Musei Vaticani terza chiusura in un anno. Scontro tra la gestione amministrativa e la “Class Action” dei lavoratori umiliati. In alcuni casi accumulate contro volontà 400 “ore negative”

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I Musei Vaticani sono chiusi – per la terza volta in un anno – da ieri 15 marzo fino al 6 aprile 2021 [QUI], ovvero, per tutta la durata delle misure disposte con il Decreto legge del Governo italiano in vigore. E i lavoratori vengono nuovamente posti a riposo forzato, incrementando il loro debito di “monte ore negative” verso l’amministrazione, mentre la Direzione – gestita dal Vicedirettore gestionale-amministrativo Mons. Paolo Nicolini [QUI] – non sembra intenzionato a farà sconti a nessuno.

Mons. Paolo Nicolini con Papa Francesco. Udienza privata del 1° aprile 2017.

Con i Musei Vaticani nuovamente chiusi e con il riposo superiormente imposto di conseguenza, motivato da insindacabili esigenze di servizio, anche contro la volontà degli stessi dipendenti. È in crescita costante il “monte ore negative” accumulate (400 ore in alcuni casi). Considerata la prolungata chiusura dei Musei Vaticani il “monte ore negative” è destinato – inevitabilmente – ad aumentare.

Al momento ancora non si vede la – cosiddetta – luce in fondo al tunnel. La soluzione al problema è lontana dall’essere trovata (e concordata). Il responsabile gestionale-amministrativo dei Musei Vaticani e della parte museale delle Ville Pontificie di Castelganolfo, Mons. Paolo Nicolini, appare poco propenso al dialogo con i dipendenti, che hanno avviato una “class action”, al fine di contrastare gli (illegittimi) prelievi forzosi dal Trattamento Fine Rapporto (TFR) per mano del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. I lavoratori si sono sentiti isolati, non considerati e non tutelati, nonché umiliati, dalla Direzione dei Musei Vaticani, per la quale hanno prestato la propria opera per svariati decenni di onorato servizio.

Sono stati prelevati – in alcuni casi – 5mila, 7mila, 10 mila euro direttamente dal TFR dei dipendenti che sono andati in pensione, con la motivazione che tale somma è il saldo del credito del “monte ore negative” accumulato verso l’amministrazione. Accumulate dai dipendenti durante la chiusura dei Musei Vaticani per l’emergenza sanitaria. I lavoratori si sono visti – arbitrariamente, in modo forzoso – prelevare tali somme senza che tale iniziativa fosse stata preventivamente considerata [QUI].

Mons. Paolo Nicolini con Papa Francesco. Udienza privata del 1° aprile 2017.

“Non sappia la tua sinistra quel che fa la destra” (Cfr. Mt 6,3)

Nel pieno spirito del Vangelo secondo Matteo Papa Francesco predica la tutela dei lavoratori, ma dall’altra parte – Mons. Paolo Nicolini appare in difficoltà a riuscire ad attuare la volontà del Papa nei confronti dei propri dipendenti, che per anni hanno fatto girare a regime la machina da soldi dello Stato della Città del Vaticano [QUI].

Sono rimasti accesi – e rimarranno sempre accesi – i riflettori- sul “Don Mangiafoco” (il Vicedirettore gestionale-amministrativo dei Musei Vaticani e della parte museale delle Ville Pontificie di Castelgandolfo, Mons. Paolo Nicolini). Lui è il deus ex machina del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e Papa Francesco stesso dice di lui: qualsiasi cosa tocca diventa denaro… Lui ha creato la sua squadra in Governatorato SCV (Se Cristo Vedesse). Lui sempre e sistematicamente bypassa (o bypassava) la Segreteria Generale. Lui ottiene (o otteneva) tutto ciò che vuole. Però, su di lui l’ultima parola non è stata detta [QUI].

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