Papa ai vescovi: Testimoniate Gesù

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Il primo giorno del 33^ viaggio apostolico di papa Francesco in Iraq si è concluso con l’incontro con i vescovi, religiosi e catechisti nella Cattedrale di Sayidat al-Nejat (Nostra Signora della Salvezza), luogo che porta i segni delle sofferenze degli iracheni, in quanto teatro di due attacchi terroristici, estremamente sanguinosi.

E’ stato accolto all’ingresso della Cattedrale da mons. Ignace Youssif III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siri, e dall’Arcieparca monsignor Ephrem Yousif Abba. Nel piazzale antistante la Cattedrale lo aspettavano inoltre 12 persone con disabilità che papa Francesco ha salutato con calore, impartendo loro la benedizione.

Prima che il Papa entrasse all’interno della Cattedrale il Patriarca Younan e l’Arcieparca Abba gli hanno porto il Crocifisso e l’acqua benedetta per l’aspersione. Dopo il papa ha salutato i presenti nel ricordo dei martiri: “Vi abbraccio tutti con affetto paterno. Sono grato al Signore che nella sua provvidenza ci ha permesso di incontrarci oggi…

Siamo riuniti in questa Cattedrale di Nostra Signora della Salvezza, benedetti dal sangue dei nostri fratelli e sorelle che qui hanno pagato il prezzo estremo della loro fedeltà al Signore e alla sua Chiesa. Possa il ricordo del loro sacrificio ispirarci a rinnovare la nostra fiducia nella forza della Croce e del suo messaggio salvifico di perdono, riconciliazione e rinascita.

Il cristiano infatti è chiamato a testimoniare l’amore di Cristo ovunque e in ogni tempo. Questo è il Vangelo da proclamare e incarnare anche in questo amato Paese”.

Ricordando le difficoltà ha invitato a non perdere la speranza: “Sappiamo quanto sia facile essere contagiati dal virus dello scoraggiamento che a volte sembra diffondersi intorno a noi. Eppure il Signore ci ha dato un vaccino efficace contro questo brutto virus: è la speranza.

La speranza che nasce dalla preghiera perseverante e dalla fedeltà quotidiana al nostro apostolato. Con questo vaccino possiamo andare avanti con energia sempre nuova, per condividere la gioia del Vangelo, come discepoli missionari e segni viventi della presenza del Regno di Dio, Regno di santità, di giustizia e di pace”.

Il mondo ha necessità del messaggio cristiano: “Quanto ha bisogno il mondo intorno a noi di ascoltare questo messaggio! Non dimentichiamo mai che Cristo è annunciato soprattutto dalla testimonianza di vite trasformate dalla gioia del Vangelo. Come vediamo dall’antica storia della Chiesa in queste terre, una fede viva in Gesù è ‘contagiosa’, può cambiare il mondo.

L’esempio dei santi ci mostra che seguire Gesù Cristo non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda, anche in mezzo alle prove”.

Il papa ha sottolineato l’importanza della comunione: “Com’è importante questa testimonianza di unione fraterna in un mondo spesso frammentato e lacerato dalle divisioni! Ogni sforzo compiuto per costruire ponti tra comunità e istituzioni ecclesiali, parrocchiali e diocesane servirà come gesto profetico della Chiesa in Iraq e come risposta feconda alla preghiera di Gesù affinché tutti siano uno.

Pastori e fedeli, sacerdoti, religiosi e catechisti condividono, anche se in modi diversi, la responsabilità di portare avanti la missione della Chiesa. A volte possono sorgere incomprensioni e possiamo sperimentare delle tensioni: sono i nodi che ostacolano la tessitura della fraternità.

Sono nodi che portiamo dentro di noi; del resto, siamo tutti peccatori. Tuttavia, questi nodi possono essere sciolti dalla Grazia, da un amore più grande; possono essere allentati dal perdono e dal dialogo fraterno, portando pazientemente i pesi gli uni degli altri e rafforzandosi a vicenda nei momenti di prova e di difficoltà”.

Ed un pensiero particolare è stato rivolto ai giovani: “Ovunque sono portatori di promessa e di speranza, e soprattutto in questo Paese. Qui infatti non c’è solo un inestimabile patrimonio archeologico, ma una ricchezza incalcolabile per l’avvenire: sono i giovani!

Sono il vostro tesoro e occorre prendersene cura, alimentandone i sogni, accompagnandone il cammino, accrescendone la speranza. Benché giovani, infatti, la loro pazienza è già stata messa duramente alla prova dai conflitti di questi anni. Ma ricordiamoci, loro (insieme agli anziani) sono la punta di diamante del Paese, i frutti più saporiti dell’albero: sta a noi, a noi, coltivarli nel bene e irrigarli di speranza”.

Inoltre ha chiesto ai vescovi e sacerdoti di testimoniare la loro fede con le opere: “Fratelli e sorelle, attraverso il Battesimo e la Confermazione, attraverso l’ordinazione o la professione religiosa, siete stati consacrati al Signore e inviati per essere discepoli missionari in questa terra così strettamente legata alla storia della salvezza.

Siete parte di quella storia, testimoniando fedelmente le promesse di Dio, che mai vengono meno, e cercando di costruire un nuovo futuro. La vostra testimonianza, maturata nelle avversità e rafforzata dal sangue dei martiri, sia una luce che risplende in Iraq e oltre, per annunciare la grandezza del Signore e far esultare lo spirito di questo popolo in Dio nostro Salvatore”.

(Foto: Reuters)

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