Mons. Bregantini invita a costruire sentieri di speranza, con un cuore riconciliato

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“Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: ‘Il suo amore è per sempre’. Dica la casa di Aronne: ‘Il suo amore è per sempre’. Dicano quelli che temono il Signore: ‘Il suo amore è per sempre’. Nel pericolo ho gridato al Signore: mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo”.

Così si apre la lettera quaresimale dell’arcivescovo di Campobasso-Bojano, mons. Giancarlo Bregantini, spiegando la scelta del salmo 117: “L’ho gustato fin da giovane prete, imparando la lezione da padre Tarcisio, esperto e saggio biblista, mio grande maestro.

Soprattutto lui sottolineava quel versetto, recitandolo in ebraico: Eterna è la sua misericordia, coniugandolo con i famosi cinque ‘ma’, posti come speranza nelle amare vicissitudini del salmista… Queste scene, così espressive, descrivono bene il dramma del covid”.

L’arcivescovo incentra la lettera sulle ragioni della speranza al tempo del Covid, in quanto il Molise ha praticato sempre una difesa strenua contro il virus basandosi sull’unità delle comunità, dei piccoli borghi e delle due province, Campobasso e Isernia, che hanno contribuito, nel silenzio e nel dolore di tante vittime (373), a rinnovare la speranza per ricompattare il tessuto sociale:

“Ci sentiamo circondati ed accerchiati da essa. Quasi un fuoco che divampa, per virulenza di contagio che si diffonde con la stessa velocità del fuoco tra le spine. Spesso non troviamo solidarietà attorno, ma mani che ci spingono per farci cadere, amaramente. E’ veramente una dura prova!

Eppure proprio tramite questo canto sperimentiamo la forza vittoriosa della Pasqua, dentro il cammino duro della Quaresima. Cristo è la risposta; Cristo è la pietra angolare;  Cristo risorto è la nostra luce e salvezza”.

Proprio il salmo indica la strada per affrontare la pandemia con realismo: “Non possiamo far finta che tutto si risolverà! Quasi magicamente. E che tutto tornerà come prima, mettendo tra parentesi la lezione della pandemia.  Partiamo invece da quel realismo con cui il salmista descrive le sue lacrime, oggi sparse sui nostri volti, per poter poi esultare per quel ‘ma’ che sa già di Pasqua”.

Ripercorrendo i tre sentieri, suggeriti dal papa nel messaggio quaresimale il vescovo invita ad avere un cuore pieno di stupore, nonostante le difficoltà per una Pasqua, che ancora sarà ‘ridotta’: “Certo, ci mancheranno, come del resto lo scorso anno, la gioia di un popolo che prega in adunanze festose; ci mancheranno i ragazzi con il loro chiasso e i bambini, con il loro disordine. Ma il Tempio, ora in fiamme, tornerà ad essere da noi ricostruito, più solido di prima”.

Questa ricostruzione sarà più solida in quanto ci sarà il contributo di tutti: “Perché a ricostruirlo, mettendosi a lavorare con noi, ci saranno quelle folle che ora non vengono più in chiesa, lasciata vuota, ma che hanno abitato la terra, la storia, oltre il tempio…

Allora la Quaresima ci aiuterà ad avere occhi più fiduciosi, per percorrere tutti  insieme questi tre sentieri della speranza, certi che ‘se il Signore ci ha provato duramente, non ci ha però consegnati alla morte!’”.

(Foto: Diocesi di Campobasso-Bojano

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