Non in mio nome e non con i miei soldi! Petizione perché la Rai non trasmetta più nauseanti “spettacoli” blasfemi come a Sanremo

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Il Festival di Sanremo 2021 è stato contrassegnato da polemiche che, come spesso accade, hanno poco o niente a che vedere con la musica. Conseguenza della partecipazione di “artisti” che fanno della provocazione il loro marchio di fabbrica, senza curarsi di poter offendere la fede di milioni di telespettatori – anzi, forse proprio con questo aberrante obiettivo.

Così, nella kermesse appena conclusa sono andate in scena delle volgari, oscene e nauseanti parodie del Credo cristiano, tanto più gravi perché trasmesse in un tempo sacro, senza riguardi neppure per il venerdì di Quaresima: al punto da suscitare l’indignazione del Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-San Remo, che in riferimento a uno dei personaggi coinvolti (e a un premio che questi ha addirittura ricevuto) ha detto semplicemente «non in mio nome» [QUI].

Ho firmato la petizione di Pro Vita & Famiglia Onlus di cui segue testo e suggerisco ai miei lettori di fare altrettanto, compilando il modulo online di cui segue il link, per chiedere all’Amministratore Delegato della Rai Fabrizio Salini che il servizio pubblico non mandi mai più in onda “spettacoli” blasfemi che offendono la sensibilità dei credenti. Fino al momento in cui scrivo sono stati raggiunti 28.098 firmatari.

Il testo della petizione all’Amministratore Delegato della Rai

Lo scorso 6 marzo si è chiusa la settantunesima edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo: una kermesse che dovrebbe essere espressione dell’intera Nazione, unendo tutti gli Italiani sotto l’unica, grande bandiera della musica.

Tuttavia, ancora una volta la Rai ha ritenuto di mettere in scena delle rappresentazioni volgari e offensive, in special modo verso la fede cristiana. E il fatto che fosse già accaduto nel recente passato legittima il sospetto che la TV di Stato abbia abdicato al proprio ruolo di servizio pubblico, per farsi portatrice di istanze partigiane incomprensibili e inaccettabili.

Come se infatti non fosse stata sufficientemente grave l’ennesima genuflessione al gender, all’indifferentismo sessuale e alla “sessualità fluida”, ecco anche le “esibizioni” blasfeme e oltre il limite della decenza di un “artista” che non merita neppure di essere menzionato: cui ha dato manforte anche il co-conduttore Rosario Fiorello, che oltretutto aveva appena ricevuto il premio “Città di Sanremo”.

«Non in mio nome» ha commentato S.E. Mons. Antonio Suetta, Vescovo di Ventimiglia-San Remo, in un intervento carico di indignazione, volto a «confortare la fede “dei piccoli”» e a «esortare al dovere di giusta riparazione per le offese rivolte a Nostro Signore, alla Beata Vergine Maria e ai santi, ripetutamente perpetrate mediante un servizio pubblico e nel sacro tempo di Quaresima». Dettaglio, quest’ultimo, che dimostra un’ulteriore mancanza di rispetto, indegna di un’emittente che dovrebbe rappresentare il suo pubblico indistintamente, senza instaurare de facto assurde discriminazioni tra telespettatori di serie A e di serie B.

Chiediamo pertanto che l’AD della Rai Fabrizio Salini si impegni affinché il servizio pubblico, anche in considerazione del suo enorme valore sociale, non mandi mai più in onda manifestazioni offensive e blasfeme come quelle trasmesse durante l’ultimo Festival di Sanremo.

Per firmare questa petizione per chiedere all’Amministratore Delegato della Rai Fabrizio Salini di dire “basta” alla blasfemia nella Tv pubblica: QUI.

Per scaricare il modulo cartaceo per la raccolta manuale delle firme: QUI.

Festival di Sanremo 2020

Partendo da una riflessione sull’endorsement dei cattolici a Sanremo… – 9 febbraio 2020 (in fondo all’articolo i link della copertura completa)

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