parole da scolpire nel marmo delle facciate prospicienti le piazze italiane di tutti i palazzi di giustizia del nostro paese.

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