Il Wuerl Gate. «Cosa sa (o ha dimenticato…) il Cardinale Wuerl che valga 2 milioni di dollari?». Figura inquietante, «uomo di latte» dal sorrisetto stampato in faccia. Quousque tandem abutere…?

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Oggi ritorniamo alla domanda nel titolo – formulata dall’amico e collega Marco Tosatti il 5 marzo sul suo blog Stilum Curiae, in riferimento ad un articolo su The Pillar del 3 marzo – sul caso che avevo segnalato sul mio diario Facebook il 4 marzo 2021 (ogni giorno ci sono sempre troppi temi che meritano un’approfondimento, per cui il tempo manca), riportando l’intervento di Phil Lawler che segue.

«Ti chiedi perché molti cattolici siano diventati cinici nei confronti dei loro vescovi? Il sito di notizie The Pillar riferisce che il budget di quest’anno per l’Arcidiocesi di Washington include 2 milioni di dollari USA per il “ministero continuativo” del Cardinale Donald Wuerl, che si è dimesso dal ministero attivo quasi due anni fa, in mezzo a quello che le persone educate chiamano “domande sul suo ruolo nello scandalo McCarrick”. Due milioni di dollari. 2.000.000 di dollari. Ciò equivale a quasi 5.500 dollari ogni giorno per supportare il cardinale in pensione nel fare… cosa? Il bilancio dell’Arcidiocesi non specifica cosa comporta il “ministero continuativo”. Purtroppo, l’Arcidiocesi di Washington è stata costretta a tagliare le sue “donazioni di beneficenza arcidiocesane” del 30% quest’anno, riferisce The Pillar. Le donazioni di beneficenza che vengono stanziate sono soltanto un po’ più di 400.000 dollari, o un quinto dell’allocazione di mantenimento di Wuerl. Che, a proposito, è aumentato del 35% rispetto all’anno fiscale precedente» (Phil Lawler – Catholicculture.org, 3 marzo 2021).

«Cosa Sa (o ha dimenticato…) il Cardinale Wuerl che valga 2 milioni di dollari?». La domanda è stata posta da Tosatti sul suo blog Stilum Curiae, condividendo la traduzione italiana di un articolo a firma di Steve Skojec su One Peter Five dal titolo Cosa sa il Cardinale Wuerl che valga 2 milioni di dollari? Oggi, Tosatti formula un’altra domanda, strettamente collegata a quella del titolo odierno – anche se a prima vista non lo è – oltre ogni ragionevole dubbio per chi ha la speciale devozione alla lente: “Il Papa non Convoca i Cardinali da Sette Anni. Lo Sguardo è al Conclave?”.

Il 12 ottobre 2018 Papa Francesco ha accettato le dimissioni del Cardinale Donald Wuerl dal governo dell’Arcidiocesi di Washington, ma allo stesso tempo lo aveva nominato amministratore apostolico e con una lettera lo ha difeso contro le accuse che sono state formulate nei suoi confronti.

«Il reporter George Neumayr dell’American Spectator ha incoraggiato i suoi seguaci di Twitter a leggere la lettera di Papa Francesco: “Assicurati di leggere la lettera farsa del Papa a Wuerl che accompagna l’annuncio delle sue dimissioni accettate”, ha scritto. “Il Papa chiama la pratica di Wuerl di riportare i molestatori al servizio pastorale semplicemente ‘errori’. Perdere le tue chiavi della macchina è un errore; esporre i bambini a un molestatore è un crimine “. Neumayr ha anche detto che la decisione del Papa di chiedere a Wuerl di rimanere a Washington come amministratore apostolico era ‘corrotta’» (Dorothy Cummings McLean).

Queste soluzioni in senso lato politiche non sono più sostenibili. Nella Chiesa Cattolica Romana deve essere restaurato l’accertamento obiettivo dei fatti. Veritas vos liberat… “Se rimanete nella mia parola, siete realmente miei discepoli, e conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi” (Gv 8,31).

Il Cardinale Wuerl è stato oggetto di critiche dalla fine di giugno 2018, quando le rivelazioni sugli abusi sessuali da parte del suo predecessore, il Cardinale Theodore McCarrick, hanno sollevato domande su ciò che Wuerl sapesse di McCarrick e come avesse risposto a tale conoscenza”. Wuerl era finito nell’occhio del ciclone per la copertura di abusi e di preti abusatori a Pittsburgh, e per la complicità con il suo predecessore al governo dell’Arcidiocesi di Washington, suo mentore, il predatore omosessuale seriale McCarrick, ormai ex-cardinale e ridotto dallo stato clericale.

In una lettera dell’11 settembre 2018 ai sacerdoti dell’Arcidiocesi di Washington, Wuerl affermò che a breve avrebbe incontrato il Papa per discutere il tema delle sue dimissioni, peraltro formalmente già consegnate tre anni fa, quando compì 75 anni. Una formula per salvare la faccia, visto che il Papa aveva già preso la decisione di rimuoverlo. Wuerl nella sua lettera afferma che “così la Chiesa dell’Arcidiocesi che tutti amiamo possa muoversi in avanti” e che c’è bisogno di “portare guarigione e un nuovo inizio al servizio di questa Chiesa”. Inoltre, Wuerl ha scritto, che dopo l’incontro avuto con i suoi sacerdoti all’inizio del mese, “era chiaro che qualche decisione, prima piuttosto che dopo, da parte mia è un aspetto essenziale, così che questa Chiesa possa muoversi avanti”. Dopo che è stato reso pubblico il Rapporto del Grand Jury di Pennsylvania, la posizione di Wuerl – un mentitore seriale – era diventata critica (si parlava anche di un suo possibile arresto). Si erano avute proteste per strada davanti alla cattedrale di San Matteo e al santuario dell’Immacolata Concezione per chiedere le sue dimissioni.

Comunque, le dimissioni di Wuerl non hanno risolto il problema, anzi, visto che Papa Francesco gli ha fatto membro della Congregazione per i Vescovi, nomina che insieme alla fiducia di cui gode presso il Pontefice regnante con il Cardinale Blase Cupich, altra creatura di McCarrick, e con la nomina il 4 marzo 2021 del Cardinale Joseph William Tobin, C.SS.R., Arcivescovo di Newark, offre a questi personaggi inquietanti un ruolo predominante nella scelta dei vescovi per gli USA.

Il Cardinale Tobin, insediato a Newark il 6 gennaio 2017, in agosto 2018 ha detto di non essere stato informato di una “subcultura gay” nella sua arcidiocesi. Eppure proprio Tobin, almeno fino a poco tempo prima che emergessero gli scandali riferiti nel rapporto del Gran giurì della Pennsylvania e la vicenda McCarrick, ha sostenuto apertamente la subcultura gay, come dimostra lo sperticato elogio fatto nel 2017 al libro omoeretico del gesuita James Martin, tra i più attivi fautori della normalizzazione dell’omosessualità. Il giornalista Mike Kelly ha affermato (US Today, 31 agosto 2018) in una conversazione Tobin disse che più o meno nel periodo in cui era arrivato a Newark nel 2016 aveva sentito “voci” che McCarrick aveva dormito con dei seminaristi, ma aveva scelto di non crederci, affermando che all’epoca sembravano troppo “increduli” per essere veri.

Nel caso di Wuerl si è riproposta la stessa situazione che Papa Francesco aveva creato con McCarrick, cioè quella di una persona ecclesiastico che, senza cariche ufficiali, gestisce nomine e promozioni scavalcando sia il Nunzio Apostolico che gli organismi della Conferenza Episcopale. Con l’aggravante di aver a disposizione (come McCarricki) enorme somme di denaro, con cui anche poter “fare beneficenza” a propria discrezione, come si apprende dalla Dichiarazione dell’arcidiocesi di Washington sui fondi per l’arcivescovo emerito, cardinale Donald Wuerl del 4 marzo 2021: “I fondi nel nostro conto ‘Attività di ministero permanente’ sono donazioni fatte da persone che vogliono coprire le spese e le esigenze ministeriali del Cardinale Wuerl, comprese le spese di soggiorno, i viaggi per affari a Roma, nonché le richieste di beneficenza richieste all’Arcivescovo emerito”.

Cosa sa il Cardinale Wuerl che valga 2 milioni di dollari?
di Steve Skojec
One Peter Five, 3 marzo 2021


Il titolo di questo articolo è stato il primo pensiero che ho avuto appena ho letto quanto segue su The Pillar:

L’Arcidiocesi di Washington ha stanziato più di 2 milioni di dollari per le “attività ministeriali” del Cardinale in pensione Donald Wuerl.
L’Arcidiocesi, che negli ultimi anni ha promesso un impegno per la trasparenza finanziaria, non ha risposto alle domande sui dettagli del prosieguo del ministero di Wuerl, sui costi ad esso associati o sulla provenienza dei fondi che sono stati stanziati per Wuerl.
Secondo i resoconti finanziari dell’Arcidiocesi di Washington, sono stati stanziati 2.012.639 dollari per “la prosecuzione delle attività del ministero per l‘Arcivescovo emerito” durante l’anno fiscale 2020.
L’importo registra un incremento del 35% rispetto alla somma di 1.488.059 dollari assegnati al ministero di Wuerl nell’anno fiscale 2019.
Secondo i rendiconti finanziari certificati dell’Arcidiocesi, i fondi per far continuare Wuerl nell’attività del suo ministero sono stati stanziati dal “patrimonio netto senza restrizioni dei donatori“.
Ciò significa che il denaro non è stato donato all’Arcidiocesi esplicitamente per essere messo a disposizione di Wuerl, quindi avrebbe potuto essere impiegato per altri scopi a discrezione dell’Arcidiocesi.
Il rendiconto finanziario 2020 dell’Arcidiocesi include un fondo per il pensionamento dei sacerdoti non finanziato per almeno 35 milioni $, in crescita dai 23,5 milioni di dollari del 2015.
La rendicontazione evidenzia anche un calo del 30% dei fondi stanziati per “donazioni di beneficenza dell’arcidiocesi” nell’anno fiscale 2020, che sono scesi a 401.136 $, dai 651.136 $ dell’anno fiscale 2019.
Anche l’importo stanziato per la “formazione dei sacerdoti” è diminuito, passando da 1.102.500 $ nel 2019 a 1.000.481 $ nel 2020.

I lettori che mi conoscono sanno che le discussioni con i nostri vescovi le conduco con un’ascia in mano, e alcuni potrebbero ricordare una mia particolare antipatia nei confronti di tutti e tre i più recenti Arcivescovi di Washington DC, per motivi correlati.

Wuerl è, senza esagerare, una creatura molto inquietante. Ha un eterno sorriso stampato in faccia – più di una paralisi – ma si percepisce che sotto quella patina artificialmente allegra c’è qualcosa di oscuro in agguato [*]. Secondo George Neumayr, dell’American Spectator, questa non è un’impressione ma potrebbe essere la realtà dei fatti:

Alcuni dei sacerdoti di Donald Wuerl lo chiamavano “l’uomo di latta”, in riferimento al suo stile freddo e spietato come arcivescovo di Washington D.C. […]

È divertente pensare che Wuerl sia diventato in modo indiscutibile il cardinale americano più potente nella “chiesa pastorale di Papa Francesco“, dato che Wuerl è il prelato meno pastorale che si possa immaginare. Evitava istintivamente di incontrare il suo gregge e i suoi sacerdoti, a meno che non servissero per uno scopo immediato o godessero di ricchezze e potere. “È un robot“, ha detto uno dei suoi sacerdoti. “Tutto ciò che gli importava erano i soldi e godere di tutti i comfort per trascorre la vita o per qualsiasi altra cosa facesse”.

È anche un uomo che sa molte cose sugli scandali dell’Arcidiocesi, ma finge – in modo spudoratamente falso – che non sia così. Facciamo un breve richiamo nei meandri della memoria, come ripasso per coloro che non gli hanno più dedicato attenzione negli ultimi due anni:

Nell’agosto 2018 è scomparso per un breve periodo e i media cattolici erano tutti in agitazione per il fatto che stava scappando dal Paese per evitare l’arresto e il processo. Ma alla fine è riapparso ed ha continuato a dirigere l’Arcidiocesi di Washington nonostante la sua vergognosa gestione dell’affare McCarrick.

Le sue dimissioni furono accettate nell’ottobre dello stesso anno, probabilmente su sua richiesta, ma Papa Francesco lo lodò pubblicamente e lo mantenne in carica come amministratore apostolico della diocesi fino ad aprile del 2019, quando Wilton Gregory venne nominato nuovo Arcivescovo del distretto.

Durante quel periodo Wuerl “ha negato di aver prima negato” di “aver negato di essere a conoscenza degli abusi di McCarrick sui seminaristi”. Il suo ambiguo gioco di parole è stato montato ad arte secondo una logica clintoniana della semantica: “Quando è stata presentata l’accusa di abuso sessuale di un minore contro l’Arcivescovo McCarrick“, ha detto, “ho dichiarato pubblicamente che non sono mai stato a conoscenza di una tale accusa o di voci in merito. Questa affermazione era nel contesto delle accuse di abusi sessuali su minori, che all’epoca erano al centro della discussione e dell’attenzione dei media“.

Ah, bene bene bene. Quindi era solo l’abuso di minori quello di cui negava di essere a conoscenza. Peccato che, come sapete, ha mentito anche sui seminaristi. Come ho scritto all’epoca:

L’unico problema è che lui ha negato di essere a conoscenza che McCarrick agiva in modo inappropriato con gli adulti, ed ecco la prova. In un’intervista con CBS News nell’agosto del 2018, Wuerl ha negato categoricamente di sapere delle accuse secondo cui McCarrick “aveva rapporti con altri sacerdoti“. […]

Secondo la CNA, Wuerl ha anche detto alla stazione radio di notizie WTOP con sede a Washington DC che non aveva sentito alcuna voce che McCarrick fosse coinvolto in qualche storia di cattiva condotta sessuale.

Wuerl ha quindi cambiato di nuovo versione, modificando le sue giustificazioni in “Non immaginate quanto mi spiace, ma ho dimenticato di essere a conoscenza di denunce di molestie“. No, sul serio:
Il leader cattolico del Distretto della Columbia, Donald Wuerl, assediato e sotto accusa nei giorni scorsi per dichiarazioni non veritiere riguardo a ciò che sapeva sulla presunta cattiva condotta sessuale del suo predecessore, Theodore McCarrick, si è scusato martedì scorso, dicendo che si era dimenticato di sapere delle accuse e che non aveva “mai avuto l’intenzione di fornire false informazioni”.

Lo stesso McCarrick ha dichiarato, come riferito dal suo ex segretario personale, Monsignor Anthony Figueiredo, che Wuerl era a conoscenza delle restrizioni al suo ministero, che gli erano state imposte da Papa Benedetto XVI:
Figueiredo afferma anche che McCarrick dichiarò di aver “condiviso la lettera con il suo Arcivescovo“, che all’epoca era l’Arcivescovo Wuerl. Con queste affermazioni, Figueiredo sostiene che: “McCarrick indica che l’allora Arcivescovo Wuerl era a conoscenza della lettera e delle restrizioni nel 2008” – un’affermazione che Wuerl continua a negare – “e che una copia potrebbe esistere negli archivi dell’Arcidiocesi di Washington.” In molte altre parti della corrispondenza che Figueiredo ha in suo possesso, McCarrick indica che egli sta lavorando con Wuerl per collaborare in base alle restrizioni imposte al suo ministero pubblico e per ottenere un nuovo luogo di residenza.

Niente di tutto questo tocca nessuna delle cose che sono successe a Pittsburgh sotto i suoi occhi e la sua mancata sorveglianza.

Quindi la domanda rimane: cos’altro ha “dimenticato” di sapere il Cardinale Wuerl? E cosa fa valere la pena di pagare ogni anno somme di 7 cifre, sotto forma di vitalizio, a un cardinale 80enne caduto in disgrazia?

La domanda posta all’inizio da The Pillar non può ottenere risposta dall’Arcidiocesi o dall’ufficio di Wuerl.

Per quanto questo sia oltraggioso, ci può essere ancora qualcuno, a questo punto, che rimanga sorpreso?

[*] Quousque tandem abutere…?
“No, no, realy” (Cardinal Donald William Wuerl, Amministratore apostolico di Washington). “No, no, davvero”: forma colloquiale dell’espressione curiale: “Questo che vi dico è la vera verità”.
Statisticamente, chi è sincero, quando risponde alle domande, contrae gli occhi sforzandosi di ricordare la risposta giusta. Chi mente invece sfodera un finto sorriso: è il cosiddetto sorriso di Duchenne – dal nome dello studioso francese che l’ha analizzato – quello con i muscoli delle guance tirati verso i muscoli degli occhi. Sbaglia chi associa questo sorriso a una genuina sincerità, mentre invece maschera subdole menzogne.
“Mentire è divinizzare gli altri” (Georges Perros). Cioè, significa fornire delle coperture di incolumità (ovvero, assicurare che i propri sodali rimangono incolume, illeso), ricevendo in cambio accesso al potere… e continuare a sorridere ebetamente, facendo finta di nulla, importunando con delle facezie per cavarsi d’impiccio.
“Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? – Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza? Quanto a lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà [la tua] sfrenata audacia?” (Questa apostrofe è il celeberrimo incipit ex abrupto della prima delle orazioni dette Catilinarie di Marco Tullio Cicerone di fonte al Senato romano, l’8 novembre del 63 a.C. Fu la scintilla che provocò l’inizio della sconfitta di Catilina e della sua congiura per rovesciare la Repubblica) [Facebook, 13 gennaio 2019].

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