Papa Francesco prega lo Spirito Santo per la pace in Myanmar

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“Sento l’urgenza con tanta tristezza di evocare la drammatica situazione in Myanmar dove tante persone soprattutto giovani stanno perdendo la vita per offrire speranza al loro paese. Anche io mi inginocchio sulle strade del Myanmar e dico: cessi la violenza. Anche io stendo le mie braccia e dico: prevalga il dialogo. Il sangue non risolve niente, prevalga il dialogo”: così al termine dell’udienza generale in streaming dal Palazzo Apostolico, il papa ha rivolto un appello per la cessazione delle violenze in Myanmar, ricordando anche la situazione a situazione del Paraguay dove è in corso una violenta crisi istituzionale che ha portato molta violenza nelle strade; nell’appello il papa ha chiesto che si intraprenda un cammino di dialogo per costruire la pace.

Nell’udienza generale papa Francesco ha sottolineato che senza Spirito Santo non c’è relazione con Dio, concludendo la catechesi sulla preghiera come relazione con la Santissima Trinità: “Il primo dono di ogni esistenza cristiana è lo Spirito Santo. Non è uno dei tanti doni, ma il Dono fondamentale. Senza lo Spirito non c’è relazione con Cristo e con il Padre. Perché lo Spirito apre il nostro cuore alla presenza di Dio e lo attira in quel ‘vortice’ di amore che è il cuore stesso di Dio”. 

Il papa ha sottolineato che solo in questo mistero è possibile invocare Dio come Padre: “Noi  non  siamo  solo  ospiti  e  pellegrini  nel  cammino  su  questa  terra,  siamo  anche  ospiti  e  pellegrini nel mistero della Trinità. Siamo come Abramo, che un giorno, accogliendo nella propria tenda tre viandanti, incontrò Dio.

Se possiamo in verità invocare Dio chiamandolo ‘Abbà – Papà’, è perché in noi abita lo Spirito Santo; è Lui che ci trasforma nel profondo e ci fa sperimentare la gioia commovente di essere amati da Dio come veri figli”.

Richiamando il Catechismo della Chiesa cattolica il papa ha evidenziato l’opera che lo Spirito Santo compie: “Ecco  qual è l’opera dello Spirito in noi. Egli ci ‘ricorda’ Gesù e lo rende presente a noi, perché non si  riduca a personaggio del passato.  Se Cristo fosse solo lontano nel tempo, noi saremmo soli e smarriti nel mondo. Ma nello Spirito tutto è vivificato: ai cristiani di ogni tempo e luogo è aperta la possibilità di incontrare Cristo”.

Ed ha raccontato l’esperienza degli Apostoli: “ Lui non è distante, è con noi: ancora educa i suoi discepoli trasformando il loro cuore, come fece con Pietro, con Paolo, con Maria di Magdala. E’ l’esperienza che hanno vissuto tanti oranti: uomini e donne che lo Spirito Santo ha formato secondo la ‘misura’ di Cristo, nella misericordia, nel  servizio, nella preghiera. E’ una grazia poter incontrare persone così: ci si accorge che in loro pulsa una vita diversa, il loro sguardo vede ‘oltre’”.

E’ un’esperienza che molti possono sperimentare: “Non pensiamo solo ai monaci, agli eremiti; si trovano anche tra la gente comune, gente che ha intessuto una lunga storia di dialogo con Dio, a volte di lotta interiore, che purifica la fede. Questi testimoni umili hanno cercato Dio nel Vangelo, nell’Eucaristia ricevuta e adorata, nel volto del fratello in difficoltà, e custodiscono la sua presenza come un fuoco segreto”.

Il papa ha sottolineato che questo è un compito dei cristiani: “Il primo compito dei cristiani è proprio mantenere vivo questo fuoco, che Gesù ha portato sulla terra, cioè l’Amore di Dio, lo Spirito Santo. Senza il  fuoco dello Spirito le profezie si spengono, la tristezza soppianta la gioia, l’abitudine sostituisce l’amore, il servizio si trasforma in schiavitù. Viene in mente l’immagine della lampada accesa accanto al tabernacolo,  dove si conserva l’Eucaristia”. 

Quindi lo Spirito Santo guida la Chiesa, come afferma il Catechismo della Chiesa cattolica: “E’ dunque lo Spirito a scrivere la storia della Chiesa e del mondo. Noi siamo pagine aperte, disponibili a ricevere la sua calligrafia. E in ciascuno di noi lo Spirito compone opere originali, perché non c’è mai un cristiano del tutto identico a un altro.

Nel campo sterminato della santità, l’unico Dio, Trinità d’Amore, fa fiorire la varietà dei testimoni: tutti uguali per dignità, ma anche unici nella bellezza che lo Spirito ha voluto si sprigionasse in ciascuno di coloro che la misericordia di Dio ha reso suoi figli. Non dimentichiamo, lo Spirito è presente, è presente in noi”.

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